Da diversi giorni sono ripresi gli scavi nell’area archeologica, con il sostegno del Comune di Riva Ligure e della diocesi di Ventimiglia-Sanremo.
Il sito archeologico di Riva Ligure (Im) denominato “Costa Balena” è un insediamento “pluristratificato” che nasce in età romana, forse nel I sec. a.C. Questo antichissimo insediamento, probabilmente una villa marittima, ebbe una grande importanza economica come snodo commerciale verso le valli liguri interne fino al Piemonte.
Fu probabilmente uno dei luoghi della posta pubblica romana, ricordato su un documento del IV secolo d. C. (a noi pervenuto in una copia del XIII sec.), la Tabula Peutingeriana, sotto il nome di “CostaBalenae”. E’ ipotizzabile la presenza di una struttura portuale alla foce antica del fiume Argentina (a poche decine di metri dal sito nell’antichità).
Il complesso archeologico, il più notevole dell’Italia nord occidentale per dimensioni e articolazione, diviene intorno alla metà del VI sec., una chiesa battesimale e funeraria, dipendente dalla diocesi di Albenga, territorio al quale apparteneva allora. Da diversi giorni sono ripresi gli scavi nell’area archeologica, ad opera del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, dell’Università di Aix Marseille e della Fondazione Nino Lamboglia, con il sostegno del Comune di Riva Ligure e della diocesi di Ventimiglia-Sanremo. Il 19 luglio il sito sarà aperto dalle ore 17 al pubblico e la sera, alle ore 21 in Piazza Matteotti a Riva Ligure, saranno presentati i risultati delle recenti ricerche con proiezione di immagini e video.