Il perito certifica la falsità in atti giudiziari in capo all’avvocato olbiese e il cerchio potrebbe allargarsi.
Stando agli atti giudiziari del procedimento penale 407/2016 a carico di Angelo Antonio Merlini, la vicenda Mater Olbia Hospital si sta facendo sempre più ingarbugliata, a prescindere dagli impegni e dalle certezze dell’assessore della Sanità Luigi Benedetto Arru che, periodicamente, diffonde in lungo e in largo fantomatiche certezze, secondo cui l’ospedale privato dovrebbe aprire i battenti alla fine del corrente anno.
Conferme, parole rassicuranti o tentativo di “mascherare” una realtà che, con il passare dei mesi, tende a diventare sempre più ingarbugliata? Non sappiamo ed è difficile capire quali siano le reali strategie della Qatar Foundation Endowment, visto che il suo nuovo portavoce in Italia, oramai dimissionato dal ruolo di Manager, Lucio Rispo, non è che abbia espresso certezze sulla data dell’apertura della struttura sanitaria.
Non va dimenticato, comunque, che su queste colonne rimarcammo a più riprese come l’apertura del “Mater Olbia Hospital”, sotto il profilo pratico, appariva piuttosto complessa per il caso dei 60 ettari di terreni confinanti, appunto, con quelli di proprietà del Qatar.
L’onorevole Giorgio Oppi nelle sue dichiarazioni si è dimostrato persona seria e concreta. In piu’ riprese, infatti, aveva rimarcato che al Mater Olbia esistevano delle problematiche, confermate anche dal Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin su apposita interrogazione parlamentare dell’onorevole Roberto Capelli. Oggi, quindi, si deve riconoscere che Giorgio Oppi aveva ragione da vendere.
Tanto per rimanere in tema, su questo fronte, nelle ultime 48 ore, si è aperto un clamoroso capitolo giudiziario che non mancherà di portare alla luce vecchie questioni legate proprio a quei 60 ettari di proprietà del manager Alessandro Marini. Sessanta ettari che il Marini aveva acquistato dal pastore Mulas, che ne divenne proprietario di fatto a titolo originario.
L’avvocato Merlini, sempre proclamatosi avvocato del Qatar ha presenziato in tante udienze al Tribunale di Tempio Pausania, al fine di opporsi agli atti depositati dal Marini, sostenendo che proprio quest’ultimo, su quei terreni, non poteva vantare alcun titolo di proprietà.
Basti solo pensare che Rispo, Merlini e Giovannelli tentarono di incastrare il manager logudorese. Con la loro tesi accusatoria, allegando degli atti notarili comprovanti, da parte della Qatar Foundation Endowment, sostennero la proprietà dei 60 ettari (Dichiarazione del Marini). Ovviamente il Marini, tramite i suoi legali contestò la cronistoria degli eventi specificati dall’avvocato Merlini, puntualizzando, per giunta, che innumerevoli firme depositate dal Merlini su molteplici documenti, erano da ritenersi false, apocrife.
La Procura della Repubblica, in un primo momento, decise di archiviare il caso contro l’avvocato Merlini che, nel frattempo, aveva fatto pervenire agli uffici giudiziari un atto che successivamente è risultato anch’esso con firma contraffatta.
Da parte della Procura della Repubblica fu richiesta l’archiviazione puntualmente opposta da Alessandro Marini, che chiese al Gip, Dott. Andrea Pastori, il proseguimento delle indagini e contestuale fissazione dell’udienza processuale. Tutte le richieste del Marini sono state pienamente accolte dal Giudice del Tribunale di Tempio, ed ora gli atti facenti parte del fascicolo incastrano l’avvocato olbiese. Da questi atti nei quali le firme sugli atti depositati dall’avvocato Merlini contro Marini, secondo il perito calligrafo sono da ritenersi false, apocrife.
Il Giudice delle Indagini Preliminari Dott. Andrea Pastori ha fissato udienza preliminare al 18 settembre 2018, con l’avvocato Angelo Merlini imputato e Alessandro Marini parte offesa.
Che dire, a questo punto? Un duro colpo per la commissione Sanità a guida PD e, soprattutto, per il sodalizio olbiese Rispo e Merlini. Ora non ci resta che attendere gli eventi giudiziari e, secondo voci di corridoio, non è da escludere che la lista degli imputati possa aumentare.