Sabato 30 giugno 2018 alle ore 18.00, presso la Sala Esposizioni Panizza di Ghiffa (Vb) l’Officina di Incisione e Stampa in Ghiffa il Brunitoio, si inaugura la mostra di Franco Marrocco “Holzwege/ sentieri interrotti”, opere su carta a cura di Antonio d’Avossa.
Il sentiero è tracciato e si traccia continuamente, forse è sempre lo stesso ed ogni volta è diverso, ogni volta dunque decide gli orizzonti e le direzioni, le dinamiche e gli sguardi, sino all’oscurarsi e al chiarirsi continuo dell’apparire.
Si comporta dunque come eco di una vista a perdersi e a ritrovarsi di un incessante richiamo, continuo ancora come nell’apparire di una immagine che non c’è e tuttavia persiste all’interno di una vera e propria ricerca della sua stessa origine.
Tanti potrebbero essere i riferimenti visivi della storia della pittura, il segno, il gesto, l’ impronta … ma ciò che cattura il nostro sguardo immediatamente è quella specie di liquidità solida che caratterizza il suo procedimento.
Quelle “bacchettate” impresse con sottili rametti sulla superficie hanno tutto il senso di una singolare e solitaria sinfonia, di cui riusciamo solo a leggere il ritornello, il richiamo e il rimando”.
La sua pittura si regge soprattutto di suoni e silenzi come quando in pausa un pianista ripone le sue dita, le sue mani e le sue braccia in fermo e si dispone all’ascolto di altro o degli altri musicisti.” (dal testo di Antonio d’Avossa)
Franco Marrocco è nato a Rocca d’Evandro (Ce) nel 1956, è Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera dove tiene la cattedra di Pittura. Dalla sua prima mostra del 1978 non si contano le personali e le collettive in territorio nazionale ed internazionale, da Milano a Parigi, da Stoccolma alla Finlandia, dal Palais d’Europe di Strasburgo al Parlamento Europeo a Bruxelles (1998), da Vienna (2009) a Los Angeles e al Messico (2014 -2015), per ricordare solo alcune delle sedi più prestigiose.
Personalità inquieta e curiosa, Marrocco sperimenta tecniche diverse senza porsi alcun limite: partendo dalla figurazione iniziale, è passato dal colore denso che sprigiona energia, fino ai disegni ispirati al “naturalismo artificiale” così chiamato dall’artista stesso perché costituito da un intreccio di segni che richiamano un bosco immaginario, un ricordo, una sensazione di natura.