E’ un periodo che il problema del “Mater Olbia Hospital” sta rimbalzando dal nord al sud come una pallina da tennis.
La stampa nazionale e regionale se ne sta occupando quasi quotidianamente, tanto che, ormai, il “Mater Olbia Hospital” continua a far discutere non poco le forze politiche isolane e anche i sindacati.A questo punto non ci vuole molto per capire che sulla struttura ospedaliera targata Qatar è da tempo che, per certi versi, se ne discute a sproposito e la classe politica regionale, ogni giorno che passa, si espone sempre più ad incorrere in brutte figure.
Ciò accade perché in molti non conoscono le vicissitudini attraversate fin qua dal Mater Olbia, che doveva aprire i battenti fin dall’estate del 2015, ma, puntualmente, sono arrivati i rinvii annuali da allora fino ad oggi.
Eppure, tanti cerimonieri, da quella data, sono saliti sul pulpito per dare per scontata l’apertura, salvo poi, con proclami alquanto paradossali, rimangiarsi tutto e disattendere speranze e attese della gente di Gallura e non solo. Fin dal 2015, In tanti si sono ostinati, politici e no, a garantire l’apertura dell’infrastruttura ospedaliera, i cui battenti, ad oggi, sono ancora chiusi.
Non va dimenticato, tuttavia, che ogni qualvolta il Mater Olbia Hospital è saltato prepotentemente agli onori della cronaca, non sono mancati i “garantisti” dell’apertura, confermando date, assunzioni e posti di lavoro. E tutte le volte non sono mancate le esternazioni e le rassicurazioni, da parte di esponenti di certe forze politiche, sulla bontà dell’opera e sulla consistenza dell’investimento da parte del Qatar.
Di belle parole, nel tempo, se ne sono sentite tante, peccato, però, che ad esse non siano susseguiti fatti concreti, soprattutto perché in tanti, forse troppi, non erano e non sono addentro all’iter politico, finanziario, burocratico e giudiziario.
Ognuno racconta le vicende del Mater Olbia dal proprio punto di vista, ignorando, però, gli aspetti principali all’origine dei ritardi della mancata apertura della struttura sanitaria. Di chi la colpa? Della Giunta Regionale? Del Qatar?
A suonare la grancassa, oggi, sono soprattutto i sindacati, preoccupati, giustamente, per i risvolti negativi che la mancata apertura del nosocomio qatariota potrebbe avere sull’economia di Olbia, della Gallura e della Sardegna in generale.
Si invoca e si sollecita, al riguardo, che la Regione approvi lo stanziamento di 30 milioni di euro a favore dell’ospedale privato. Ma una volta deliberato lo stanziamento, si è sicuri che tutti i problemi saranno risolti e il Mater Olbia aprirà i battenti a metà giugno? Da dove scaturiscono queste certezze?
Vero è, comunque, che al momento c’è da superare l’intoppo delle controversie giudiziarie inerenti ai terreni in cui dovrebbero sorgere una parte delle strutture e infrastrutture al servizio del Mater Olbia. Si dimentica, però, che quei terreni non appartengono alla Qatar Foundation, ma ad Alessandro Marini. Ed allora, come la mettiamo? Finchè, infatti, al Tribunale di Tempio non sarà definita la causa sull’usucapione di quei terreni, ogni discorso inerente l’apertura del complesso sanitario privato, è puramente fantasioso.
D’altronde, stando così le cose, come si fa a addossare colpe da un lato alla Giunta Regionale e dall’altro, al Qatar? E’ pur vero, per contro, che la famiglia dell’emiro Tamim Bin Hamad al-Thani è da un po’ di tempo che si pone delle domande sul reale impiego dei capitali messi a disposizione per la realizzazione del Mater Olbia e, conseguentemente, da un po’ di tempo ha sospeso il flusso finanziario. Non è forse vero che i lavori procedono a rilento da un pezzo?
Eppure, in tempi non sospetti, l’ex manager Lucio Rispo, a più riprese garantì che la struttura, al suo interno, era pressoché completata e pronta per l’apertura, ricordando, tra l’altro, la selezione per l’assunzione del personale medico e paramedico. Purtroppo, soprattutto in quest’ultimo periodo, sulle vicissitudini del Mater Olbia è venuta meno la chiarezza. Di tesi e ragionamenti talvolta anche strampalati, se ne sono sentiti a iosa, ma mai che siano emerse le reali ragioni sulla mancata apertura, alle date annunciate, del nosocomio privato.
Intanto c’è chi, da un po’ di tempo, ha cercato di prendere le distanze dal Qatar, addebitando responsabilità alla famiglia Haltani del mancato decollo del compendio sanitario, ma la realtà e un’altra. Non ci voleva molto, infatti, per capire che chi ha fatto saltare il tavolo aveva un nome e un cognome.
Si chiama Alessandro Marini proprietario dei 60 ettari confinanti con il compendio ospedaliero. Proprio lui, con una miriade di nemici tra Roma, Olbia e Cagliari, che ha ottimi rapporti nel mondo Arabo, è riuscito a far emergere le tante stranezze dell’operazione miliardaria in Sardegna.
Per il momento, dunque, l’ospedale Mater Olbia rimane congelato, a patto che Alessandro Marini non decida di volare in Qatar e mettere fine a quest’agonia, con tanto di pretese di scuse da parte di chi ha collezionato grossolani errori a margine di quest’operazione. E’ da tener presente, infine, che i terreni confinanti con il Mater Olbia (60 ettari) sono clamorosamente in vendita, a dimostrazione del diritto reale in capo ad Alessandro Marini. Non è da escludere che qualche buona notizia l’abbia portata l’ex premier Renzi di ritorno dal suo viaggio in Qatar. Speriamo bene.