“Teatro e Marmellata”, la rassegna di Teatro Ragazzi al TsE di Is Mirrionis a Cagliari, prosegue con un doppio appuntamento nel segno di Gianni Rodari, si parte mercoledì 6 giugno alle 17 con “La freccia azzurra”, una favola moderna sulla fuga dei giocattoli per un’epifania davvero speciale, nella mise en scène del Teatro del Segno con Alessandra Leo e Stefano Ledda e infine – mercoledì 20 giugno alle 17 – spazio all’animazione-spettacolo “Rodari… per tutto l’anno!” in cui i piccoli spettatori diventano protagonisti, per chiudere in bellezza tra storie e filastrocche con un omaggio al grande scrittore di libri per l’infanzia.
La “rivoluzione” dei giocattoli e un viaggio nell’universo dell’autore della “Grammatica della fantasia” per un duplice appuntamento con “Teatro e Marmellata”, la rassegna dedicata ai giovanissimi organizzata dal Teatro del Segno nell’ambito del progetto “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro”: mercoledì 6 giugno alle 17 al TsE di via Quintino Sella nel cuore di Is Mirrionis a Cagliari va in scena “La Freccia Azzurra” di Gianni Rodari mentre mercoledì 20 giugno alle 17 i piccoli spettatori diventeranno protagonisti con l’animazione-spettacolo “Rodari… per tutto l’anno!” tra favole e filastrocche del celebre scrittore di libri per l’infanzia.
Si parte con “La Freccia Azzurra” dall’omonimo racconto di Gianni Rodari (in cartellone mercoledì 6 giugno alle 17) nella mise en scène del Teatro del Segno, con Alessandra Leo e Stefano Ledda che firmano anche l’adattamento, dalla libera riduzione di Dino Ticli, della storia dell’avventurosa fuga dei giocattoli alla vigilia dell’Epifania, per porre rimedio all’ingiustizia e far sì che anche i bambini più poveri possano avere il loro regalo.
Una fiaba moderna in cui le rigide e implacabili leggi del mercato vengono infrante e superate grazie alla rivolta di bambole e pupazzi, indiani e cowboys, soldatini e pirati, che lasciano gli scaffali e salgono a bordo di un trenino per offrirsi in dono a chi li ama di più, quindi proprio quei ragazzi cresciuti in famiglie modeste, tra mille sacrifici, che li desidererebbero con tutto il cuore ma non osano neppure chiederli per non dare un dispiacere ai propri genitori.
Tutto comincia proprio da “La Freccia Azzurra” – il favoloso trenino esposto nella vetrina di un negozio, che un bambino sogna di ricevere come regalo; ma sua madre non ha i soldi per poterlo acquistare, così la scintillante locomotiva finirà probabilmente nella elegante dimora di qualche fanciullo benestante, confusa tra una miriade di pacchi e pacchetti, tra oggetti di lusso avvolti in carte colorate e ammucchiati sotto l’albero, mentre in una più umile casa un altro fanciullo non potrà avere quel giocattolo tanto ambito e per lui così prezioso.
Gianni Rodari riscopre il vero spirito delle festa e mette l’accento sull’iniquità di un sistema fondato sulla diseguaglianza sociale che costringe a fare i conti fin dall’età dell’innocenza con le difficoltà della vita e con le differenze tra ricchi e poveri, affidando a un cane parlante e ai suoi non meno ardimentosi compagni il compito di ristabilire, almeno per un giorno, la giustizia sulla terra.
I giocattoli si ribellano contro le regole economiche incomprensibili che dominano il mondo degli adulti e che stabiliscono il prezzo del cose, ma non certo il loro valore, e in una magica notte lasciano gli scaffali dei negozi per svolgere la loro missione e cioè portare un po’ di allegria e regalare un sorriso a tutti i bambini – ricchi e poveri – senza distinzioni, perché è di tutti il diritto alla felicità.
Il racconto di Gianni Rodari – già trasportato sul grande schermo da Alessandro D’Alatri nell’omonimo e fortunato film d’animazione – rivive sul palco in una pièce dal carattere giocoso e quasi metateatrale, in cui i due attori interagiscono direttamente con gli spettatori e animano oggetti e pupazzi: uno spettacolo divertente e coinvolgente a misura di bambini e famiglie. Un’occasione per affrontare – con la leggerezza e il garbo della scrittura del grande autore di libri per l’infanzia – temi importanti come l’amicizia e la solidarietà… e per provare a immaginare un futuro migliore.
