Il caso delle bollette del servizio idrico della Società Acqua Vitana: ben seimila utenze interessate a Sinnai. Studio 3A invita i cittadini a far valere i propri diritti.
Sarebbe come se un Comune decidesse di aumentare la Tassa sui Rifiuti o l’Addizionale Irpef, ma questo surplus andasse a richiederlo anche a ritroso negli anni. È sostanzialmente questo ciò che starebbe accadendo, per il servizio idrico integrato, ai contribuenti del Comune cagliaritano di Sinnai. I circa seimila utenti interessati nel mese di ottobre del 2017 e di febbraio del 2018 si sono visti recapitare due fatture nelle quali il gestore del servizio, la società mista pubblico-privata Acqua Vitana, richiedeva, stando alla spiegazione data in bolletta, l’acconto sui consumi stimati per il terzo trimestre dello scorso anno e il conguaglio sui consumi, sempre del 2017, rilevati a seguito della lettura effettiva.
In realtà alcune famiglie, e i legali a cui si sono presto rivolte, hanno subito rilevato come le bollette contenessero in realtà anche somme in più chieste dal gestore in seguito all’applicazione delle nuove tariffe, pubblicate però soltanto il 7 novembre 2017 ma con decorrenza dal primo gennaio 2016, e dunque retroattive e, come tali, illegittime.
La società, anche a mezzo stampa, ha inizialmente smentito quest’accusa: il suo direttore, Alberto Cortese, aveva assicurato a più riprese come le fatture non fossero in alcun modo retroattive ma rappresentassero solo il conguaglio dei consumi sull’esercizio 2017.
Peccato però che la versione sia cambiata quando si è iniziato a “fare sul serio”. Gli avvocati a cui si sono rivolti (per ora) una buona trentina di utenti hanno iniziato a istruire le prime cause avanti al giudice di Pace nei confronti di Acqua Vitana, la quale, costituendosi in giudizio, ha dovuto ammettere che si tratta anche di tariffe retroattive, pur continuando a sostenere la legittimità del proprio operato.
Non si capisce tuttavia su quali basi perché, per quanto Acque Vitane applichi le nuove tariffe stabilite dall’Ente Acque della Sardegna, queste non potrebbero che essere pretese per il futuro e non già per il passato, come è stato più volte chiarito da innumerevoli sentenze sia del giudice civile sia di quello amministrativo. Insomma, un gran bel pasticcio che, a meno che la società non trovi una soluzione, rischia di innescare una catena infinita di ricorsi.
Nei giorni scorsi, infatti, sono numerosi gli utenti interessati che si sono rivolti anche a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, che ha una propria sede anche a Cagliari. Il suo responsabile e consulente personale per la Sardegna, dott. Michele Baldinu, ha già messo a disposizione la struttura e le professionalità della sede centrale per seguire e assistere tutte le persone che intendessero fare le proprie ragioni ed evitare questo balzello che si profila del tutto ingiustificato e indebito, contrastando questo comportamento del monopolista che si sta traducendo in un illegittimo prelievo dalle tasche dei cittadini.