Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche l’1, il 2 ed il 3 Giugno. Camerlenghi: “Ben 40 eventi solo nella giornata del 2 giugno e tutti gratuiti”.
“Ben 40 eventi solo oggi ed in tutta Italia per la Festa della Repubblica con le Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche”. Lo ha annunciato Filippo Camerlenghi, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE.
“Ad esempio in Abruzzo vedremo il piccolo Tibet che è sull’altopiano di Campo Imperatore tra il Canyon dello Scoppaturo e il Masso Aragonese, scenario perfetto per l’ambientazione di molteplici film. A Fara San Martino saremo sul versante orientale della Majella – ha proseguito Camerlenghi – in un ambiente estremamente selvaggio e panoramico, dove osserveremo il camoscio d’Abruzzo e la coppia di aquile reali che nidifica in zona. In Emilia – Romagna gara di Orienteering per famiglie nella splendida cornice del Parco del Trebbia. A Trebbo Guiglia, in provincia di Modena escursione nel Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, dove in una piccola area sarà possibile trovare una Biodiversità unica nel suo genere. La faranno da padrone le conformazioni rocciose dei Sassi, simbolo del Parco. Escursione adatta a tutti con un minimo di allenamento. Possibile a fine escursione mangiare nel Borgo dei Sassi. In Friuli Venezia Giulia a Cividale del Friuli visita ad un lacerto di bosco collinare, custode di una ricca biodiversità, legato a tragici momenti bellici, riconvertito a Parco ricreativo e circondato da pregevoli vigneti. Nel Lazio il sentiero della Natura del Museo del Fiore, nella Riserva Naturale di Monte Rufeno. Dal borgo di Ascrea si salirà sul versante sud per arrivare al fosso di valloppio fino a Fonte le Forche, sosta pranzo presso l’area attrezzata con giochi antichi, si prosegue verso i ruderi di Mirandella dove prenderemo il caffè. In Liguria Escursione tra borghi, orti, chiesette e aperta campagna, per scoprire gli angoli nascosti di San Bartolomeo, le sue antiche mulattiere e quegli scorci che non si possono notare dal finestrino dell’auto e nella routine di tutti i giorni”.
Festa della Repubblica visitando le fortezze e le trincee della Prima Guerra Mondiale a 100 anni dalla conclusione del conflitto.
“Nel giorno della Festa della Repubblica, renderemo omaggio ai caduti della Prima Guerra Mondiale, ai tanti italiani che hanno dato la vita per il loro Paese. Vedremo le Fortificazioni del Monte Sette Termini, in Lombardia. Attraverseremo la Linea Cadorna – ha dichiarato Mirko Baroni Guida Ambientale Escursionistica AIGAE della Lombardia – che dopo la Linea Maginot è il più esteso complesso difensivo del XX° secolo. Percorreremo la strada militare di allora, attraversando per la maggior parte il bosco ma incontrando inizialmente trincee scoperte con postazioni per vedette, in parte franate, in parte conservate.
Proseguendo si incontreranno scavi veri e propri nella montagna, in cui venivano ricavati ricoveri e depositi munizioni e li vedremo. Osserveremo delle postazioni per mitragliatrici dette “in barbetta” (poiché erano rase al terreno e facevano la “barba” all’erba). Sulla cima del Monte Sette Termini si capirà lo scopo di queste fortificazioni: servivano per tenere d’occhio la frontiera Svizzera, in quanto si temeva una possibile invasione tedesca da quel lato. Nella discesa percorreremo il versante interno del monte e lì osserveremo anche le postazioni di artiglieria, che sono molto ben conservate. Probabilmente per la maggior parte del conflitto ospitarono pezzi da 210 mm, che però furono spostati sul fronte attivo orientale dopo la disfatta di Caporetto. Tutto il tragitto ad anello, come detto, avverrà su un sentiero ben battuto, in alcuni tratti finali addirittura asfaltato.
