La parola spread è tornata a farsi sentire da quando la situazione politica italiana si è mostrata ancora lontana da una chiara definizione.
Il termine spread indica sostanzialmente il divario fra i titoli di Stato italiani e gli equivalenti titoli tedeschi (sulla scadenza di 10 anni), presi come indicatore standard dal momento che l’economia tedesca è solida e stabile. Il valore dello spread, cioè del valore dei titoli di uno stato, si traduce con lo stesso stato di salute dell’economia di un paese: l’Italia oggi non naviga in buone acque. E, sostanzialmente, oggi prestare soldi all’Italia è rischioso.L’incertezza italiana e la formazione di un governo che è, forse, poco in linea con le idee dell’UE hanno fatto alzare questo valore, scatenando il panico fra operatori finanziari, politici, economisti. Anche i più prudenti investitori sul web, quelli che si dedicano al trading online o a puntate su siti come bonus-senzadeposito.it, quindi, sono corsi ai ripari congelando qualunque mossa, restando in paziente attesa. Collegato direttamente allo spread c’è il debito pubblico (che l’anno scorso era pari a 63miliardi di euro), che costringe lo Stato a pagare maggiori interessi a chi ha acquistato i suoi titoli, cioè per finanziare il suo debito.
Come si traduce sulle tasche degli italiani l’aumento dello spread?
L’aumento dello spread ha ripercussioni veloci sul sistema economico, sui conti delle aziende italiane e quindi sul portafogli di ogni cittadino. Un aumento dei tassi d’interesse rende meno accessibili i crediti alle ditte, rendendole di conseguenza meno competitive rispetto a quelle di altri paesi. Contemporaneamente aumenta anche il costo del mutuo e di tutti i prestiti per il privato cittadino, innescando nuovamente situazioni di crisi su acquisti e investimenti in generale, sia piccoli che grandi.
Chi ha un mutuo a tasso variabile (calcolato sulla base del tasso interbancario Euribor variabile, più una maggiorazione a discrezione della banca) risentirà di questi cambiamenti, al contrario di chi ha invece (fortunatamente) un mutuo a tasso fisso. Le banche italiane possiedono infatti 300 miliardi di titoli di Stato e lo spread di conseguenza incide sui bilanci della banca, che è inevitabile cerchi di recuperare dai suoi clienti.
Lo spread oggi è di 235 punti e si traduce su ogni attività finanziaria ed economica. E anche se al piccolo investitore può sembrare positivo perché può investire a un tasso più alto, i rischi aumentano e quindi il prezzo del titolo di fatto cala e non è più conveniente rivendere prima della scadenza.
Perché la politica incide sullo spread
La situazione critica politica che l’Italia sta attraversando oggi incide sui titoli di Stato perché questioni cruciali come l’uscita (o meno) dall’euro e la richiesta di annullare parte del debito pubblico in mano oggi alla BCE non erano stati toccati dai partiti di maggioranza. Lo spread quindi è aumentato e la richiesta di un ministro dell’Economia, apparentemente almeno, anti Euro ha dato un’impennata al valore.
L’intervento di Mattarella che ha rifiutato la candidatura della proposta di Lega e M5S ha oggi frenato questa impennata, poiché questo stato di ambiguità è stato messo in standby. La paura però continua a rimanere perché sicuramente questo sarà un tema centrale nelle prossime elezioni. Sui mercati non ci sono certezze, ovviamente ma il fatto che chi ha investito in euro si veda ritornare il proprio investimento in lire, non piace.