Gli ultimi sforzi prima del rompete le righe definitivo. A Monte Claro si sparge sudore su tutti i lati del campo, evitando i condizionamenti del fato avverso che anche per la trasferta varesina si manifesta attraverso un numero impressionante di assenze. Ci sono gli infortunati (tanti), ma altri rosso argento, abili nello svolgere le loro mansioni, saranno bloccati da impegni lavorativi e familiari.
Non vige la situazione ideale per frenare l’impeto dei Gorillas che anche nell’ultimo impegno interdivisionale, contro i Chiefs Ravenna, hanno fatto intendere di non sentirsi per nulla alla deriva, nonostante le sette sconfitte di fila rimediate fino ad ora.
Riusciranno i cagliaritani a conservare la penultima posizione nel girone? Alla domanda prova a rispondere l’head coach statunitense Jarvis Mc Garrah che tende come sempre ad essere persona spiccatamente ottimista: “Nonostante tutto io sto preparando gli atleti superstiti per raggiungere la nostra seconda vittoria stagionale – dice – e quello che predico allenamento dopo allenamento lo ribadisco anche ora; la concentrazione oltre ad essere fondamentale riesce a farti fare il salto di qualità”.
L’ultima trasferta stagionale coinciderà con l’addio definitivo di Sergio Andrea Meloni (vedere intervista in basso) ai campionati FIDAF per limiti d’età: “Uno stimolo in più per i giocatori – rimarca McGarrah – che di sicuro vorranno vincere per lui. Ne approfitto per invitare alla preghiera i nostri tifosi, affinché la trasferta sia serena, magari deliziata da una prestazione sopra le righe”.
CAMPIONATO ITALIANO II DIVISIONE
GIRONE C
WEEK 13
VARESE (VA) – Jungle Field Nicolò De Peverelli– Via Via Sette Termini Snc
27/05/2018 – Ore 13:30
GORILLAS VARESE
CRUSADERS CAGLIARI
UN GRAN PEZZO DI STORIA DEI ROSSO ARGENTO TERMINA LA SUA AVVENTURA SUI CAMPI DI GIOCO. LE CONFESSIONI DI SERGIO ANDREA MELONI
Sergio Andrea Meloni affronta la sua ultima intervista da agonista ripercorrendo i ventisette anni che hanno caratterizzato la sua carriera con la palla ovale Si congeda serenamente conscio di aver vissuto esperienze importanti che l’hanno forgiato nello spirito e nel fisico. L’ingegnere qb, papà di Alessandro e compagno della mitica dottoressa fotografa Giulia Congia non ricorda quante sono state le gare ufficiali disputate, tantomeno i lanci vincenti. Ma ha una certezza: “Il mio ricevitore preferito e prolifico è stato Matia Pisu, che ha raccolto anche 4 Td pass in una sola partita, un fenomeno”!
Com’era la percezione del Football Americano 27 anni fa?
Direi molto differente da quella odierna. Tutto era lasciato al passaparola e ad alcune VHS che giravano tra i giocatori. Circolavano poche notizie e immagini che si potevano apprendere nelle trasmissioni sulle reti Mediaset con Dan Peterson. Non c’era internet, né le pay tv: strumenti mediatici che oggi aiutano moltissimo a conoscere questo fantastico sport e permettono di migliorare guardando specifici drills per ogni ruolo. Quando ho cominciato era in definitiva un altro mondo.
Eri da subito consapevole che ti saresti infortunato un sacco di volte?
Sicuramente no, difficilmente un giocatore pensa al rischio di infortunio, anche se sa che è possibile. Avrei dovuto avere maggiore consapevolezza della durezza di questo sport, ma la giovane età rende tutti impavidi.
Con quale forza d’animo hai sempre deciso di non mollare dopo gli incidenti?
La voglia di giocare ha sempre permesso di riprendermi anche dagli infortuni più importanti. Nel ‘94, mi dissero che non avrei più potuto correre, e invece, dopo “solo” un anno e nove lunghi mesi di riabilitazione, fatta per due volte al giorno, sono tornato di nuovo in campo.
