Fase tattica della direzione, con i due schieramenti nel Pd, l’area Martina e i renziani che si studiano.
Come in una partita di calcio i renziani piu’ o meno ortodossi, tra cui il capogruppo al Senato Andrea Marcucci, Graziano Delrio, Matteo Richetti non sono ancora intervenuti in attesa di capire di che tenore saranno gli interventi di Andrea Orlando, Gianni Cuperlo, Dario Franceschini.
Dello schieramento che sostiene Maurizio Martina ha parlato Piero Fassino.
“Non basta dire che le riforme sono buone riforme se le persone non le percepiscono così. Il sistema oggi è tripolare, il tema che abbiamo davanti é come noi torniamo a un sistema bipolare. Lo puoi fare un due modi: ci punto attraverso percorso di riforma istituzionale e legge elettorale a doppio turno (segnalo che questa via la stiamo perseguendo da decenni) o attraverso via politica, in una chiave bipolare”, ha detto l’ex sindaco di Torino, tra i promotori di Areadem.
Fassino ha chiesto ai renziani di garantire “rispetto morale. Basta accuse di tradimento o di cercare accordi per le poltrone. Io qui dentro sono tra chi ha rinunciato a più poltrone e non accetto accuse di questo tipo da nessuno. A una festa dell’Unità un compagno mi ha detto “sai Piero qual è il problema? Che non ci vogliamo più bene”. Ecco, impariamo a volerci più bene”.
Mentre si cerca ancora un’intesa sulla convocazione dell’assemblea nazionale, prima dell’inizio della direzione renziani e martiniani (non direttamente Renzi e Martina) hanno trattato a lungo giungendo a un accordo di massima, secondo fonte renziana.
L’ex segretario Matteo Renzi, a quanto riferiscono i presenti alla direzione, siede defilato ascoltando gli interventi. Renzi ha scambiato qualche battuta solo con Calenda e Guerini.