“Rodari… per tutto l’anno!” – mercoledì 20 giugno alle 17
Tra buffe filastrocche e affascinanti favole di uno dei più grandi autori di libri per l’infanzia, un divertissement pensato per grandi e piccini: s’intitola “Rodari… per tutto l’anno! / Viaggio tra le pagine di Gianni Rodari” lo spettacolo / evento firmato Teatro del Segno in programma mercoledì 20 giugno alle 17 al TsE di Is Mirrionis a Cagliari. Un’originale pièce “a misura di bambini”, liberamente ispirata alle “Filastrocche per tutto l’anno” e alle “Filastrocche in cielo e in terra”, alle immaginifiche “Favole al telefono” come a “C’era due volte il Barone Lamberto” e a “Il libro degli errori” e affidata al talento istrionico di Alessandra Leo e Stefano Ledda per un omaggio all’inventore della “Grammatica della fantasia” tra poesia e clownerie.
Tra storie buffe e sorprendenti e personaggi strampalati, riflessioni sul mondo, sulla pace e sulla guerra, in prosa e in rima, per riscoprire il piacere del raccontare e dell’ascoltare: in “Rodari… per tutto l’anno!” gli spettatori diventano protagonisti grazie al magico gioco del teatro, rivivendo in prima persona le singolari e surreali avventure evocate dalla penna dello scrittore. Spazio all’immaginazione, con una performance intessuta di parole e musica, in cui la realtà si tinge di nuove e inedite sfumature e allegre note di colore – tra “la luna al guinzaglio” e le “favole a rovescio”, i “numeri straordinari” e “la strada che non andava in nessun posto”, un goloso “palazzo di gelato” e un “palazzo da rompere” e la fantastica novella del Barone Lamberto, ovvero “i misteri dell’Isola di San Giulio”.
“Rodari… per tutto l’anno!” trae spunto dalla lezione di Gianni Rodari, nel segno di una moderna pedagogia che metta in luce i talenti e impari dagli stessi bambini il modo migliore per insegnare, catturando la curiosità e l’attenzione e inserendo l’arte tra gli elementi fondamentali di una didattica illuminata ed efficace, non impositiva ma attraente. Giocare con le parole di Rodari – e farle “suonare” insieme – è forse il modo migliore per (ri)scoprire un autore che ha rivoluzionato in positivo la cultura del Novecento regalando piccoli gioielli in prosa e poesia dedicati ai cuccioli della specie – creature preziose, ciascuna con una sua personalità e sensibilità – che diverranno le donne e gli uomini di domani.
E per chi volesse concedersi il gusto di regalare la visione di uno spettacolo, continua l’iniziativa del “Biglietto Sospeso” che, come il “caffè sospeso” a Napoli, permette di offrire un ingresso a teatro… tra divertimento ed emozioni… e di sostenere la cultura.
La rassegna “Teatro e Marmellata” – per bambini e famiglie è inserita nel progetto pluriennale di “Teatro Senza Quartiere / per un quartiere senza teatro” a cura del Teatro del Segno – con la direzione artistica di Stefano Ledda – che fa del TsE di Is Mirrionis un prezioso e attivo centro d’arte e cultura oltre che un nuovo palcoscenico per la città.
PROSSIMI APPUNTAMENTI – al TsE
Spazio alle sette note con la rassegna “Musica al TsE” che dà spazio ad artisti ed ensembles dell’Isola e non sono, per offrire una panoramica il più possibile ampia sui vari generi e stili – dalla musica classica al pop, al rock, al jazz, alla world music e all’hip hop.
Il TsE di Is Mirrionis a Cagliari ospita anche stages e laboratori – come “Cartoons in carne ed ossa”, il laboratorio di gioco teatrale condotto da Serenella Converti alias “La signorina Tina” che si concluderà sabato 16 giugno alle 20.30 con un coinvolgente e coloratissimo – ma soprattutto esilarante esito scenico e un intrigante percorso sui segreti della mente con le lezioni sulle Tecniche di Memoria e di Lettura Veloce a cura di Iolanda Mason per InversaMente – (per informazioni e iscrizioni: cell. 3495834205).
La rassegna “Teatro e Marmellata” per bambini e famiglie, insieme con la Stagione 2017-2018 di “Teatro Senza Quartiere” e la rassegna “Musica al TsE”, e così stages e laboratori, si inseriscono nel progetto pluriennale “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2021 a cura del Teatro del Segno con la direzione artistica di Stefano Ledda – in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Eusebio di Cagliari e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Cagliari e della Regione Autonoma della Sardegna e l’apporto prezioso di alcuni sponsor privati.
