Open lesson di Matteo Basilè allo IED. L’universo femminile, i viaggi onirici, sensoriali, umani e terrestri raccontati dall’artista romano agli studenti e agli appassionati d’arte.
Viaggi tra geografie umane ma anche terrestri, follia e santità, bellezza e “meravigliosa mostruosità”, in bilico tra reale e surreale. Dall’EXMA allo IED le opere e l’immaginario di Matteo Basilé, fotografo onnivoro e sperimentatore di fama internazionaletra i più affermati della sua generazione, raccontate dall’autore nell’appassionante open lesson tenutasi il 18 maggio a Villa Satta. L’artista romano che dipinge con la luce lo spirito del nostro tempo ha portato ai giovani studenti dell’Istituto Europeo di Design e agli appassionati d’arte contemporanea la sua storia e il suo lavoro, anticipando il suo punto di vista su alcune delle sue opere (appartenenti alle serie THISHUMANITY e THISORIENTED), sviluppato successivamente durante la visita all’EXMA all’interno di “Sguardi sul mondo attuale – #3 Geografie Umane”.
Il progetto espositivo, nato attraverso una rete di partnership promossa dal Consorzio Camù, curato da Simona Campus – direttrice artistica dell’EXMA – ospita fino al 20 maggio parte della collezione privata d’arte contemporanea internazionale di Antonio Manca. All’incontro in viale Trento n. 39, sede IED, hanno partecipato con Matteo Basilè, Simona Campus, Igor Zanti, direttore IED Venezia e curatore e Monica Scanu, direttrice IED Cagliari. Un doppio evento organizzato da IED Cagliari e EXMA che ha inaugurato ufficialmente la prima di una serie di iniziative tra le due prestigiose istituzioni culturali cagliaritane, per portare l’attenzione dei giovani futuri designer e di tutti gli interessati nel vivo del mondo dell’arte contemporanea e per sviluppare insieme idee e progetti culturali.
Dai primi graffiti nei primi anni ’90 ai tempi del liceo quale strumento per raggiungere il pubblico in modo veloce e dirompente, alla potenza di Internet e del mondo virtuale, dove portare la storia dell’arte di cui si è nutrito fin da piccolo. E poi il digitale sulle pareti dei palazzi delle città, le prime installazioni video. Sperimentatore autodidatta di nuove tecnologie tra immagini, hip hop, musica elettronica e colonne sonore, Basilè ha spiegato come nella fotografia abbia trovato il suo strumento ideale per raccontare la sua percezione dell’esistenza ed esplorare le nature dell’essere umano, e le sue storie.
Nel 2007 realizza il primo capitolo del suo lungo racconto “The Saints are coming” (2007): personaggi famosi <<al limite tra l’idea di follia e di sacrificio rispetto alla propria arte, tra armonia e “dark side” dell’umanità>>. E poi i successivi “Thisoriented” (2009), “Thisumanity” (2010), “Landing” 82012), “Unseen” (2014), “Pietra Santa” (2016), e “Viaggio al centro della terra” (2017).<<Cambio luoghi, cambio personaggi, ma in realtà è sempre lo stesso racconto che sto facendo>>. Quadri materici, creature tra sogno e realtà, che attraversano questo viaggio dell’anima, al centro della Terra, al centro di noi stessi. <<I miei personaggi sono persone vere, di tutte le età, provenienza e ceto sociale, a volte invisibili ai più, o abitanti dei luoghi che vengono catapultati su un posto dalle sembianze marziane. Poi il dialogo, gli sguardi, e basta così poco, è già tutto lì. Mi sento come un collezionista di vite reali e mentali>>.
Paesaggi mentali dell’inconscio che Basilé fotografa e ricostruisce, dopo un intenso lavoro con il soggetto, sempre in bilico tra vari mondi, varie identità. <<Ogni scatto è frutto di una relazione, è un dialogo che si apre, quasi una seduta psicoanalitica, non c’è finzione>>. Tra i primi a fondere arte e tecnologia sempre alla ricerca di nuove integrazioni culturali ha raccontato poi l’uso del green screen per ricostruire lo scenario (questa volta finto) dello scontro nel progetto “Thisumanity”. Una ricerca che indaga, come in tutte le sue opere, il rapporto tra Oriente e Occidente, dall’Indonesia all’Italia, e che esplorain particolare i confini dell’universo femminile portandone alla luce fragilità e punti di forza.
Ritratti meravigliosi di madri, figlie, sorelle: quadri dalla forza dirompente di donne che lottano ogni giorno per formare(e scoprire) la propria identità. In un istante di luce, la parte più reale, intima, autentica, disperata, una ferita aperta, una vecchia cicatrice: comunque una battaglia vinta o una battaglia persa.<<Uno scontro feroce tra donne per sconfiggere le sovrastrutture imposte dalla cultura maschile. Una cultura fatta dagli uomini, una cultura predisposta naturalmente alla guerra>>, sottolinea Basilé. E ancora ha descritto l’altro capitolo che rende omaggio all’universo femminile, “Thisoriented”: una finestra sul mondo orientale che sta cambiando tantissimo. Anche qui, altre donne.
Balinesi abbandonate dalle famiglie che non trovano pace e che nel frame di uno sguardo raccontano con una straordinaria intensità non solo uno stato dell’animo, ma uno stato di vita, mischiate ad altre donne, lì in vacanza. I crepuscolari Landing, come atterraggio, il brusco risveglio dal sogno, eUnseen, dedicato ai personaggi invisibili, in contrasto con la luce del marmo bianco di Carrara in cui le figure si fondono con il paesaggio lunare in Pietra Santa. <<In un fotogramma cerco di aggregare delle situazioni reali in scenari che appartengono alla scrittura di quella storia. In un’immagine devo portare tutti gli elementi reali. Per farlo vado nel mondo dei miei personaggi, entro nelle loro corde>>.
Successivamente, durante la visita alla mostra all’EXMA l’artista romano, dopo essere stato introdotto da Simona Campus, ha raccontato al pubblico presente le sue tre opere esposte,evidenziando quale a suo avviso è il ruolo dell’artista oggi e l’importanza delle scuole che possano fornire degli strumenti che aiutino a crescere gli studenti e a vedere il mondo a 360 gradi.<<Credo molto in questi centri nevralgici di energie creative come lo IED. Le persone oggi hanno bisogno di essere stupiti in trenta secondi, per passare poi subito oltre. Viviamo una cultura dell’immagine che ha in continuazione necessità di essere freneticamente rinnovata, come succede nella pubblicità. L’arte invece ha anche il ruolo di instillare dubbi, porre domande, indurre alla riflessione, lasciare un segno nel tempo. È importante quindi che all’interno di una scuola dell’immagine ci sia un confronto e un contatto con il mondo reale, anche dell’arte. E il confronto con gli artisti testimoni di questo momento storico è fondamentale. Così come è importante studiare arte in tutti i suoi aspetti: significa non cercare certezze, ma lasciare che i dubbi portino a nuove domande>>.
Un appuntamento tra arte e design che i presenti hanno molto apprezzato. Basilè ha infine annunciato che tornerà volentieri a Cagliari <<una città splendida, ricca di angoli suggestivi e luoghi straordinari>>per realizzare alcuni nuovi lavori fotografici. Tra questi anche un progetto con gli studenti IED di Villa Satta che verranno coinvolti non solo nella produzione e nel set, ma anche come protagonisti del paesaggio umano all’interno dello scatto.