Pierpaolo Baingiu e il racconto di una vita “Senza Fiato” in compagnia della fibrosi cistica in tournée da lunedì 7 maggio tra Valle d’Aosta, Piemonte e Veneto: la pièce multimediale firmata Teatro del Segno affronta un tema delicato e complesso con umorismo e leggerezza intrecciando dettagli clinici e piccole tragedie del quotidiano, tra cronache di ordinaria (in)sensibilità e accenti surreali.
Sotto i riflettori – insieme al protagonista – l’attore e regista Stefano Ledda, che leggerà alcuni frammenti poetici “a tema” e il sassofonista Luciano Sezzi che eseguirà dal vivo la colonna sonora, per un insolito itinerario alla scoperta della FC: Pierpaolo Baingiu, autore e interprete dell’originale “monologo satirico” descrive i momenti critici di un’esistenza caratterizzata dai sintomi e dagli ancora più invasivi ricoveri e interventi e complicata da questioni burocratiche e distanze geografiche.
“Senza Fiato / Una risata vi seppellirà. A me la fibrosi cistica. (Forse)” sarà in scena lunedì 7 maggio (in replica giovedì 10 maggio) alle 9.15 al Teatro Cittadella dei Giovani (in viale Giuseppe Garibaldi 7) ad Aosta in due matinées per le scuole, martedì 8 maggio alle 20.30 al Teatro dell’Istituto Santo Spirito (in via Don Bosco 4) ad Acqui Terme (in provincia di Alessandria) e infine venerdì 11 maggio alle 20.30 nella Sala Carmeli (in via Galileo Galilei 36) a Padova.
Focus sulla malattia genetica ereditaria (dovuta ad alterazioni del gene CFTR) che colpisce in Italia un neonato su 2500/3000 (una persona su 25 è portatrice sana della malattia e una coppia di portatori ha una probabilità su quattro di generare un figlio malato): una malattia che toglie il respiro, perché altera le secrezioni rendendole più dense, disidratate e poco fluide, con il conseguente danno per i vari organi – in primis polmoni e pancreas. Si parlerà dei progressi della ricerca, dell’importanza dei presidi medici e delle terapie esistenti, del ruolo chiave dei trapianti, dell’aspettativa e della qualità della vita dei malati – fortemente migliorate negli ultimi decenni.
Uno sguardo capovolto sulla realtà che mette a confronto la diversabilità con la cosiddetta “normalità” tra i paradossi del sistema e paure e pregiudizi, attraverso una testimonianza in prima persona sul vero significato di un’esistenza vissuta pericolosamente… “fino all’ultimo respiro”.