ospita studenti in Alternanza Scuola-Lavoro. Mameli (Confartigianato
Sardegna): “Numeri che non ci soddisfano: formazione disallineata dal
mondo del lavoro”. Indagine tra gli Imprenditori Under 35: più della
metà è soddisfatta di aver accolto uno studente in “alternanza”
In Sardegna, nel 2017, la propensione delle imprese con dipendenti a
ospitare studenti in Alternanza Scuola-Lavoro è stata del 9,6%, contro
il 17,3% del Veneto e l’11,9% della media nazionale. A livello
settoriale mostrano propensione maggiore le imprese del Manifatturiero
(14,8%) seguite dai Servizi (11,8%) e delle Costruzioni (8,1%).
Lo dicono i dati del rapporto dell’Osservatorio per le PMI di
Confartigianato Imprese Sardegna, che ha esaminato la “Relazione tra i
giovani e le imprese: l’Alternanza Scuola-Lavoro”, su fonti Eurostat,
Unioncamere e Anpal.
“Questi numeri non ci soddisfano perché continuano a rappresentare un
sistema di istruzione e formativo disallineato dal mondo del lavoro e
da riequilibrare urgentemente, anche facendo ricorso al sistema
dell’Alternanza scuola lavoro”, commenta con preoccupazione il
Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Stefano Mameli.
A livello provinciale, in Sardegna la maggior disponibilità delle
aziende a ospitare studenti la si trova a Nuoro, con il 14,8% delle
realtà che ospiterebbe i giovani. Segue Oristano con 12,5%, Sassari
con 10,6% e Cagliari con 6,9%.
Proprio per questo motivo, a marzo dello scorso anno, Confartigianato
Imprese Sardegna e l’Ufficio Scolastico Regionale sottoscrissero un
protocollo d’intesa triennale, dal titolo “Sviluppare il rapporto tra
scuola e mondo del lavoro”. Il documento aveva l’obiettivo di mettere
in relazione le oltre 11mila imprese artigiane sarde con dipendenti e
gli oltre 74mila studenti sardi delle Superiori, rafforzando la
collaborazione tra il sistema dell’istruzione e della formazione
professionale con le esigenze del mondo produttivo artigiano sardo,
soprattutto con riferimento all’istruzione tecnica e professionale. Il
tutto nella prospettiva di una maggiore integrazione tra scuola e
lavoro e l’acquisizione di competenze coerenti e spendibili nel
“mercato” da parte dei giovani.
La criticità della bassa interazione tra scuola e mercato del lavoro è
stata affrontata con la riforma della “Buona scuola” che ha reso
obbligatoria l’Alternanza nell’ultimo triennio delle scuole superiori,
uno strumento mirato a colmare il divario tra percorsi formali di
apprendimento e competenze richieste dalle imprese e per facilitare
l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
“C’è la necessità che l’alternanza scuola-lavoro venga adeguatamente
valorizzata all’interno dell’offerta formativa nel “sistema
scolastico” – continua Stefano Mameli – ma occorrerebbe apportare
aggiustamenti che le consentano di calarsi nella nostra realtà. Il
tessuto imprenditoriale sardo è costituito da micro imprese con
pochissimi dipendenti”. “Per ospitare gli studenti – prosegue il
Segretario – le imprese devono fare uno sforzo organizzativo ed
economico importante, quindi pensare a incentivi che consentano alle
imprese di ridurre i costi che da questi derivano”. “Occorrerebbe
andare nella direzione seguita da alcune Camera di Commercio –
sottolinea Mameli – che hanno introdotto dei voucher destinati alle
imprese che ospitano i ragazzi in Alternanza, potenziando e
diffondendo questo strumento. Il rischio, altrimenti, è che le imprese
artigiane non siano messe nelle condizioni di giocare adeguatamente il
proprio ruolo in questa partita”.
“L’esperienza di Alternanza Scuola-Lavoro non va intesa come un fatto
puramente isolato e neppure confuso col concetto di stage o tirocinio
– conclude il Segretario – ma va programmata in una prospettiva
triennale attraverso un processo graduale e articolato in più fasi.
Per questo è fondamentale avvicinare il mondo della scuola a quello
del lavoro tramite l’applicazione del cosiddetto modello duale del
quale l’Alternanza è importante espressione prevedendo, a fianco di un
importante bagaglio teorico, la possibilità di applicare in azienda
ciò che viene insegnato sui banchi di scuola”.
