I dati di Federalberghi che emergono da un’indagine realizzata con la collaborazione di Incipit Consulting-Innovazione e Consulenza Integrata per il Turismo aggiornati al mese di agosto 2017 indicano 2903 alloggi in vendita in provincia di Cagliari su Airbnb.
Nel dettaglio 801 a Cagliari, 407 a Quartu Sant’Elena, 269 a Villasimius, 259 a Pula, 150 a Maracalagonis, 143 a Sinnai, 138 a Muravera, 119 a Domus De Maria e 118 a Capoterra. In un anno (agosto 2016- agosto 2017) il numero è aumentato di 36 unità (+1,3 %) passando da 2867 a 2903.
Ma non si tratta di alloggi condivisi, infatti il 68,17 % degli annunci è riferito ad appartamenti interi, in cui non abita nessuno. Il 48,40 % delle persone gestisce più un alloggio, solo il 51,60% quindi ne gestisce solo uno, per questo non si possono più definire piccoli redditi e neanche attività occasionali.
Il 10,06% mette in vendita il proprio appartamento e/o spazio sino a 60 giorni nel corso dell’anno, il 5,17 per cento tra i 61 e i 120 giorni, mentre l’8,23 tra i 121 e i 180 giorni.
Mentre la fetta più grande è rappresentata da chi (il 76,54 %) propone i locali per 180-365 giorni.
“Secondo i nostri dati nella maggior parte dei casi l’attività non è un’occasionale fonte integrativa del reddito, ma rappresenta un vero e proprio business- ha dichiarato Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna- questo determina un evidente squilibrio in termini di ricadute sul sistema economico derivante dalla situazione di irregolarità legata al sommerso danneggiando così non solo le imprese turistiche tradizionali ma soprattutto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.
A fronte di fatturati/ricavi consistenti non corrispondono apporti equivalenti in termini di contributo all’erario e di sostegno all’occupazione e al
reddito”.
Secondo Federalberghi Sardegna sono necessarie subito nuove regole e soprattutto controlli. “Quelle vigenti sono obsolete, non servono più e vanno eliminate per tutti, quelle nuove servono per per proteggere consumatore, collettività, i lavoratori e il mercato”.