Secondo i giudici dell’Ue è stato violato il diritto di proprietà, per avere agito in assenza di una condanna penale dei titolari.
Nella confisca dell’ecomostro di Punta Perotti (Bari), Golfo Aranci, Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro (Reggio Calabria), l’Italia ha violato il diritto di proprietà perché ha agito in assenza di una condanna penale dei titolari.
Lo afferma la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha deciso oggi sul ricorso presentato dalla societa’ Giem srl.
E’ stata una decisione a maggioranza con15 voti favorevoli e 2 contrari perché i giudici della Cedu hanno stabilito che la società non e’ stata parte di alcun procedimento e che ciò viola il principio secondo cui non si può essere puniti per responsabilità penali altrui.
“Si tratta di una sentenza uguale a quella del 2012 con cui già la Corte europea dei diritti dell’uomo aveva condannato lo Stato italiano a risarcire con 49 milioni di euro la società che aveva realizzato il complesso edilizio sul lungomare di Bari”, commenta l’ingegnere Michele Matarrese.
La sentenza, tra l’altro, non è appellabile. E così l’Italia, per una legislazione che fa acqua da tutte le parti in materia, continua a pagare sanzioni piuttosto salate.