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: IL SONDAGGIO SULLE IMPRESE ARTIGIANE DELLA SARDEGNA
Confartigianato Sardegna, a livello regionale, ha proposto un
questionario alle proprie imprese. Il profilo che emerge è una impresa
che ha circa 16 anni di attività, opera nell’edilizia, non è stata
interessata dal passaggio generazionale e ha tra 1 e 3 dipendenti.
Negli ultimi 3 anni, l’azienda tipo non ha ospitato giovani in
tirocinio formativo, conosce il programma Alternanza Scuola-Lavoro ma
in forma insufficiente. La minima parte degli imprenditori ha avuto
studenti in Alternanza, giudica positivamente questa esperienza ed è
propensa a ripeterla anche nei mesi immediatamente successivi
ospitando fino a un massimo di 2 giovani. Tra i punti negativi
rilevati, le tempistiche limitate dell’esperienza perché gli studenti
non riescono a percepire immediatamente l’opportunità offerta dallo
strumento.
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: INDAGINE SULLE IMPRESE UNDER 35
Confartigianato, a livello nazionale, ha intervistato i propri Giovani
Imprenditori ed è emerso che una impresa su cinque (20,9%) nel corso
del 2017 e nei primi mesi del 2018 ha ospitato studenti delle scuole
superiori in “Alternanza Scuola-Lavoro”. Tra la restante quota di
imprese che non hanno ospitato studenti in alternanza (79,1%) il 13,8%
ha in programma di attivarsi nei prossimi 12 mesi. Il 56,0% delle
imprese che hanno ospitato studenti in alternanza scuola-lavoro
esprime per lo più un giudizio positivo (ottimo-buono), mentre tra
quelle che non hanno ospitato studenti in percorsi di alternanza
scuola-lavoro la quota di coloro che esprimono un giudizio positivo è
più bassa e si attesta al 41,9%. L’aspetto critico dell’alternanza
scuola-lavoro maggiormente indicato dagli imprenditori che hanno
ospitato studenti è la non possibilità di partecipare alla fase di
selezione dello studente da ospitare in azienda (44,0%) mentre quelli
che non hanno effettuato l’esperienza indicano come aspetto critico
principale l’eccessiva burocrazia per attivare i percorsi di
alternanza (45,3%). Gli imprenditori artigiani e di MPI ritengono
prioritario, per migliorare i percorsi di alternanza scuola lavoro,
che avvenga l’integrazione dell’alternanza con stage in azienda
(49,3%), che vi sia la possibilità di ospitare studenti in alternanza
durante il periodo estivo (39,6%) e che avvenga una maggiore
integrazione tra l’esperienza di alternanza scuola lavoro effettuata
in azienda e il contenuto delle materie scolastiche (38,7%).
Il 36,1% dei giovani imprenditori nel triennio precedente 2015-2017 ha
ospitato tirocini formativi/stage. Di questi oltre la metà (51,2%) in
almeno un caso ha proceduto all’assunzione del giovane in azienda.
DATI ITALIA e PAESI UNIONE EUROPEA
In Italia nel 2017 solo il 4,2% dei giovani under 30 studia ed è in
formazione e contemporaneamente lavora, quota nettamente più bassa
rispetto al 14,7% rilevato nell’Unione europea. Nel confronto tra i
principali paesi europei si raggiunge la quota massima del 22,9% in
Germania, un Paese che ha un modello di lunga tradizione di formazione
duale che alterna scuola e lavoro. Di conseguenza il gap tra Italia e
Germania risulta pari a 18,7 punti percentuali per gli under 30 ed è
più marcato e pari a 24,1 punti percentuali nel caso degli under 25:
la quota di giovani studenti-lavoratori nel nostro Paese scende
infatti al 2,9% mentre in Germania sale al 27,0%.
Parallelamente persiste il problema del drop out scolastico dei
giovani tra 18 e 24 anni cioè i giovani che non frequentano più corsi
scolastici dopo aver ottenuto la licenza media, che non ha concluso un
corso di formazione professionale riconosciuto dalla regione di durata
superiore ai 2 anni e che non svolge attività formative; nel 2017
l’Italia è quarta in UE con un tasso di abbandono prematuro dei
percorsi di istruzione pari al 14,0% (16,4% per gli uomini e 11,4% per
le donne) a fronte di una media di 10,6% dell’Ue a 28. Al primo posto
Malta con il 18,8%, seguita dalla Romania con il 18,3% e dalla Spagna
con il 18,2%.