La ATS Sardegna – ASSL Sassari ritiene doveroso precisare che non è in atto alcun ridimensionamento dell’assistenza ai malati Sla.
Affermare che il servizio Adi e in particolare il suo preziosissimo terzo livello è oggetto di “cancellazione” o “smantellamento” non solo è una grave inesattezza, ma mette ingiustamente in cattiva luce un servizio che è – e resterà – un servizio di eccellenza su tutto il territorio regionale. Così come è inopportuno affermare che “il 31 maggio scade la convenzione con il personale specializzato”, si tratta di un’informazione che non trova alcun riscontro nella documentazione di riferimento.
Quotidianamente l’ATS Sardegna – ASSL Sassari si impegna affinché la qualità delle cure offerte ai pazienti rimangano su standard di qualità. L’equipe che si prende cura di questi pazienti (più di 40 nei distretti di Sassari e Alghero) è composta 5 medici specializzati (4 anestesisti rianimatori e 1 pneumologo, tutti con esperienza ospedaliera) e da 25 infermieri che si recano a casa dei pazienti per verificare il loro stato di salute, per effettuare le medicazioni necessarie e per controllare il corretto funzionamento delle apparecchiature mediche.
L’unica convenzione attualmente oggetto di rinnovo, tra ATS e AOU per prestazioni aggiuntive e con scadenza a fine giugno, è rivolta agli infermieri che operano in area critica. La settimana scorsa, nel rispetto dei tempi procedurali, l’ASSL di Sassari ha proposto loro una bozza di collaborazione che prevede l’applicazione della nuova tariffa ATS, calcolata sulla base dei diversi compensi che venivano erogati nelle precedenti aziende sanitarie sarde. Con l’applicazione di questa nuova convenzione, gli infermieri di area critica di Sassari guadagneranno compensi per orario aggiuntivo come quelli che operano a Oristano, Cagliari, Lanusei e nel resto della regione.
Inoltre, a prescindere dall’esito del rinnovo di questa convenzione, nessun paziente sarà “lasciato solo”, condizione originaria che fin dai primi anni 2000 ha spinto il sistema sanitario locale a gettare le basi per l’istituzione di un servizio domiciliare continuativo. L’ASSL di Sassari è già al lavoro per adottare un’eventuale misura alternativa.
È opportuno aggiungere che, in caso di emergenza, non solo esistono dei percorsi preferenziali dedicati ai pazienti affetti da Sla, ma che sono stati adottati appositi Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA). Per cui ogni volta che un familiare chiama un’ambulanza, il soccorso è prestato in prima battuta da una equipe composta da un medico e da alcuni infermieri e non da “volontari che non hanno competenza per affrontare certe situazioni”. Una volta in pronto soccorso, poi, il paziente viene osservato con una priorità specifica e indirizzato al reparto più idoneo, nel rispetto della patologia e dell’appropriatezza del percorso sanitario, principio normativo inderogabile.
Infine l’ATS Sardegna – ASSL Sassari conclude che non è nelle proprie intenzioni “uniformarsi alla mediocrità nazionale”. L’obiettivo, anzi, è proprio quello di rendere un servizio migliore su tutto il territorio regionale.