Abbiamo voluto cogliere l’occasione di festa e la ricorrenza dei 100 anni dal termine del conflitto proprio per ricordare la dura vita dei soldati di allora, che spesso passa in secondo piano, quindi faremorivivere il ricordo di grandi uomini come Francesco Baracca e Giacomo Pesenti”.
Balme il paesino piemontese che da l’acqua allo spazio
“Oggi escursione a Balme, il paesino dell’acqua. L’acqua degli astronauti. Il 7 febbraio 2008, partì dalla Guyana francese lo shuttle Atlantis con il modulo Columbus contente il laboratorio spaziale – ha affermato Stefano Cerato, esperta Guida Ambientale Escursionistica – mentre il 9 marzo decollò il razzo vettore Ariane denominato Jules Verne con i primi 280 litri d’acqua contenuta in apposite sacche destinate alla stazione: un successo importante, che premiava la qualità del prodotto prescelto.
Anche l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, durante la sua prolungata permanenza in orbita conclusa dopo quasi duecento giorni di soggiorno nello spazio, si è dissetata bevendo l’acqua proveniente dall’alta val d’Ala. Balme, è il paese dell’acqua, non solo nel senso della quantità (ci sono sorgenti e fontane dappertutto), ma anche per la qualità purissima che si deve alla natura cristallina delle rocce, poco o nulla solubili. Domani in escursione mostreremo il modello Balme, nelle Valli di Lanzo, in Piemonte, dalle due centrali idroelettriche agli stabilimenti. L’obiettivo è quello di far vedere l’uso e l’utilizzo dell’acqua nei suoi più vari aspetti, da quello alimentare alla produzione di energia, dall’utilità nella produzione di prodotti locali all’irrigazione”.
UN’ACQUA SPAZIALE
“Le riconosciute caratteristiche delle acque balmesi, mantenute nelle condizioni primordiali grazie all’esiguo deterioramento dei suoli di provenienza ………,con l’inizio del nuovo millennio tornarono alla ribalta dell’opinione pubblica e della comunità scientifica. Dopo un’attenta valutazione scientifica condotta dalle commissioni congiunte dei diversi paesi partecipanti alle missioni spaziali – ha proseguito Cerato – nel luglio del 2002, la SMAT (Società Metropolitana Acque Torino), firmò un contratto con Thales Alenia Space per rifornire la stazione spaziale internazionale (ISS)della cosiddetta “acqua di volo”. Mentre l’Agenzia Russa scelse per l’invio in orbita l’acqua delle sorgenti di Sangano, la NASA si orientò su quella preventivamente disinfettata con iodio, molto più leggera e minimamente salinizzata che sgorga dal Pian della Mussa e che viene raccolta nella Centrale di Venaria.
A partire dal 2004 furono effettuati i test da parte delle agenzie spaziali e nel settembre del 2007 si avviò la produzione e il confezionamento dell’acqua da collocare sul primo veicolo spaziale (Atv, Automated Transport Vehicle). Il 7 febbraio 2008, partì dalla Guyana francese lo shuttle Atlantis con il modulo Columbus contente il laboratorio spaziale, mentre il 9 marzo decollò il razzo vettore Ariane denominato Jules Verne con i primi 280 litri d’acqua contenuta in apposite sacche destinate alla stazione: un successo importante, che premiava la qualità del prodotto prescelto.
Anche l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, durante la sua prolungata permanenza in orbita conclusa dopo quasi duecento giorni di soggiorno nello spazio, si è dissetata bevendo l’acqua proveniente dall’alta val d’Ala”.
Nel Varesotto censite 150 Grotte – Ci entreremo nel Giorno della Festa della Repubblica
“Entreremo nelle Grotte del Massiccio del Campo dei Fiori – ha dichiarato Donatella Ruggeri, Guida AIGAE della Lombardia – con un percorso che ci darà un ampio panorama sulla zona dei laghi varesini, ma lo sguardo spazierà verso le Alpi e la Pianura, in giornate terse si riesce a vedere il Monviso, Milano e oltre fino all’Appennino…. e verso Nord le valli e i monti del Varesotto e verso la Svizzera.
