Nel capoluogo sardo il montatore e regista presenterà il suo ultimo film e terrà una masteclass sul montaggio nel cinema.
L’appuntamento è venerdì 18 e sabato 19 maggio, quando Jacopo Quadri sarà nel capoluogo sardo in una doppia veste: il 18 alle 21 nel Cinema Greenwich d’essai, di via Sassari 67, presenterà in anteprima regionale il film da lui diretto “Lorello e Brunello” (Italia, 2017, 86′), un documentario che segue per un anno intero, lungo le quattro stagioni, la vita di due gemelli contadini nella Maremma toscana: Lorello e Brunello Biondi.
Il giorno dopo, dalle 10,30, negli spazi della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta, 2, Quadri terrà una masteclass gratuita sul montaggio nel cinema: metterà a disposizione dei partecipanti l’esperienza della sua carriera trentennale maturata non solo in ambito nazionale ma anche internazionale (Quadri è stato montatore del film premio Oscar “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi e di tutti i film di Mario Martone). Sarà un viaggio lungo un itinerario che illumina il lavoro, poco conosciuto, ma in realtà decisivo, di chi conferisce al film quella che sarà la sua forma definitiva. Quella che giunge infine agli occhi del pubblico.
Per iscrizioni alla masterclass del 19 maggio si può scrivere a: [email protected].
Informazioni: www.cagliarifilmfestival.it
Cagliari Film Festival è realizzato con il contributo della Fondazione di Sardegna.
Jacopo Quadri è montatore di oltre 80 film.
Oltre ad aver montato tutti i lavori di Gianfranco Rosi e Mario Martone ha collaborato, tra gli altri, con Bernardo Bertolucci, Paolo Virzì, Marco Bechis, Alessandro Rossetto, Zhang Yuan, Apitchapong Weerasethakul, Paolo Rosa, Francesca Archibugi, Renato De Maria, Stefano Mordini, Roberta Torre, Lais Bodansky, Mohammed Soudani, Federica Di Giacomo, Roberto Andò, Laura Bispuri.
Con Antonietta De Lillo e Patrizio Esposito ha diretto il documentario Saharawi, voci distanti dal mare (1997), e con Mario Martone La terra trema (1998) e Un posto al mondo (2000). Ha realizzato il cortometraggio Marisa (2000) a seguito della serie sperimentale Statici (1994-1999) lavorando su materiali di archivio e di found-footage.
Nel 2014 dirige e produce il documentario lungometraggio La scuola d’estate, sul lavoro di Luca Ronconi e i suoi allievi attori. Nel 2015, insieme a Davide Barletti, realizza Il paese dove gli alberi volano, un film su Eugenio Barba e l’Odin Teatret.
Produce, inoltre, il cortometraggio Molly Bloom di Chiara Caselli, tratto dall’Ulisse di James Joyce.
È presidente dell’Associazione Ubu per Franco Quadri che organizza annualmente i Premi Ubu per il Teatro. Dal 2013 dirige la Ubulibri srl, prosecuzione ideale della casa editrice Edizioni Ubulibri.
Lorello Brunello (ITA, 2017, 86′),
Lorello e Brunello Biondi, gemelli, vivono da soli nel podere dove sono nati ai Pianetti di Sovana, in Maremma, una campagna dura e ventosa. Il lavoro, senza mai un giorno di pausa, è una condizione naturale che non si mette in discussione. Eppure sono in perdita, così non ce la fanno: hanno 400 pecore e 100 ettari di terra, ma il latte vale sempre meno e il grano peggio. Vedono prosperare intorno a loro l’economia dei grandi viticoltori oggi proprietari del latifondo, sconfitto un secolo fa dai loro nonni.
Altri Biondi sono i protagonisti con Lorello e Brunello di questa storia contemporanea: Ultimina, che li ha visti nascere e accompagna i loro mille lavori, Giuliano che non riesce a governare i maiali, sua mamma Wilma che vorrebbe ribellarsi a quella miseria. E ogni sabato Mirella, la fidanzata rumena di Brunello che lavora in un paese vicino, cucina e pulisce, ma non può fermarsi a dormire.
In quattro parti, dall’estate alla primavera, il film segue per un anno la vita dei gemelli Biondi e dei vicini di podere, un giorno dopo l’altro, a mungere e vegliare, con la minaccia dei lupi che stanno ripopolando le macchie, le albe, la polvere, i recinti, il fieno, le morti e le nascite, gli animali.
NOTE DI REGIA:
Lorello e Brunello è un film sul lavoro, la terra, le stagioni. Il caldo, la siccità, la notte. Il tempo. La solitudine. In piedi ben prima dell’alba, perché lavorare così tanto? Volevo capire come vivono queste persone che lavorano e basta, senza la minima gratificazione, senza mai una gioia. Volevo vivere con loro per capire. Capire le regole della campagna, dell’allevamento, delle semine, dei raccolti. Come affrontare le tre ore quotidiane della mungitura in un frastuono di mammelle e sterco? Cosa si pensa quando si passa la notte su un trattore in un campo al buio, soli nella polvere? Pensavo che la radio potesse essere di compagnia, invece di sottofondo c’è solo rumore, e non ci si può distrarre neanche un momento perché se si prende un sasso si rompe tutto.
Questo è anche il racconto di un assedio. Abbiamo davanti agli occhi l’immagine di due contadini, lavoratori ma soprattutto esseri umani, che smettono di essere ciò che sono, ovvero attori di una propria cultura economica in continuo rapporto con l’ecosistema, nel momento in cui diventano solo produttori di merci e vengono assediati dal grande mercato globale. Insieme a loro è sotto assedio l’esistenza dell’intera dimensione di vita e di economia contadina. Il pericolo, quello contro cui continuano a lottare, non è solo il fallimento economico, è lo sgretolamento della loro stessa identità ed è a quest’atto di resistenza che ho voluto dare corpo e voce.
Lorello e Brunello non venderebbero mai la loro terra, la lavorano e vogliono continuare a farlo. Ma è la percezione del mondo visto dal piccolo podere che mi interessa, come se Lorello e Brunello fossero degli argonauti sopravvissuti allo spopolamento delle campagne, a un mondo ribaltato.