L’ultima fatica letteraria di Costantina Frau, “Su Sessantotto” che è in uscita riveduto e corretto, è un romanzo che mette a nudo, non solo tutto il passato della scrittrice, ma anche quello della Sardegna interna negli anni 60. L’sola, in quegli anni era costretta a confrontarsi e a scontrarsi con un universo esterno tumultuoso, spersonalizzante, e con una realtà quotidiana in cui gli schemi e le convenzioni conosciute vengono stravolte e per i giovani di allora, capire cosa riserverà il futuro non è cosa facile. Alla studentessa universitaria Careluna, protagonista di questa storia, emigrata nella penisola carica di dubbi, di sogni e di speranze, non basterà neppure immergersi nella lettura di Gramsci, di Marcuse, di Mao, di Aldo Capitini per trovare conforto. La giovane donna sarà invece costretta a fermarsi, voltarsi verso quel privato passato agro-pastorale di provenienza, studiarlo con maggiore attenzione. L’analisi che Costantina Frau fa di un periodo cruciale della nostra storia, è emblematica e sicuramente in tanti, che in quel periodo erano costretti a lasciare la Sardegna, si ritroveranno nelle considerazioni si leggono nelle pagine di “Su Sessantotto”.
L’autrice, Laureata in lettere alla Sapienza di Roma, ha insegnato materie letterarie nelle scuole medie e ha anche pubblicato diversi romanzi storici e saggi, dedicati alla cultura sarda. Costantina Frau, attualmente risiede ad Abbasanta e oltre ad essere un’appassionata di Lingua, Storia e Tradizioni della Sardegna, ha svolto una notevole attività culturale, ha collaborato alla scrittura delle monografie su Sedilo e Abbasanta e, tra le altre opere, al Dizionario Storico Geografico della Sardegna edito da Carlo Delfino Editore. Molti suoi racconti sono stati premiati in concorsi letterari e inseriti nelle relative antologie.
La sua ultima opera letteraria, “Su sessantotto”, oltre che una scritto intimistico, è una testimonianza cosciente di un luogo geografico amato e idealizzato, dove è nata la protagonista di questa storia, che suo malgrado, è costretta a confrontarsi e a scontrarsi con l’universo esterno, tumultuoso e spersonalizzante per eccellenza, rappresentato da un anno e da un’epoca che hanno saputo cambiare il mondo.
Davanti a un tale sconvolgimento di tutti gli schemi e delle convenzioni conosciute, capire cosa riserverà il futuro, non sarà compito facile per nessuno, ma alla studentessa universitaria, emigrata a Roma, carica di dubbi, di sogni e di speranze, che proviene dall’interno della Sardegna, non sarà cosa facile.
La giovane protagonista del romanzo, sarà quasi costretta a fermarsi, voltarsi proprio verso quel privato passato agro-pastorale di provenienza, anche per studiarlo con maggiore convinzione nella sua ritrovata qualità di colonna portante, saggia, diversa, ma ancora in grado di restituire un senso alle cose.
Da tutte queste considerazioni, si capisce come Costantina Frau, di una anno molto significativo come il 1968, tragga delle conclusioni che trasferisce in questa sua splendida opera, che ci aiuterà a capire, tutto quello che ne è derivato in questi cinquanta anni di storia italiana.