Cammineremo all’interno della zona carsica del Massiccio del Campo dei Fiori, le cui rocce carbonatiche hanno permesso la formazione di un importante sistema carsico. Al momento sono state censite e studiate circa 150 grotte, il percorso proposto ci porterà a vedere l’ingresso di alcune di esse. IL punto di arrivo della nostra escursione sarà il Forte di Orino, parte della Linea Difensiva Frontiera Nord Italia (più comunemente conosciuta come Linea Cadorna) e ottimo punto di osservazione. Più che di un Forte vero e proprio si tratta di una postazione, con un rinforzo di pietre e cemento, mai utilizzata a scopi bellici”.
Vedremo i fontanili dei Celti, si trovano in Lombardia esattamente nel parco della Brughiera Briantea, a Carugo, in provincia di Como. Quest’area naturale è caratterizzata dalla presenza di ben 14 fontanili, risorgive da cui sgorgano le acque di falda trattenute all’interno di un particolare tipo di roccia che prende il nome di ceppo lombardo e che funziona come una spugna”. Lo ha annunciato Loredana Testini, Guida Aigae della Lombardia. Domani in tutta Italia le Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche. Un vero successo con ben 120 eventi, addirittura 430 in soli 3 edizioni. In Lombardia i Fontanili dei Celti
“Queste sorgenti erano luoghi sacri per le popolazioni celtiche della civiltà di Golasecca che popolavano l’area insubrica intorno al V° secolo a.C.
Uno di questi fontanili, chiamato testa del Nan, dà origine alla roggia Borromea – ha proseguito Testini – che un tempo alimentava le fontane dell’omonima villa patrizia di Cesano Maderno (MB).
Nel corso della visita guidata, in programma domani 1 Giugno, parleremo della storia geologica di questo luogo, delle interessanti caratteristiche di questi fontanili e di alcune specie, ormai molto rare, che riescono a sopravvivere in questo habitat: la rana di Lataste e il gambero di fiume. Non mancherà il ricordo di alcune tradizioni brianzole legate a questi luoghi”.
Ed ecco le Dolomiti
“Sabato 2 Giugno esploreremo la foresta di Cajada, uno dei tesori naturalistici del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, nel Veneto. Raggiungeremo la facile cima del Monte Zervoi (1842 m slm), privilegiato balcone panoramico sul gruppo della Schiara. La foresta di Cajada – ha dichiarato Andrea Pasqualotto, Guida Aigae del Veneto – in fondo alla val Desedan, è talmente nascosta che si scorge a malapena dalla strada che sale per ripidi tornanti dalla valle del Piave. Appesa ad un antico terrazzo fluvio-glaciale, è uno dei tesori naturalistici e paesaggistici più suggestivi del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, anche per la sua posizione defilata. Fonte di approvvigionamento di preziosi tronchi di abete bianco, abete rosso e faggio, è riuscita a mantenere la sua integrità nei secoli, e nel secondo dopoguerra è anche scampata a spregiudicati progetti di sviluppo turistico ed urbanistico. E’ un gioiello che va valorizzato, per questo ho deciso di proporre un itinerario che prima la attraversa, e poi permette di ammirarla in tutta la sua maestosità dall’alto. La meta dell’escursione è infatti la cima del Monte Zervoi, un privilegiato balcone panoramico nel cuore del gruppo della Schiara. Oltre alla foresta in tutta la sua ampiezza, dalla vetta è possibile ammirare l’anfiteatro dei versanti più selvaggi e meno noti del Serva, del Pelf e della Schiara”.
C’è un Santuario che ha una Foresta e si tratta anche della Foresta più antica.
“ In Emilia-Romagna, per ben 3 giorni ed esattamente l’1, il 2 ed il 3 Giugno, entreremo nel cuore di una Foresta di un Santuario Francescano. Ci tufferemo nelle foreste più antiche d’Italia. Inizieremo con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, poi il 2 Giugno la celebre Foresta della Lama. Il 3 Giugno nei pressi della Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino – ha affermato Stefano Belacchi, Guida AIGAE dell’Emilia-Romagna – patrimonio dell’Umanità UNESCO. Grotte, tante grotte, sulle quali un Santuario.
