Lettera dell’autore Pietro De Montis.
La politica è cosa seria. Lo è ancora, per fortuna, ed il Presidente Mattarella, questa sera, nella sua austerità – formale e sostanziale, grazie a parole taglienti e precise – ha saputo ribadirlo in modo inequivocabile. Forse con uno stile distante dalla simpatia e dal calore di altri inquilini del Colle – che nel mio immaginario ancora possiedono affascinanti pipe o vigorosi picconi – certamente non con meno limpidezza ed onestà intellettuale, è giunto tuttavia alla sola conclusione possibile: certificare il fallimento e l’incapacità dei partiti politici in questo Paese, sorti sia dalle ceneri della cosiddetta “Seconda Repubblica” – tutt’ora vincolati ad alleanze di dubbia omogeneità programmatica – sia dalla fantomatica quanto assurda “Terza Repubblica”, che ha visto la luce più nei “desiderata” dei numerosi ed improvvisati arruffapopoli di cui pullula lo Stivale che in oggettivi riscontri di carattere giuridico, non essendo mai giunta a realizzazione neanche la precedente.
Se un Governo “del Presidente” vedrà la luce, confido sia realmente efficace per compensare la totale irresponsabilità manifestata in due mesi di completo stallo Istituzionale, sulla pelle della gente.
Sin dai primi giorni dopo il voto, avevo espresso la più totale sfiducia relativamente ad accordi che si sarebbero via via rivelati impossibili da realizzare ( tra le più contraddittorie, imbarazzanti e spesso assurde dichiarazioni di politici Nazionali e locali ) e tale condizione ritenevo fosse chiara proprio in funzione dell’anomalo bipolarismo che in questo Paese – con il voto del 4 Marzo scorso – purtroppo ha avuto la possibilità di realizzarsi, cioè tra Populismo e Qualunquismo. Spiace essersi rivelati moderne “Cassandre”, ma davvero – in questo caso – non vi sarebbe stata “profezia” più semplice, largamente preannunciata dagli errori – vistosi ed imperdonabili – che hanno portato i Moderati, da 24 anni a questa parte, in una funzione di subalternità sia all’una che all’altra esperienza, a rischio della completa ( e ritengo prossima ) estinzione. Credo sia solo questione di tempo…
Come ho scritto nel mio ultimo libro, abbiamo colpevolmente gettato “il Sestante sul fondale” di un mare in piena tempesta ed ora ci ritroviamo senza rotta e – cosa ancor più grave – senza timoniere.
Non resta che attendere gli eventi. Un ultimo ed improbabile “sussulto di dignità” di questi pseudo-partiti, cosa che comunque continuo ad auspicare per il mio Paese, oppure un Governo del Presidente – soluzione che avevo sin dall’inizio caldeggiato – per rimettere in pista una riforma elettorale seria, possibilmente affidata ad un Giurista di fama, oltre che per gestire le incombenti emergenze finanziarie dei prossimi mesi. Nella speranza che qualcosa finalmente cambi, possibilmente in meglio, pur senza troppe illusioni.
Siamo in Italia: non dimentichiamo i due mesi appena trascorsi, quando ci permettiamo di giudicare altri Popoli con ingiustificata alterigia e supponenza.