Arriva nell’isola il progetto che promuove il diritto alla salute, l’accesso alle cure e la qualità dell’assistenza
Salute Donna onlus e altre 19 Associazioni pazienti approdano in Sardegna per presentare il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”
e l’Accordo di Legislatura 2018-2023 siglato per affiancare le Istituzioni nel compito di sostenere il diritto alle cure e alla qualità dell’assistenza i pazienti.
In Sardegna oltre 70.000 persone convivono con un tumore. Per offrire una risposta sempre più adeguata alle loro esigenze e a quelle dei loro caregiverè in corso la riorganizzazione delle strutture e la costituzione della Rete oncologica.
In Sardegna oltre 70.000 persone convivono con una diagnosi di tumore e nel 2017 si sono registrati 9.000 nuovi casi (Istat 2014). Oggi a Cagliari è stato presentato il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, promosso da Salute Donna onlus in collaborazione con altre 19 Associazioni pazienti, nato per contribuire al miglioramento dell’assistenza e della cura dei pazienti oncologici e onco-ematolgici, superando le disparità che ancora sussistono tra le Regioni italiane.
Rendere più omogenea l’offerta di servizi, aumentare l’adesione agli screening e attivare la Rete oncologica sono alcune delle priorità sulle quali si sono confrontati i rappresentanti delle Istituzioni locali, i clinici e le Associazioni dei pazienti. Punto di riferimento per il dibattito l’Accordo di Legislatura 2018-2023, un’agenda delle priorità sottoposta dai promotori del progetto all’attenzione di politici e Istituzioni per aumentare l’efficacia della cura e della presa in carico dei pazienti oncologici e onco-ematologici.
«Crediamo convintamente nel ruolo delle Associazioni di pazienti e familiari nelle scelte sanitarie. E infatti uno dei primi atti compiuti come Assessore è stato quello di stringere un accordo con Slow Medicine, per un monitoraggio delle strutture ospedaliere e ambulatoriali della Sardegna»,afferma Luigi Benedetto Arru, Assessore dell’Igiene e Sanità della Regione Sardegna.
«Dal 2016, poi, l’Assessorato della Sanità finanzia il progetto Tramas, Rete dei cittadini, rivolto ad Associazioni di tutta la Sardegna. I partecipanti vengono formati e informati, così da poter dare il proprio contributo nelle scelte di programmazione sanitaria in maniera consapevole».
«La medicina moderna si sta specializzando sempre più e oggi quella di genere rappresenta certamente un importante traguardo della sanità moderna», osserva Luigi Ruggeri, Segretario della Commissione consiliare Salute e Politiche Sociali della Regione Sardegna. «Ben vengano iniziative come quella di oggi, che vedono il coinvolgimento di operatori, pazienti e Istituzioni. Dialogare e raccogliere il punto di vista dei pazienti è di importanza fondamentale per la crescita e il miglioramento qualitativo dell’offerta sanitaria».
In Sardegna emerge il bisogno di atti di programmazione che favoriscano il lavoro in rete degli operatori, il confronto e lo scambio delle migliori prassi e la condivisione del lavoro tra equipe multidisciplinari.
«La Sardegna sta vivendo un grande fermento rispetto all’oncologia –dichiara Francesca Bruder, Gruppo Melanoma e Patologie Rare, Oncologia Medica Ospedale Oncologico Businco di Cagliari – è del 30 gennaio 2018 la Delibera che mette su carta la programmazione delle attività da portare avanti riguardo la costituzione della Rete oncologica regionale.
È stato individuato nel modello del Comprehensive Cancer care Network, quello da utilizzare e nel quale è prevista una Autorità centrale per la gestione della Rete.
Il modello prevede una presa in carico multidisciplinare e l’attuazione di PDTA relativi alle varie patologie oncologiche».
Se la distribuzione delle diverse tipologie di tumore nell’isola è simile a quella nazionale, diversa è invece la sopravvivenza rispetto ad altre Regioni. «In termini di sopravvivenza la Sardegna si colloca al penultimo posto prima della Campania – afferma Giuseppina Sarobba, Direttore UOC Oncologia, Ospedale San Francesco, ATS Sardegna, ASSL di Nuoro – questo della bassa sopravvivenza è il dato più preoccupante perché ha a che con le diagnosi precoci, l’aderenza agli screening è molto ridotta, e con l’efficacia delle cure.
Altra peculiarità della Regione è il fenomeno della migrazione sanitaria passiva che si verifica sia per le lunghe liste d’attesa sia per la mancanza di trattamenti ad alta specialità».
La creazione di una Rete oncologica regionale ha come obiettivo assicurare la presa in carico totale e sul territorio dei pazienti oncologici e onco-ematologici. Secondo la complessità del caso e il tipo di tumore il paziente verrà indirizzato ad uno dei centri di riferimento regionale mentre i trattamenti successivi dovrebbero essere seguiti a livello territoriale e, laddove possibile, secondo il principio della prossimità.
«La Sardegna conta un milione e mezzo di abitanti, a ciò si contrappone l’ampiezza territoriale e la conseguente disseminazione della popolazione in luoghi impervi e non facili da raggiungere, in quanto il territorio è carente di infrastrutture e di collegamenti viari e ferroviari – spiega Giorgio La Nasa, Professore ordinario di Ematologia, Direttore SC Ematologia e Centro Trapianti Midollo Osseo, Ospedale Oncologico Businco di Cagliari – ne consegue che le priorità sulle quali dobbiamo lavorare in via prioritaria sono il potenziamento dei collegamenti e delle strade e la creazione di strutture di accoglienza per venire incontro ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie.
Questo permetterebbe tra l’altro di ridurre i tempi di ricovero e i costi sanitari e sociali complessivi».
L’Accordo di Legislatura 2018-2023 consiste in una piattaforma articolata in 15 punti che delineano ambiti e modalità operative per ottimizzare la presa in carico e garantire la massima efficacia della cura alla persona con malattia oncologica.
Quattro le tematiche più stringenti del documento varato: disparità nella qualità dei servizi assistenziali tra le Regioni, sostenibilità economica, prevenzione primaria delle malattie oncologiche, carenza di risorse umane.
«Riponiamo fiducia nell’Accordo di Legislatura 2018-2023 affinché si dia vita ad una presa in carico e cura corretta e uniforme del paziente oncologico e onco-ematologico.
Salute Donna onlus insieme alle altre 19 Associazioni pazienti si impegnano a lavorare in sinergia con le Istituzioni per garantire un nuovo Piano Oncologico basato sulla centralità del paziente e del suo percorso terapeutico, per dare effettiva attuazione alle Reti oncologiche ed Ematologiche regionali e al Registro tumori nazionale– commenta Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus –la nostra presenza oggi in Sardegna vuole significare che noi siamo a fianco dei clinici, delle Istituzioni e dei pazienti affinché l’oncologia sarda possa sempre meglio garantire a tutti i pazienti l’assistenza e la qualità delle cure».