Il progetto “TEATRO SENZA QUARTIERE/ per un quartiere senza teatro” 2017-2021 vede in prima fila, accanto al Teatro del Segno, l’Accademia Internazionale della Luce, l’ AIDI/ Associazione Italiana di Illuminazione – Sardegna, il Teatro Tages, Luna Scarlatta, Doc Servizi e CeDAC (Centro Diffusione Attività Culturali) che organizza il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. www.teatrodelsegno.com
INFO e PREZZI
Teatro e Marmellata
biglietti:
posto unico 5 euro (con biglietto gratuito per un accompagnatore)
info e prenotazioni
e-mail: [email protected] – cell. 3914867955 (dalle ore 17.00 alle 20.00) o dalle 18.00 al botteghino del teatro TsE
BOXOFFICE V.le Regina Margherita, 43 – Cagliari – e-mail: [email protected] – tel. 070.657428
CONTATTI: per l’ufficio stampa del Teatro del Segno:
Anna Brotzu – 328.6923069 – [email protected]
Teatro del Segno
La freccia azzurra
libera riduzione di Dino Ticli dall’omonimo racconto di Gianni Rodari
adattamento teatrale Stefano Ledda e Alessandra Leo
con Alessandra Leo e Stefano Ledda
“La freccia azzurra” è ispirato a uno dei primi capolavori scritti da un autore che accanto a pochi altri quali Andersen, Grimm e Calvino, fa parte della grande tradizione della fiaba popolare d’autore. L’animazione – invito alla lettura, La Freccia Azzurra propone una riduzione ragionata e reinventata della fiaba contemporanea scritta da Gianni Rodari.
I due attori, utilizzando in scena, disegni, giocattoli, piccoli oggetti, il teatro d’attore, la narrazione, daranno interpretazione e vita, coinvolgendo i bambini, a tutti i personaggi, dalla Befana all’aiutante, dal protagonista Francesco al suo giovane amico Spicciola.
In questo modo, alternandosi nella lettura, scherzando, incespicando, in un’animazione divertita e divertente della storia di Francesco e della spedizione dei giocattoli che dalla vetrina della Befana partirono per andarlo a cercare …
Teatro del Segno
Rodari… per tutto l’anno!
Viaggio tra le pagine di Gianni Rodari
con Alessandra Leo e Stefano Ledda
Filastrocche per tutto l’anno, C’era due volte il Barone Lamberto, Il libro degli errori, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono sono sicuramente tra i più significativi scritti di un autore che accanto a pochi altri quali Andersen, Grimm e Calvino, fa parte della grande tradizione della fiaba popolare d’autore.
Rodari… per tutto l’anno propone una selezione ragionata di brani di cui due attori daranno interpretazione e vita, coinvolgendo i bambini, alternandosi nella lettura, scherzando, incespicando, cantando e mimando in una lettura-gioco divertita e divertente, tra storie, favole e filastrocche. La lettura sarà animata inoltre da una piccola composizione musicale creata, sotto la guida degli attori e l’ausilio di strumenti di fortuna, dagli stessi bambini.
L’autore
Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980), insegnante, giornalista e scrittore di libri e programmi televisivi per l’infanzia, notissimo in Italia come in molti paesi stranieri, ha contribuito a rinnovare profondamente la letteratura per i ragazzi. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue e hanno ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il «Premio Andersen» nel 1970.
Gianni Rodari
Biografia
L’infanzia a Omegna
Gianni Rodari nasce il 23 ottobre 1920 a Omegna sul Lago d’Orta in cui i genitori originari della Val Cuvia nel Varesotto si trasferiscono per lavoro. Gianni frequentò ad Omegna le prime quattro classi delle scuole elementari. Era un bambino con una corporatura minuta e un carattere piuttosto schivo che non lega con i coetanei. È molto affezionato al fratello Cesare mentre a causa della notevole differenza di età è poco in confidenza con il fratello Mario.
Il padre Giuseppe fa il fornaio nella via centrale del paese e muore di bronco-polmonite quando Gianni ha solo dieci anni. In seguito a questa disgrazia la madre preferisce tornare a Gavirate il suo paese natale.
La gioventù e l’adolescenza a Gavirate e l’esperienza del seminario
Nel varesotto vive dal 1930 al 1947. Frequenta la quinta elementare a Gavirate.
Il 5 agosto 1931 fa richiesta di entrare in seminario per frequentare il ginnasio. Nell’ottobre dello stesso anno entrerà quindi nella IC del seminario di Seveso. Gianni si distingue subito per le ottime capacità e risulterà infatti il migliore della classe. Risultati che furono poi confermati anche nella seconda classe. All’inizio della classe terza, nell’ottobre 1933 si ritirò. Concluse l’anno scolastico a Varese, ma non proseguì gli studi liceali bensì optò per le scuole Magistrali. Frequentò con profitto la quarta classe nel 1934-35 e venne ammesso al triennio superiore. Il 25 febbraio 1937 abbandonò gli studi per presentarsi alla sessione estiva con l’intento di sostenere direttamente gli esami e guadagnare così un anno.
Già a partire dal 1935 Rodari militava nell’Azione Cattolica. Dai verbali delle adunanze di Gavirate risulta che nel dicembre dello steso anno Gianni svolgeva già la funzione di presidente. Anche l’anno successivo fu dedicato molto all’organizzazione cattolica.
