Problema inquinamento acustico. Il comune di Cagliari lavora al piano di risanamento per preservare la quiete pubblica, ma rischia di ledere le attività imprenditoriali. Questo è l’argomento della conferenza stampa svoltasi stamattina in piazza Yenne alla presenza dei rappresentati di Confesercenti, Confcommercio e C.A.S.COM. che hanno manifestato il loro interesse nel partecipare alla stesura.
Portavoce delle associazioni di categoria il Vice Presidente Vicario di Confesercenti Cagliari Emanuele Frongia, il consigliere Confcommercio Cagliari Efisio Mameli e il rappresentante di CASCOM Sardegna Nicola Lai. A supportare, l’Avv. Nicola Ibba per le questioni legali ed il Prof. Domenico Salimbeni per gli aspetti tecnici.
Da tempo le varie confederazioni lavorano per poter dare un contributo importante al nuovo piano di risanamento, nel tentativo di produrre un documento utile e non dannoso alle tantissime realtà imprenditoriali esistenti nel territorio cagliaritano, in particolare quando si parla dei locali notturni protagonisti della movida locale.
«Bisogna specificare – evidenzia Frongia – che il nostro non vuole essere un attacco all’Amministrazione, ma una richiesta di attenzione da parte delle autorità competenti». Una rivendicazione in nome di quella sinergia che potrebbe dare un apporto significativamente utile alla comunità e che per ora non è stata sfruttata.
Già da diversi mesi le associazioni del settore della ristorazione chiedono di poter studiare nel dettaglio la proposta del Comune, al fine di proteggere l’imprenditoria di cui essi stessi fanno parte. Una domanda che tuttora rimane quasi senza risposta, escluse piccole quanto inefficienti eccezioni.
Alcune criticità sono già state evidenziate. Un problema che riguarda soprattutto la zonizzazione e l’imposizione di regole, avvertite come troppo ferree e che potrebbero essere attuate indiscriminatamente su zone di Cagliari che avrebbero bisogno di un trattamento differenziato.
Ritorna di moda anche la “questione tavolini”, che tanto ha portato problemi ai proprietari delle attività. Quello che emerge è la volontà di imporre un orario massimo per il lavoro all’esterno dei locali: superata l’una di notte si sgombera la piazza. La contrazione di questo orario, se contestualizzato in una realtà fatta per lo più di strutture di piccole dimensioni, porterebbe non pochi problemi economici.
Quali potrebbero essere i risultati derivati da questo provvedimento? Una riduzione del lavoro, con conseguenti tagli ai posti di lavoro ed un danno non indifferente al turismo, lo stesso turismo che dovrebbe essere invece un punto forte della città.
La speranza è che la situazione si sblocchi senza scontri, con le associazioni di settore che attendono un avvicinamento dell’amministrazione. Ma il tempo non è tanto, e la stagione estiva ormai è arrivata.
Riccardo Mascia