Illustrissimi “Signori, voi mi fate solo tristezza”. Voi del Movimento zona Franca Sardegna, dimostrate ogni giorno di essere peggiori dei politici Sardi attualmente al governo regionale.
Entrare in politica significa abbassarsi, accettare le regole di un gioco infantile che vi obbliga ad umiliarvi. Eppure il Palazzo di Via Roma in Cagliari attira ancora qualcuno, specialmente la gente del Centro Sud Italia, che per un lauto stipendio, sarebbe pronto ad accaparrarsi la licenza di illusionista zona franchista.I sardi sono disgustati dall’attività parassitaria dei partiti e evitano persino di andare a votare, ma c’è di più: il 30 % rinuncia a curarsi perché vive sotto la soglia di povertà. E’ una vera vergogna.L’affluenza alle urne è diminuita paurosamente, essendo scesa addirittura sotto il 50 %. E voi che fatte? Non esitate ad autoproclamarvi illusionisti del benessere sociale attraverso le vostre lettere d’intenti.
Oggi la Sardegna non ha più un leader degno della sua bellezza: la paragono ad una principessa priva del suo cavallo bianco, ma, fatto ancor più grave, è anche senza il suo cavaliere. Il centrodestra in Sardegna campa alle spalle delle disgrazie del Partito Democratico. A Cappellacci va dato il merito di aver iniziato e concluso il percorso sulla zona franca Integrale, ma anche lui, seguito dai luminari del vostro movimento, è incappato in errori procedurali. Eppure la Regione Autonoma della Sardegna ha un suo Ufficio legale pagato dalle tasse dei sardi.
Pertanto, restiamo ancorati a schemi obsoleti che non consentono un minimo di agilità nella gestione della cosa pubblica e l’ideologia comunista resiste barricata nella sua corazza costruita alle spalle d’imprenditori stoici. I Sardi si lamentano ma non riescono ad incidere, capiscono poco o nulla di Zona Franca e, sia pur malvolentieri, talvolta si fidano di chi in pubblico ha il coraggio di raccontare fesserie in lungo e in largo sulla Sardegna.
Risultato: il Pd si è sgretolato, è impegnato in liti da ballatoio che lo rendono simile ad un pollaio difficilmente frequentabile dagli elettori. Il centrodestra si è sfasciato da tempo: Forza Italia spappolata, Fratelli d’Italia è inchiodato al 4 % e la Lega è una macchina da guerra al Nord, tuttavia con i suoi 100 mila voti inizia ad alzare la voce anche in Sardegna.
Se diamo il lavoro fin qui svolto dei capi del Movimento Zona Franca, ci deprimiamo. Ci sono gli Aureli, gli Scifo, i Randaccio, gli Albano e gli Uras, per amore del cielo persone perbene, ma che concretamente, a parte qualche apparizione in Tv contano zero: persone rifugiatesi nella tana Zona franchista per cercare un po’ di gloria. Non è neanche da escludere che qualcuno di loro, magari in prospettiva delle future elezioni regionali del febbraio 2019, aspiri a conquistare un seggio nello splendido Palazzo di Via Roma, ma, purtroppo, per alcuni di loro, i conti non sempre tornano, come, in effetti, alle passate elezioni regionali, è accaduto a Maria Rosaria Randaccio.
Onestamente non è possibile chiedere al popolo sardo di essere rappresentato proprio da esponenti che non sono stati in grado di garantire una conduzione tecnica amministrativa responsabile, indispensabile per concludere l’iter della Zona Franca su un piccolo paesino nelle meravigliose valli del Meilogu, Giave. Si agitano, litigano, pretendono di emergere, fanno a gara per andare in Tv per arrivare chissà dove, ma, purtroppo per loro, non sarà facile spiccare il volo verso il palazzo regionale di via Roma.
Figuriamoci se possono ambire a ricoprire posti chiave regionali, per programmare una seria politica economica fiscale in una Sardegna ormai allo sbando e frequentata per di più da persone tristi che odiano l’imprenditoria. Mi è bastato sentirvi parlare, in qualche convegno zona franchista, per capire che siete proprio inadeguati in politica e per di piu’ qualcuno di voi, con laurea in Giurisprudenza, siede nei tavoli a fianco di chi pubblicamente è ostile alla zona franca in Sardegna.
Sarebbe opportuno, che la vostra ambizione, viceversa, miri a ricoprire altri ruoli, visto che sognate solo di denigrare e sotterrare chi ha dimostrato con i fatti che la Zona Franca si può ottenere senza il sostegno di TV e carta stampata, vedi risposta Q8 Spa al comune di Giave. Sul versante opposto siamo fermi all’egocentrismo acuto di Maria Antonietta Uras, donna ostaggio della sua incolmabile ignoranza in materia di zona franca, ma che assieme a personaggi zona franchismi è sempre pronta ad apparire in giro per la Sardegna, ma di concreto, niente di più, alla luce dei risultati fin qui ottenuti.
Dove sono e quali sono i comuni con la Zona Franca Integrale o al consumo? Niente, zero assoluto!
Allora chiediamoci perché la politica non attira più la borghesia illuminata e neppure quella spenta. Esistono in Sardegna movimenti seri e democratici che tutelano i diritti sei sardi e uno tra tutti è “Alleanza dei Sardi in Zona Franca”, con circa 6.500 iscritti. Gli altri acchiappano i mediocri, gli ex dipendenti e qualche sprovveduto tributarista che chiede 400 € per la richiesta di esenzione I.V.A. Mi fatte solo tenerezza.
E da costoro c’ è da aspettarsi soltanto qualche gaffe, per esempio quella dell’illuminato Paolo Aureli che nella sala gremita di Ittiri consiglia all’onesto artigiano la doppia contabilità in materia di imposte e cosi si sfida l’Agenzia delle Entrate. Pazzesco!
E dal momento che l’imprenditore si ritrova una verifica fiscale, che fa? Si defila come un topo minacciato dal gatto. In altri termini, il seggio di tribuno del popolazzo è scaduto a “refugium peccatorum” e i miei concittadini Sardi più avvenuti e provveduti, che soffrono tutti i giorni per l’impreparazione di una classe politica attualmente al comando, io, Alessandro Marini, cosa devo pensare di voi?
C’è da riflettere sul fatto che la Zona Franca va di male in peggio, convinti come siete che essa sia una vostra proprietà intellettuale. Vi sbagliate di grosso. Noi persone normali e di buon senso dobbiamo fare i conti ogni dì, e il saldo, grazie alla vostra impreparazione, è sempre negativo.
In circa otto anni non siete nemmeno riusciti a concludere un iter amministrativo in uno dei tanti comuni della Sardegna (Domusnovas, Giave, Quartu) nei quali vi siete proposti come salvatori della patria, promettendo benessere sociale a tutti indistintamente. Chi si aspetta lumi dal Movimento Zona Franca o possibili novità dalle elezioni di febbraio 2019, o è un ingenuo o un fesso.
Una cosa, tuttavia, è certa: in Sardegna la Zona Franca potrà vedere la luce solo grazie a quelle persone che professionalmente sono nate e cresciute nell’isola, di fianco alle sofferenze di famiglie e imprenditori distrutti da un fisco opprimente.
Alessandro Marini