I momenti più dolorosi?
Probabilmente quello del 2010, durante il Nine Bowl vinto a Palermo contro gli Islanders Venezia. Non tanto per l’infortunio in sé, quanto per il fatto di non poter finire la partita, anche se, dopo infinite preghiere fatte a coach Aldo Palmas, mi hanno fatto a rientrare in campo a fine partita e, con la spalla sinistra lussata e con due fratture, sono riuscito a lanciare un fantastico completo su Pisu in una trasformazione da due punti.
Nei Crusaders hanno militato centinaia di persone.
Tutti coloro che ho conosciuto nei Crusaders mi hanno sempre lasciato qualcosa, a volte anche di negativo, ma quasi sempre ho avuto la fortuna di avere a che fare con persone fantastiche, con le quali tutt’oggi siamo molto legati.
Scavando anche nel passato chi ti è rimasto nel cuore?
Ovviamente la prima persona che mi viene in mente è Il Comandante, Michele de Virgiliis, sempre con NOI. Paul Frick, che considero la vera anima dei Crusaders: grazie al suo carisma hanno continuato a sopravvivere anche nei momenti più difficili della lunga vita societaria. Non posso non citare gli storici Dario Mannoni, Aldo Lucchi, Stefano Sechi, Giacomo Clarkson, Gianni Manca, il mitico president Emanuele Garzia e il vice president e attuale team manager Ninni Marongiu per arrivare a Matia Pisu, Aldo Palmas, Massimiliano e Andrea Antonino che ho la fortuna di poter considerare tra i miei migliori amici. Potrei fare ancora decine e decine di nomi, ma smetto per non tediarvi.
Se vuoi puoi continuare..
In generale ho sempre incontrato persone vere, senza ipocrisie, disposte a tutto per aiutarti. In poche parole in questi 27 anni ho avuto a che fare con la mia seconda famiglia. La cosa bellissima dei Crusaders è il gruppo che ti spinge a continuare sempre, anno dopo anno, anche solo per il piacere di stare insieme. Non so come spiegarlo, per me è stata ed è una specie di droga.
Speri in un ripensamento della Fidaf nel cambiare il regolamento che ti ha costretto all’abbandono?
Dispiace essere obbligati a smettere di giocare per una regola che considero assolutamente sbagliata, ma sono comunque consapevole di aver fatto il mio tempo come giocatore. Però non si sa mai..
Hai conosciuto diversi tecnici stelle e strisce, sono stati utili per la tua formazione e quella di tutta la squadra?
Certo, tutti hanno dato a me e alla squadra una visione più completa di questo fantastico sport. A partire da Lou Buschi, Kirk Mastromatteo, Tony Simmons, al compianto Mark Garza, e infine a Jarvis. Tutte grandi personalità sportive che hanno permesso ai Crusaders di avere uno standard qualitativo di alto livello.
Descrivi qualche partita in cui sei uscito dal campo veramente compiaciuto dei tuoi gesti atletici.
In primis la finale CSC contro i Barbari Roma Nord, una vera battaglia che abbiamo vinto contro ogni pronostico in cui venni premiato come MVP dell’incontro con 4 TD pass. Poi la successiva finale vinta contro i Red Jackets che ci diede il primo titolo italiano in cui lanciai più di 200 yards e 3 TD pass, senza dimenticare la straordinaria semifinale contro gli Sharks Palermo che ci permise di andare in finale nel 2010.
E poi?
Cito anche la vittoria contro i Bengals Brescia, in semifinale nel 2003, in cui lanciai un TD pass direttamente in end zone su Giorgio Murru, in una finestra piccolissima tra tre difensori avversari. In generale sono sempre uscito dal campo consapevole di avere fatto e dato tutto ciò che potevo.
Come si diventa lanciatori provetti?
Bisognerebbe chiederlo ad un lanciatore provetto. Scherzi a parte, ci vuole molto sacrificio e molto allenamento. Io sono stato un autodidatta, ci ho messo più di 5 anni prima di avere sensibilità e consapevolezza nel gesto del lancio.
