Una Ghilarzese alla Maratona di Parigi

L’Otto Aprile del 2017, Roberta Miscali di Ghilarza, aveva partecipato alla ventiquattresima maratona di Roma, un percorso unico di 42 kilometri, che si è snodato attraverso via dei Fori Imperiali e il Circo Massimo, toccando quasi tutti i punti più famosi e importanti di Roma, tra opere d’arte e monumenti. Un anno dopo, esattamente il 7 Aprile 2018, Roberta ha partecipato anche alla 42^ maratona di Parigi, una gara che ha visto 57.000 iscritti, che la rendono la seconda maratona più partecipata del mondo.

La partenza, era ubicata ai piedi dell’Arco di Trionfo, mentre il percorso si è snodato attraverso Champs-Elysées, Place de la Concorde, Rue de Rivoli, Place de la Bastille, sino all’arrivo ad Avenue Foch. Un circuito di gara unico, in cui è stato possibile ammirare i più suggestivi angoli della capitale francese.

Al rientro da Parigi, abbiamo chiesto a Roberta quali sono state le sue sensazioni su questa gara, capace di aggregare giovanissimi e adulti?

– La maratona regala tante emozioni, dall’inizio alla fine. All’inizio, un’ansia mista a gioia e curiosità ti porta alla partenza dove sei in mezzo a tante persone di diverse nazioni e età, che condividono con te questa passione. Ti senti di far parte di un gruppo unico, un gruppo speciale con tanta voglia di raggiungere il traguardo anche come metafora di vita. Poi dopo la partenza, piano, piano, arriva anche la fatica e il dolore, è poi il traguardo che corona tutti gli sforzi. Ti senti felice, in un modo molto raro e come te lo sono tante persone che raggiungono il traguardo, indipendentemente dal tempo, dall’età e da qualsiasi differenza, sei praticamente aggregato al mondo: al mondo dei maratoneti.

Dietro lo sport c’è tanta fatica fisica, forza interiore e un allenamento costante, quanto e come ti alleni?

– Allenamento sempre e costante, non si può saltare o rimandare. Io personalmente vado in palestra tre volte la settimana, per potenziare e tenere in allenamento la muscolatura e seguo alla lettera tutto quello che mi dice di fare l’allenatore. Per quanto riguarda l’allenamento chilometrico, inizio tre mesi prima e una volta la settimana ne faccio uno lungo, per esempio, inizio da 15 km, la settimana successiva 17 km e poi, un paio di settimane prima della maratona, arrivo  a 36 km, che è il massimo in allenamento prima della gara.

Come donna protagonista, lo sport oltre che fatica è anche esplorazione e introspezione, cosa ti da a livello personale?

– A livello personale è un’enorme soddisfazione, perché è una gara dura, ma il tuo unico avversario sei tu, combatti con le tue debolezze, le tue paure e quel traguardo, metaforicamente, rappresenta la vita e tutto ciò a cui tu, volendo, puoi arrivare, anche se con un po’ di sofferenza fisica e mentale.

Quali sono i tuoi progetti futuri? stai progettando di partecipare a qualche maratona?

– Dopo la maratona, immediatamente dopo, pensi: mai più. Ora invece penso che mi piacerebbe correre a Berlino, Londra, Firenze, Vienna, New York e altre ancora.

Grazie delle risposte esaustive e in bocca al lupo, per le tue prossime partecipazioni sportive.

Giusy Giuseppina Carta