“Servono protocolli certi”.
“La grave situazione in cui si sono venuti a trovare i due Poliziotti indagati a Brindisi, a seguito della morte di un rapinatore, riporta alla ribalta con prepotenza una questione totalmente irrisolta, che da anni ci vede invocare protocolli operativi certi che qualifichino per tutti, magistratura in primis, la corretta professionalità dei poliziotti. Chi lavora nel rispetto delle norme non può subire umilianti e dispendiosi ‘atti dovuti’. Perché, anche nel caso dei due colleghi a Brindisi, non si fa che ripetere che indagarli è un ‘atto dovuto’; ma l’unico atto dovuto è l’operato di chi è obbligato a intervenire, in una frazione di secondo, durante uno scontro a fuoco con una banda di rapinatori. Oggi questo, ieri un pazzo armato, domani un attentatore con una bomba. È una storia che non finirà”.
Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, Federazione Sindacale di Polizia, interviene così a seguito della notizia che sono due i poliziotti indagati per omicidio colposo a seguito della morte di un pregiudicato in una sparatoria avvenuta sabato a Brindisi, tra una banda armata che stava tentando di svaligiare uno sportello bancomat e una pattuglia della Polizia. Proprio per oggi è prevista l’assegnazione dell’incarico per l’autopsia e la consulenza balistica, e anche alla luce di questo i due Agenti sono stati raggiunti da informazioni di garanzia come “atto dovuto” in modo da poter prendere parte coi propri periti a tali operazioni.
“Ma è assurdo – insiste Mazzetti – che per aver adempiuto a un proprio dovere in nome dello Stato i Poliziotti debbano ora sostenere ingenti spese legali che, nel migliore dei casi, saranno rifuse solo in minima parte. Come è ‘dovuto’ l’intervento di un Poliziotto in qualsiasi circostanza, così è dovuta la tutela da parte dello Stato nei confronti dei suoi Servitori. Bisogna avere il coraggio di stabilire con chiarezza cosa si pretende dai Poliziotti e cosa questi debbano e possano fare per raggiungere quell’obiettivo, senza queste ampie zone di incertezza che ci fanno vivere un’esistenza professionale con una logorante spada di Damocle che esaspera chi porta la divisa a costo di grandi sacrifici. Servono protocolli operativi che, nel rispetto di norme certe e adeguate, devono avere l’assenso della politica, delle amministrazioni e della magistratura con provvedimenti inattaccabili”.