Ora i Cru dovranno trovare dei degni successori in cabina di regia, chi proporresti?
Sicuramente Michele Meloni, é giovanissimo, molto dotato e con una potenza fisica fuori dal normale. Mi fa piacere che abbiamo lo stesso cognome, così d’ora in poi quando si dirà che il qb Meloni è un fenomeno potrò far finta che stiano parlando di me.
Continuerai a dedicarti al Football o vorrai fare il papà a tempo pienissimo?
Sicuramente starò sempre vicino alla squadra anche se ancora non ho idea in quale veste. E poi dovrò iniziare ad allenare il piccolo Alessandro perché i Crusaders devono avere sempre un qb Meloni.
Le franchigie che più ti hanno colpito nella loro complesso?
Tante, il livello del football italiano è salito moltissimo. Tra tutte, in questi ultimi anni, cito i Grizzlies e i Barbari Roma, i Guelfi Firenze e, quest’anno, i Vipers Modena.
Jarvis si lamenta che ci sono pochi giocatori a disposizione, non avete mai pensato di fare una fusione con i Sirbons di Assemini?
Per ora no, ma prima o poi bisognerà pensarci.
Spero che in un prossimo futuro si riesca a far conoscere e a far praticare questo fantastico sport ai tanti giovani atleti sardi. Non fenomeni, ma solo giocatori che abbiano voglia di sacrificarsi e allenarsi per portare nuovamente i Crusaders ai vertici del football americano in Italia.
Un altro problema che si pone è anche trovare un tuo sostituto a fine gara per il tradizionale saluto al pubblico e agli avversari
Se lo contenderanno Matia Pisu e Stefano Murgia, i personaggi più anziani (footballisticamente) e carismatici della squadra.
Risposta a tema libero, scrivi quello che ti pare
Mi mancheranno molto i tuoi articoli e le tue fantastiche metafore, in cui mi apostrofavi come “il Gigi Riva della palla ovale” oppure “sguittante come un’anguilla” e così via, semplicemente grazie di tutto Gipi.
NICOLA ATZORI: QUANDO FOLKLORE E FOOTBALL SI PRENDONO PER MANO
Il giovane ricevitore Nicola Atzori potrà raccontare ai suoi nipoti di essersi allenato con il mitico Sergio Andrea Meloni. Assieme a Riccardo Pili e a Giuseppe Cao fa parte della triade proveniente dal comune di Maracalagonis. Da otto anni suona l’organetto e “milita” anche nel gruppo folkloristico del suo paese. Parteggia per i Green Bay Packers.
La stagione volge al termine
E io ho imparato tanto, soprattutto traendo esempio da i miei compagni più grandi.
Come vedi la gara con i Gorillas?
Gli affronteremo con spirito combattivo e con una grande voglia di finire il campionato con una bella vittoria.
Impressioni sul tuo allenatore?
Coach Jarvis é un faro per la squadra, stiamo imparando molto da lui, per ogni problema ha una soluzione e non si arrende mai.
E sul conto di SAM Meloni?
Nonostante lo conosca solo da un anno è stato, è, e sarà un pilastro importante, una persona che dà tutto sé stesso per il bene della squadra.
Il football americano ti piace perché…
Principalmente per il suo spirito di squadra, la complicità con i compagni, ma anche per la competizione e il gioco duro.
Questo fa intendere che continuerai anche la prossima stagione?
Assolutamente, continuerò a giocare cercando di migliorarmi in tutti i modi possibili. Sicuramente durante l’estate continuerò ad allenarmi assiduamente sia in palestra, sia andando a correre e tutto per trarne beneficio la prossima stagione.
Scendere in città da Maracalagonis non è semplicissimo..
Ringrazio Riccardo Pili che ad ogni allenamento si rende disponibile per accompagnarci e riportarci. Ho parlato ai miei compaesani di questo fantastico sport, ma purtroppo ne praticano già altri.