Da Alghero parte un appello unanime: «subito la leggere regionale per arginare un fenomeno di proporzioni devastanti»
Nel 2016 gli algheresi hanno speso 56milioni di euro per il gioco d’azzardo. Il dato provinciale è di 355milioni. In Sardegna la stima è di 1miliardo e mezzo.
L’isola è forte rischio di disturbo da gioco d’azzardo patologico. Alghero è stata la prima città italiana a emettere un’ordinanza che limita il gioco d’azzardo nonostante l’assenza di una legge regionale che fissi i paletti.
La legge regionale manca solo in Sardegna e in Sicilia. Proprio da Alghero parte l’appello. «Ci sia presto una legge regionale che assicuri alla collettività il diritto ad avere delle regole per arginare un fenomeno di simili proporzioni», chiede il sindaco Mario Bruno.
Il suo messaggio è partito in occasione del primo appuntamento di Azzardopatia – Scommettiamo su di te, progetto di sensibilizzazione sui rischi derivanti dal gioco d’azzardo patologico con capofila l’associazione culturale Crew di Sassari e il sostegno dell’assessorato regionale dell’Istruzione.
Obiettivo: destare l’attenzione dell’opinione pubblica per un fenomeno di cui la Sardegna è fortemente a rischio. «Da qui alla fine dell’anno ci saranno trenta incontri pubblici, per favorire il confronto con amministratori, operatori del settore e cittadinanza», spiega per l’associazione Crew Lisa Benvenuto, che coordina la segreteria organizzativa del progetto. «Saranno coinvolti venti istituti scolastici – prosegue – tra i giovani il rischio è sempre più alto e serve implementare l’indagine compiuta in altre parti d’Italia dall’associazione NoSlot».
Ci sarà un tour dello spettacolo teatrale XDente – quando perdere non è un gioco, finanziato dal Comune di Alghero, prodotto da Spazio T, scritto da Michele Vargiu per la regia di Chiara Murru, entrambi in scena con Maurizio Pulina per raccontare la parabola discendente di un giocatore d’azzardo.
Ci saranno anche due contest, uno per professionisti e uno per studenti, per realizzare uno spot da diffondere tramite i social, i mezzi di trasporto pubblico e il sito www.azzardopatia.it
«È un’emergenza, lo dicono i numeri», dice Giulio Macciocco, coordinatore di Azzardopatia – Scommettiamo su di te.
«Ha giocato almeno una volta il 36% degli italiani, 18milioni e mezzo di persone, un uomo su due e una donna su tre», spiega. «Un milione e mezzo sono giocatori problematici – prosegue – un altro milione e 400mila sono giocatori a rischio».
Tra i problematici «il 52% gioca con le slot, il 33% con le video-lotterie, l’11% con le scommesse», aggiunge Macciocco. Perché la scuola e i giovani tra i target del progetto? «Il 52% dei ragazzi dice di aver avuto esperienze d’azzardo – rivela – il 9% ha giocato alle slot, il 6% online, il 22% alle scommesse, il 42% ai gratta e vinci». Occorrono provvedimenti.
«Il Decreto Dignità varato dal governo vieta la pubblicità su giochi o scommesse, è un passo importante – afferma Macciocco – ma in Sardegna serve una legge regionale». Si torna lì. Ci sono due proposte di legge, la 280 del 2015, proponente Salvatore Demontis, e la 514 del 2018, proponente Daniela Forma.
«Si punta al Piano regionale del gioco d’azzardo patologico, per gestire prevenzione, cura e riabilitazione, e all’Osservatorio regionale del disturbo dal gioco d’azzardo, per monitorare il fenomeno», spiega il consigliere regionale Raimondo Cacciotto, certo della necessità di approvare la legge subito.
La proposta di legge più recente prevede campagne di informazione e sensibilizzazione, coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, istituzione della Giornata regionale contro il Disturbo da gioco d’azzardo e diniego di contributi e patrocini per le iniziative che possono indurre alla dipendenza da gioco.
Nella precedente proposta si parla di riduzione dell’Irap per chi non ha macchinette, o di premialità al momento dell’erogazione di benefici regionali, e di sanzioni da 5mila a 15mila euro per chi le installa violando la distanza dai luoghi sensibili.
Ma il cuore della legge è un altro. «L’obiettivo è fissare le competenze dei Comuni – sostiene Cacciotto – affidandogli il compito di vietare apparecchi per il gioco d’azzardo lecito a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture d’accoglienza, oratori e altri luoghi d’aggregazione».
La presenza di una legge favorirebbe il coraggio degli amministratori locali. «A noi il coraggio l’hanno dato i numeri, è un fenomeno dalle proporzioni sociali devastanti», afferma Giusy Piccone, consigliera comunale di Alghero, sostenitrice della battaglia all’azzardopatia.
«L’ordinanza del sindaco di Alghero è l’unica in Italia senza la copertura di una legge regionale – chiude – è ora di risolvere il problema».