Sanità Oristanese al collasso

Sanità Oristanese al collasso. Criticità sempre più evidenti minano dalle fondamenta il diritto dei cittadini ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Personale Medico e delle professioni sanitarie, allo stremo delle forze, pronto ad alzare bandiera bianca.  La scrivente Organizzazione Sindacale prende atto che la pazienza e la speranza, cui dopo i diversi incontri avuti a livello di Assessorato alla Sanità e di Direzione Generale ATS, si era lasciato spazio, erano decisamente fuori luogo. A livello Oristanese gli effetti della riforma sanitaria e della creazione del mostro ATS appaiono a dir poco disastrosi. Qualcuno potrebbe dire a questo punto che se Atene piange Sparta non ride.

Pochi o assenti sono infatti i cori osannanti a festa e fin dove orecchio ode non si sentono altro che gemiti, urla o lamenti. Solo i cori degli uffici stampa della regione e dell’ATS plaudono e spargono incenso sulla riforma ma, li si può capire, perché sono pagati per fare quello. Fatto sta che nella realtà oristanese, nell’imbarazzante torpore della politica locale, fatto salvo qualche fatuo urlo di circostanza, si va consumando un autentico delitto a carico dei LEA e dei diritti dei cittadini alla salute.

Ma non basta, contestualmente si va ad infangare la dignità professionale dei lavoratori a tutti i livelli che vengono abbandonati come stracci appesi ad un filo sotto una tempesta di pioggia, grandine e fango. Lasciati soli di fronte ad una situazione sempre più insostenibile. Organici ridotti si trovano a far fronte a istanze di salute provenienti da un numero sempre maggiore di cittadini.

La salute del lavoratore, di cui a parole si vuole garantire l’incolumità fisica, viene continuamente messa a rischio da ritmi di lavoro sempre più massacranti. A fronte di tutto ciò non vengono previsti premi morali o materiali, bensì vengono perpetrati e posti in essere dei veri e propri scippi, non ultima la detrazione d’ufficio di 30 minuti per una pausa pranzo che praticamente non può mai venire presa e quando pure venisse presa si riduce a trangugiare malamente e in piedi un boccone in fretta e furia, perché non vi sono né tempi né luoghi disponibili per farlo come si deve. Ancora! Cancellazione dal cartellino del plus orario maturato al 31/12/2017. Un plus orario che non si è mai potuto recuperare. C’è chi rischia di vedere sparire anche oltre 2000 ore di lavoro in un attimo.

LAVORO USURANTE. LAVORO MASSACRANTE. RUBATO E DISCONOSCIUTO.

Questa situazione non può più essere sopportata in silenzio, per il bene degli operatori e dei pazienti. Il nostro Sindacato difenderà, in tutte le sedi civili e penali e in tutti i gradi di giudizio, i diritti dei lavoratori che rappresenta.  Ma perché urlare allo scandalo, quali sono i fatti che ci portano ad inveire contro questa riforma sanitaria? Invitiamo i dubitosi cogitabondi a guardarsi attorno. Prendiamo dei dati ad esempio.

Ospedale San Martino di Oristano.

Cardiologia. Gravi carenze di personale non consentono di portare avanti l’attività programmata, ma solo di fronteggiare le urgenze. Dovrebbe avere un organico di 19 medici, ne annovera invece solo 12 e può garantire la attività di emodinamica solo h 6.00, cioè, gli infartuati possono essere trattati al San Martino solo dalle 8.00 alle 14.00, mentre nelle altre fasce orarie si deve andare altrove.

Oncologia. In attesa di diventare Struttura complessa, si avvale dell’opera di soli 3 dei 4 medici previsti e del Responsabile. Trasferimenti, gravidanze, contratti non rinnovati ne hanno falcidiato continuamente l’organico e i pochi medici superstiti si sono trovati talvolta anche solo in 2 a fronteggiare carichi di lavoro massacranti, accumulando eccessi di orario mai recuperati, né recuperabili.

