Il conflitto interiore di chi deve lasciare la propria terra per coltivare altrove i propri sogni.
La scelta e la pace di chi rientra a casa, nella sua città d’origine. Sono stati questi i temi trattati da Milena Agus e da Mylene Fernandez Pintado all’incontro “La famiglia tra Sardegna e Cuba. Modelli a confronto” di Leggendo Metropolitano, elegantemente moderato da Enrica Puggioni. L’argomento è delicato e complesso, di profonda attualità e vede due realtà contrapposte e al contempo connesse: il dubbio che accompagna partenze e ritorni.
Le due scrittrici hanno molto in comune tra loro, scrivono entrambe di “terre promesse, di confini, di frontiere, di mare e di sabbia” come ha evidenziato Enrica Puggioni. Milena Agus è nata a Genova, ma ha scelto di tornare in Sardegna, a Cagliari, seguendo il richiamo soave e nostalgico delle sue origini.
Mylene Fernandez Pintado, avvocatessa e scrittrice cubana, ha scelto invece di dividersi tra la sua terra natia e la Svizzera. Due storie e due scelte diverse, ma che in fondo hanno lo stesso filo conduttore che è quello dell’amore per la propria città.
Vi è un punto di partenza rappresentato dal desiderio che si traduce in assenza, la quale a sua volta si declina in nostalgia. Ed è il sentimento di nostalgia che fa incontrare due grandi scrittrici come loro che raccontano storie di vita, di terra, di viaggi e di ritorni.
“Come direbbe il poeta Giovanni Raboni è una nostalgia non soltanto del passato e di ciò che si è perso, ma anche di ciò che si potrebbe perdere andandosene o per partenze soltanto immaginate o per ritorni impossibili e quindi una nostalgia del futuro” argomenta Enrica Puggioni.
Entrambe le scrittrici mettono al centro della loro narrazione le donne e le loro frontiere. Sono donne spesso senza padre, madri ferite che hanno perso il figlio, madri come lo è la terra stessa. “Sono donne di pietra come le case e l’isola che le ospita” dichiara Puggioni, riferendosi a Mal di pietre, il libro più celebre di Milena Agus.
Si parla anche di difficoltà e di casa. “Una casa che diviene un secondo grembo dove una donna, orfana di madre, si rifugia circondata di tantissimi oggetti, oggetti che poi le daranno la forza per girare la sua città e affrontare una grossa perdita” commenta Mylene Fernandez Pintado.
Terre promesse di Milena Agus invece affronta il tema della nostalgia unita al desiderio delle “terre promesse”, appunto. E dice: “Tutti noi esseri umani nasciamo con un’idea precisissima di quello che deve essere la felicità, il luogo dove vorremo vivere. Penso che anche i bambini abbiano un’idea precisa di un qualcosa che poi da adulti scopriranno non esistere.
Ci porterà dunque ad avere nostalgia verso qualcosa che è ben radicato dentro di noi che però non troviamo perché non esiste. I miei protagonisti hanno spesso questo problema. […] La terra promessa non c’è e l’ho capito quattro anni fa, anche se son grandetta”.
A Miami c’è una grande comunità cubana. “Sono persone che si sono trasferite per cercare lavoro e i primi tempi -commenta la Pintado- erano tutti tristi per essere partiti. Alcuni ora rimangono a Miami perché hanno creato lì una nuova vita, altri invece ritornano a Cuba e comprano casa, cercando di costruire qualcosa di nuovo nella propria terra”. Molti amici della scrittrice però sono ancora fuori perché hanno inseguito i loro sogni e li hanno realizzati altrove.
Nei libri la Pintado dà voce a tutte le scelte e a tutte le situazioni: vi è una protagonista che, sebbene abbia sempre sognato viaggiare, alla fine trova un lavoro che le fa cambiare idea, addirittura arrivando a considerare l’idea di uscire come una follia. C’è un marito che fa da accompagnatore per chi arriva e per chi va, ma lui, con un passato di perdite alle spalle, non si muove. Ci sono i giovani che, come tutti i giovani, sognano e desiderano ardentemente partire.
E vi è ancora un’altra protagonista che afferma lietamente “di voler essere dietro a tutte le fotografie dei turisti della sua isola”. Ma quando le si chiede se sia meglio partire o restare, la scrittrice risponde che “non ci sono migrazioni, ma ci sono migranti e c’è dietro ad ognuno di essi una storia. Non si può dire cosa sia meglio fare”.
Vi è l’amore dichiarato di Milena Agus nei confronti delle sue origini, lei che ha scelto da adulta di vivere in Sardegna per quanto le è stato raccontato durante l’infanzia. Dichiara di “mandare bacini ogni volta al Poetto” tale è l’amore nei confronti di Cagliari.
Il mare protegge, il mare distrugge, il mare pone dei dubbi. Ad ognuno la sua scelta, la sua esperienza, la sua storia.
Alessandra Liscia