contro tutti – si intrecciano le vicende di una umanità in disarmo.
Africa, storie, paesaggi, guerre, donne, uomini, organizzazioni
internazionali e umanitarie, migrazioni e umanità sono le vicende
raccontate in “Disarmo” il primo romanzo di GIUSEPPE DE MOLA, edito
da SEB27, che sarà presentato alla MEM di Cagliari il prossimo 22
giugno alle ore 17:30. Dialogheranno con l’autore CORNELIA I.
TOELGYES, vicedirettrice di Africa-ExPress, YASMINE ACCARDO, referente
nazionale dei territori della campagna LasciateCIEntrare, FRANCESCA
MAZZUZI, referente sarda della campagna LasciateCIEntrare.
Appuntamento nella Sala Eventi al primo piano della MEM – Mediateca del
Mediterraneo, in via Mameli 164 venerdì 22 giugno alle 17:30. Ingresso
libero. L’evento è organizzato da CAMPAGNA LASCIATECIENTRARE in
collaborazione con CEDISE e il PRESIDIO PIAZZALE TRENTO.
GIUSEPPE DE MOLA. Da anni è impegnato nel campo delle migrazioni in
Italia e all’estero – tra i vari paesi Yemen, Sudafrica e Sud Sudan.
In questo suo primo romanzo, così come già nella precedente raccolta
di racconti Distanze (Besa, 2012), lo spunto mediato delle sue
esperienze professionali lascia il campo alla ricerca narrativa.
Attualmente è referente migrazione per Medici Senza Frontiere Italia e
curatore del rapporto “Fuori campo. Insediamenti informali,
marginalità sociale, ostacoli all’accesso alle cure e ai beni
essenziali per migranti e rifugiati”.
DALLA QUARTA DI COPERTINA – Più storie s’intrecciano o appena si
sfiorano condividendo il desolante spazio geografico di un’Africa non
precisata – non importa – sconvolta da violenze decennali di tutti
contro tutti. In questo paesaggio di fango e acqua, che suggerisce
l’isolamento come sola concreta difesa concessa, si muovono i suoi
abitanti: donne e uomini che cercano di sopravvivere seguendo pascoli
che appaiono e scompaiono al susseguirsi delle stagioni; un governatore
che tenta di contrastare il caos che lo circonda; le ombre, tra loro
quasi indistinguibili, di ribelli in armi e militari dell’esercito
regolare. Accanto, o meglio nei propri settori paralleli, gli stranieri:
i soldati dell’Onu, capaci di difendere a malapena se stessi; e
l’eterogeneo quartetto di volontari di una qualche Ong impegnati ad
allestire il recinto, un campo per i rifugiati che prima o poi dovranno
arrivare. Un mondo, un’umanità in disarmo. La guerra intanto
continua, così come il caos implacabile, tra gli squarci delle immagini
più crude della realtà quotidiana, le digressioni in altri spazi e in
altri tempi delle oniriche vicende dei personaggi e un improvvisato coro
di bambini che esegue un lied di Mahler sulla riva del fiume.