Oncoematologia. Attività presente all’interno della struttura di oncologia, prevederebbe in organico 4 medici mentre attualmente prestano servizio 3 medici di cui uno solo a tempo indeterminato. Anche qui trasferimenti, gravidanze, contratti non rinnovati hanno falcidiato continuamente l’organico e i pochi medici superstiti si sono trovati spesso a lavorare anche solo in 2 e accumulare eccessi di orario mai recuperati, né recuperabili.

Pediatria. Presenta gravi carenze di organico: Mancano all’appello 3 medici e, con l’andata in pensione del primario verrà a mancare nella struttura la figura del neuropsichiatra infantile e non sarà più possibile effettuare e leggere EEG pediatrici.

Medicina. Gravi carenze di organico medico e infermieristico creano gravi problemi nella gestione dei pazienti ricoverati.

Nefrologia. Anch’essa presenta gravi carenze di organico. Mancano in organico 3 medici e non potrà più far fronte ai ricoveri ordinari in urgenza da Pronto Soccorso.

Gravi carenze d’organico medico e infermieristico presenta la Chirurgia, costretta a ridurre la quantità di interventi programmabili e ad allungare le liste d’attesa; la Radiologia, il Pronto Soccorso ed il Laboratorio Analisi.

A livello di Ospedali periferici poi l’organizzazione è ancora impastrocchiata, con il Pronto Soccorso di Ghilarza che ancora viene dichiarato tale e rimane aperto, con grave rischio per gli operatori e per i cittadini che rischiano di non trovare risposte adeguate ai loro problemi.

Tutti i settori si presentano estremamente sguarniti di personale e in grave sofferenza. L’attività assistenziale si trova ulteriormente penalizzata dalla carenza di personale a livello del Dipartimento dei Servizi e ciò aggiunge ulteriore impatto negativo alla capacità di fornire assistenza.

In nome di cosa è stato fatto tutto ciò? Qual è stato il primum movens che ha innescato questa “macchina infernale”: la Qualità e il Risparmio. Ovvero offrire prestazioni migliori a minor costo. Risultato finora ottenuto: – Qualità? NO. Può venire forse qualità dal caos? Dalla continua emergenza? Dallo sfinimento degli operatori della salute?

Minor Costo? NO. E’ stata ottenuta solo una MINORE SPESA. Minore spesa non vuol dire minor costo!

Sì perché in realtà il costo della macchina amministrativa è drammaticamente aumentato. A partire dal costo del Direttore Generale. E via via a scendere. E non si dica che a livello delle ASSL della ATS si è tagliata la figura del Direttore Sanitario e del Direttore Amministrativo, perché in realtà si sono dovute creare una serie di figure intermedie che fungessero da connettori tra i vari settori delle singole ASSL e la Direzione ATS e quindi il cosiddetto risparmio è tutto da dimostrare. Le minori spese derivano in pratica solo dai tagli alle figure assistenziali. Vedremo cosa rimarrà dei risparmi quando si inizierà, se mai si inizierà, a coprire i posti in organico rimasti vuoti. A fronte di questa mastodontica macchina organizzativa l’efficienza anche solo amministrativa del sistema non è migliorata. Non esiste certezza di responsabilità. Figure apparentemente nevralgiche nella organizzazione annaspano nella incertezza delle loro funzioni. Tutte le procedure si impantanano in un mare magnum di burocrazia confusa.

I tempi della macchina amministrativa non appaiono in linea con la necessità di fornire risposte significative e concrete in tempo reale. Il tempo degli alchimisti e dei saltimbanchi è finito! Gli operatori sanitari e la gente vogliono rispetto, fatti concreti e risposte serie. Facciamo appello a tutte le forze politiche perché si facciano carico di portare soluzioni concrete ai problemi solo parzialmente descritti. Non siamo disponibili a farci irretire da sassaiole pre elettorali surrettizie.

Attendiamo segnali concreti di svolta per il reale soddisfacimento dei bisogni di salute della gente ed il rispetto e la valorizzazione della professionalità degli operatori sanitari e, perché no, la tutela anche della loro serenità, della loro salute ed integrità fisica.

f.to dott. Luigi Curreli

Segretario Aziendale ANAAO ASSOMED ASSL Oristano

vice Segretario Regionale ANAAO ASSOMED Sardegna