Dagli antichi adoratori della dea Laverna, protettrice dei briganti e dei malfattori, dea delle grotte e del sottosuolo, ai celestiali seguaci di San Francesco che sopra a quelle grotte hanno creato il più sacro dei santuari. Queste due anime, in conflitto costante, si uniscono nella tutela della foresta, ala protettrice, nascondiglio e rifugio per i primi; luogo di contemplazione e preghiera per i secondi. E così, ad, il “Bosco delle Fate” come viene chiamata la foresta che circonda la Rupe della Verna, si conserva come uno dei più affascinanti esempi di foresta matura, popolata da alberi secolari, grandi mammiferi e minuscoli ma fondamentali insetti”.
La vetta più alta della Penisola Sorrentina – Sabato 2 Giugno
“Sabato 2 Giugno, in occasione delle Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche, in programma in tutta Italia – ha affermato Paola Napolitano, Guida AIGAE e geologo – seguiremo un percorso affascinante che attraverso una faggeta secolare raggiungerà il Molare, la vetta più alta della Penisola Sorrentina, con un panorama mozzafiato a 360°. Due guide esperte in maniera simpatica e divertente vi racconteranno curiosità geologiche, botaniche e storiche. Il Monte Faito è costituito prevalentemente da calcari e dolomie depostesi in mare poco profondo tra 160 ed 80 milioni di anni fa, che in seguito a complessi movimenti tettonici hanno raggiunto l’attuale posizione con il M. San Michele (1444 m) che rappresenta la vetta più alta dei Monti Lattari. L’assetto geologico e geomorfologico hanno fortemente condizionato lo sviluppo della vegetazione e delle attività umane nel corso dei secoli. Il bosco del Faito, caratterizzato dalla presenza di spettacolari faggi secolari, per secoli ha protetto le famose neviere, dove per secoli la popolazione locale ha conservato il ghiaccio da utilizzare durante la calura estiva, attività abbandonata solo di recente con l’avvento dei frigoriferi”.
Paola Napolitano, geologo e guida AIGAE, e Franco De Simone, guida AIGAE di Positano, conoscitore di tutti i segreti della costiera Amalfitana, uniranno le proprie esperienze per farvi scoprire questo territorio nella sua complessità ed unicità con una piacevole escursione.
In Lombardia Sabato 2 Giugno alle ore 19 e 45 in Provincia di Bergamo
A passo lento per gustare il tramonto e scoprire curiosità e storie di piante e animali della pianura coltivata, in un paesaggio che ci racconta la millenaria storia del rapporto fra uomo e ambiente. Il tutto a Bolgare, in provincia di Bergamo.
Salita notturna al Terz’Alpe – Si inizierà alle ore 17 e 30 e si andrà avanti fino alle 22 e 30 – Sabato 2 Giugno
Sabato 2 Giugno, in Lombardia, per le Giornate Nazionali delle Guide Ambientali Escursionistiche Salita serale al rifugio Terz’Alpe, appena sotto i Corni di Canzo. A seguire un aperi-cena tipico presso il rifugio e breve chiacchierata sul mondo notturno, cercando di capire e conoscere la fauna che lo abita tramite l’ausilio di audio e video per poi mettere in pratica le conoscenze acquisite durante la via del ritorno.
In Piemonte – Un Magnifico Lago – Inizio alle ore 16 – fino alle 22
Sabato 2 Giugno, in Piemonte, a Monastero di Lanzo, escursione al Lago di Monastero. Partiranno ben 2 percorsi diversi che ad un certo punto si uniranno percorrendo la strada interpoderale che porta al lago ed al Colle di Perascritta. Ambienti e paesaggi che svelano la storia delle popolazioni montane e consentono osservazioni di carattere naturalistico e geologico, oltre a un affaccio a 360° dalla pianura torinese alle valli e vette delle Alpi Graie!
