Il nucleo di polizia Economico-Finanziaria di Cagliari ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Cagliari nei confronti di un pregiudicato emiliano
L’uomo è stato colpito dalla misura restrittiva della libertà personale in esito alle indagini condotte dalle fiamme gialle del gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata (G.I.C.O.) di Cagliari, sotto la direzione della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, poiché risultato implicato nelle vicende relative al sequestro di oltre 11 kg. di cocaina, operato nel luglio 2017 in territorio cagliaritano, che aveva portato all’arresto in flagranza di reato di tre soggetti, tuttora detenuti.
Le attività investigative hanno, infatti, consentito di accertare che, in tale occasione, l’ingente partita di stupefacente era stata trasportata in Sardegna a bordo di un elicottero e che il velivolo era stato pilotato proprio dall’odierno arrestato, che è risultato anche il proprietario del mezzo.
Significativi elementi di riscontro al riguardo sono stati ricavati da una minuziosa analisi dei tabulati del traffico telefonico e dei messaggi scambiati, rinvenuti sulle utenze poste sotto sequestro, da una consistente ma discreta attività di osservazione svolta sul territorio sardo nei confronti dei soggetti implicati nella vicenda, dall’audizione di diversi testimoni e dall’acquisizione dei filmati di videosorveglianza delle aree interessate dall’importazione della cocaina sull’isola.
Nel corso delle indagini, è emerso, altresì, lo spessore criminale del soggetto catturato che, oltre ad essere gravato da una lunghissima serie di condanne per reati di svariata tipologia, risultava, contemporaneamente, implicato in un rilevantissimo contrabbando di tabacchi lavorati esteri.
In particolare, l’emiliano, assieme ad altri due soggetti moldavi, era risultato coinvolto nella realizzazione di una vera e propria manifattura clandestina di sigarette allestita all’interno di un capannone, ubicato nel pavese, attrezzato con macchinari industriali utilizzati per la produzione e l’impacchettamento di sigarette da immettere poi sul mercato.
La scoperta della “fabbrica di sigarette” – che da un punto di vista investigativo non annovera precedenti di pari livello – era possibile grazie ad un blitz organizzato dalle fiamme gialle cagliaritane e pavesi che, in data 22 novembre 2017, facevano irruzione in un capannone industriale ubicato a Sannazzaro De’ Burgondi (PC) scoprendo l’opificio clandestino e sequestrando oltre 35 tonnellate di tabacchi lavorati esteri.
In tale occasione, il pilota veniva sorpreso, unitamente ai due cittadini moldavi, nei pressi del casello autostradale di Casei Gerola sull’autostrada A7, nel corso di un trasporto di un carico di 12 tonnellate di sigarette di contrabbando prodotte nella fabbrica clandestina.
I tre venivano tratti in arresto ed associati al carcere di Pavia. Uscito dal carcere il 30 aprile u.s. e posto agli arresti domiciliari, veniva, nella giornata di ieri, attinto dalla predetta ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Infine, gli investigatori del G.I.C.O.., grazie ad una mirata ed incisiva attività di polizia economico-finanziaria, hanno potuto, altresì, ricostruire il patrimonio dell’indagato, risultato essere un soggetto di fatto sconosciuto al fisco, ed individuare beni di significativo valore economico rientranti nella sua disponibilità ma intestati a soggetti “prestanome”, tra cui proprio l’elicottero utilizzato per il trasporto della cocaina, che è risultato intestato ad un trust di diritto straniero.
Gli accertamenti economico-patrimoniali sono poi stati estesi a tutti coloro che in qualche modo risultavano aver “agevolato” l’emiliano nel mascherare la titolarità del suo patrimonio.
In merito, di particolare e pregevole importanza si sono rivelati i supporti operativi del servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della guardia di finanza e della direzione centrale per i servizi antidroga (D.C.S.A..); in particolare, la D.C.S.A. ha fornito preziose informazioni in merito alla reale proprietà in capo al proprietario dell’elicottero sequestrato risultato l’attuale soggetto ristretto.
Nel dicembre scorso era, così, possibile individuare e porre sotto sequestro beni risultati nella disponibilità di quest’ultimo in maniera “sproporzionata” rispetto ai propri redditi ed aventi un valore di circa mezzo milione di euro.
Tra questi figuravano, oltre all’elicottero, quattro autovetture, di cui tre di fascia alta, nonché le quote di due società di capitali.
Tale misura ablativa veniva disposta d’urgenza dalla D.D.A.A. cagliaritana nei confronti dell’indagato, per evitare che lo stesso, certamente allarmato a causa della vicenda dei tabacchi di contrabbando e per le possibili conseguenze sul proprio patrimonio, potesse sottrarli per sfuggire, in caso di condanna, alla successiva confisca.