Nel 1936 pubblicò otto racconti sul settimanale cattolico L’azione giovanile e iniziò una collaborazione con Luce diretto da Monsignor Sonzini.
Nel 1937 iniziò un periodo di profondi cambiamenti. Nel marzo lasciò la presidenza dei giovani gaviratesi dell’Azione cattolica e da allora i rapporti con questa si allentarono molto. Tra la primavera e l’estate il suo massimo impegno venne dedicato allo studio e a soli 17 anni conseguì il diploma magistrale.
In quegli stessi anni Rodari leggeva molto e amava la musica. Andò per tre anni a lezione di violino. Molto sensibile, si confidava solo con pochi amici. Aveva una grande curiosità intellettuale e cominciò a leggere le opere di Nietzsche, Stirner, Schopenhauer, Lenin, Stalin e Trotzkij. “Queste opere, – commenta- ebbero due risultati: quello di portarmi a criticare coscientemente il corporativismo e quello di farmi incuriosire sul marxismo come concezione del mondo”.
Nel 1939 si iscrive all’Università cattolica di Milano, alla facoltà di lingue. Abbandonerà poi l’esperienza universitaria dopo alcuni esami, ma senza laurearsi. Nel frattempo inizia ad insegnare in diversi paesi del varesotto.
Nel 1940, quando l’Italia entra in guerra Rodari viene dichiarato rivedibile e non viene richiamato alle armi. Nel 1941 vince il concorso per maestro ed incomincia ad insegnare ad Uboldo come supplente. Fu un periodo molto duro di cui ha un forte ricordo. Si iscrive al partito fascista e accettò di lavorare nella casa del fascio pur di tirare avanti. I drammatici avvenimenti della guerra lo colpiscono profondamente negli affetti personali quando apprende la notizia della morte degli amici Nino Bianchi e Amedeo Marvelli, mentre il fratello Cesare nel settembre del 1943 viene internato in un campo di concentramento in Germania.
Subito dopo la caduta del fascismo Gianni Rodari si avvicina al Partito Comunista, a cui si scrive nel 1944 e partecipa alle lotte della resistenza.
Gli anni del giornalismo politico tra Milano e Roma
Subito dopo la guerra viene chiamato a dirigere il giornale “Ordine Nuovo”, nel 1947 viene chiamato all’Unità a Milano, dove diventa prima cronista, poi capo cronista ed inviato speciale.
Mentre lavora come giornalista incomincia a scrivere racconti per bambini. Nel 1950 il Partito lo chiama a Roma a dirigereil settimanale per bambini, il “Pioniere”, il cui primo numero esce il 10 settembre 1950. Nel 1952 compie il primo dei diversi viaggi che farà Urss.
In quegli anni pubblica Il libro delle filastrocche ed il Romanzo di Cipollino. Nel 1953 sposa Maria Teresa Feretti, dalla quale quattro anni dopo ha la figlia Paola.
Dal settembre 1956 al novembre 1958 torna a lavorare all’Unità diretta da Ingrao. Farà l’inviato e poi il responsabile della pagina culturale e infine il capocronista. Nel 1957 supera l’esame da giornalista professionista.
Il 1° dicembre 1958 passa a lavorare a Paese sera. Si realizza finalmente la scelta che contrassegnerà tutta la sua vita: affiancare al lavoro di scrittore per l’infanzia quello di un giornalismo politico non partitico.
Gli anni della scrittura per l’infanzia e della notorietà
Nel 1960 incomincia a pubblicare per Einaudi e la sua fama si diffonde in tutta Italia. Il primo libro che esce con la nuova casa editrice è Filastrocca in cielo ed in terra nel 1959.
Solo nel 1962-63 raggiunge una certa tranquillità economica grazie alla collaborazione a La via migliore e a I quindici.
Dal 1966 al 1969 Rodari non pubblica libri, limitandosi a una intensa attività di collaborazioni per quanto riguarda il lavoro con i bambini. Lascia Paese sera e nel l970 vince il Premio Andersen, il più importante concorso internazionale per la letteratura dell’infanzia, che accresce la sua notorietà in tutto il mondo.
Nel 1970Ricomincia a pubblicare per Einaudi ed Editori Riuniti, ma la sua prodigiosa macchina creativa non sembra più girare a pieno regime. Non è solo a causa del grande successo, ma anche della grande mole di lavoro e della sua condizione fisica.
Nel 1974 si impegna nel rilancio del Giornale dei genitori, ma subito cerca di disimpegnarsi. Cosa che accadrà agli inizi del 1977.
Al ritorno da un viaggio in Urss Gianni Rodari nel 1979 comincia ad accusare i primi problemi circolatori che lo porteranno alla morte dopo un intervento chirurgico il 14 aprile del 1980.