Alle ore 6 e 30, poi in Abruzzo
Sabato 2 Giugno a Fara San Martino in provincia di Chieti escursione naturalistica sul versante orientale della Majella in un ambiente estremamente selvaggio e panoramico, dove osserveremo il camoscio d’Abruzzo e la coppia di aquile reali che nidifica in zona.
La Geologia del Pollino nel giorno della Festa della Repubblica
Sul Pollino si trovano molluschi risalenti al Cretacico!
“Le Rudiste erano Molluschi bivalvi a forma conica-cilindrica, vissute esclusivamente nei mari caldi del Cretacico, contribuirono con i loro accumuli-sedimenti alla formazione dei depositi “calcari a Rudiste”, per tale motivo – ha dichiarato Marco Laino, Guida AIGAE e geologo – vengono considerate ottimi fossili guida per le datazioni del Cretacico. Vivevano nei mari poco profondi dell’antica Tetide del Mesozoico. Nel Pollino come in buona parte dell’Appennino è possibile individuare grandi banchi fossiliferi che “raccontano” la storia geologica di queste montagne. Vedremo queste meraviglie il 2 Giugno”.
“Il 2 Giugno sarà un itinerario escursionistico immerso in una delle aree più suggestive del Pollino, la valle del Raganello – ha proseguito Silvio Carrieri, Guida AIGAE – camminando tra particolari paesaggi geologici e risalendo La Falconara (1656m) che ci offrirà splendidi panorami sul Massiccio del Geoparco del Pollino.
Uno straordinario itinerario escursionistico che si svilupperà nell’area delle grandi pareti calcaree della valle del Raganello, con la risalita della Timpa di San Lorenzo (1652 m) e della Falconara (1656 m). Paesaggi mozzafiato che raccontano la storia geologica del Pollino.
Ma anche la Geologia dei Nebrodi in Sicilia
“Nel giorno della Festa della Repubblica saremo ad Alcara – ha dichiarato Gioitta Natale, Guida Aigae della Sicilia – dove vedremo le numerose testimonianze dell’attività umana del passato. Percorrendo il sentiero rupestre e vecchie mulattiere si possono osservare recinti in pietra a secco, casotti e pagliai piccoli recinti anche essi in pietra con il tetto a forma di cono rovesciato ricoperti da ginestra, si giunge in un altopiano che ci regala delle vedute mozzafiato sul centro abitato di Alcara, sulle pareti rocciose che lo sovrastano e sui boschi di faggio e cerro del versante opposto. Durante il cammino non mancherà il sorvolo degli avvoltoi Grifoni che ormai dal 2001 solcano il cielo dei Nebrodi regalando grandi emozioni a tutti gli appassionati e agli amanti della natura.
All’inizio del sentiero nella parte alta del paese si possono vedere i resti del castello dell’antico centro abitato di AKARET oggi Alcara.
I ricoveri pastorali sono dei recinti in pietra a secco in buone condizioni che servivano principalmente a svernare con gli animali, poco utilizzati in primavera e in estate perchè si andava nei pascolo montani. Questo insieme di recinti, pagliai e casotti costituiscono un piccolo “villaggio” che prende il nome dall’omonima contrada chiamata Stella, il contesto in cui si sviluppa lo rende interessante in quanto si trova ai piedi del costone roccioso che sovrasta Alcara.
Durante il percorso si incontrerà un rudere chiamata casa del verme dove al tempo degli arabi veniva allevato il baco da seta da cui si ricavava un’ottima seta apprezzata dai reali del tempo.
L’affioramento di roccia calcarea dell’era mesozoica presente nel comprensorio di Alcara viene definita da molti le Dolomiti di Sicilia perché presenta cime aguzze e pareti a strapiombo, ma il motivo principale forse e collegato al fatto che durante il tramonto queste rocce si accendono di rosso suscitando cosi l’accostamento con le Dolomiti. Inoltre sono presenti diverse cavità carsiche tra queste quella più interessante e che si sviluppa dentro la montagna per circa 100 metri è la Grotta del Lauro”.