Nell’isola stop a mezzi e merci dal 6 al 9 agosto. Giovanni Mellino (Presidente Confartigianato Trasporti Sardegna): “Ci impediscono di pagare le tasse. Governo sordo alle nostre richieste: chiediamo sostegno ai nostri Parlamentari”.
Gli autotrasportatori sardi proclamano lo sciopero.
Anche in Sardegna, come nel resto dell’Italia, la categoria spegnerà i motori dei mezzi e fermerà la distribuzione delle merci dalle ore 00.00 di Lunedì 6 alle ore 24.00 di Giovedì 9 agosto 2018 compresi.
La decisione è stata presa dall’Unatras, l’Associazione Nazionale degli Autotrasportatori che raggruppa le 7 più importanti Associazioni di Categoria del settore, tra le quali Confartigianato Trasporti.
E’ questa l’ultima via individuata dai circa 93mila autotrasportatori italiani, 2.500 in Sardegna, a fronte della mancata risposta alle attese di artigiani e piccole imprese del settore che per settimane hanno atteso risposte urgenti e, soprattutto, il pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate per fruire delle deduzioni forfettarie delle spese non documentate per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore.
“Vista l’indifferenza nei confronti della categoria, nonostante l’invio di più lettere di richieste d’incontro e vista l’impossibilità di fruire delle deduzioni forfettarie per le spese non documentate, in occasione delle denunce dei redditi per l’anno 2017, oggi abbiamo ufficializzato la decisione di attuare il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto merci per conto di terzi” annuncia Giovanni Antonio Mellino, Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna sottolineando come, rispettando le norme, sia stata anche inviata la comunicazione alla Commissione di Garanzia degli scioperi nel rispetto del Codice di Autoregolamentazione.
“Ci viene negata la possibilità di pagare regolarmente le imposte – commenta Mellino – perché, nonostante sia già scaduto a giugno il termine per le dichiarazioni dei redditi 2018 (relative ai redditi del 2017), l’Agenzia delle Entrate non ha ancora reso noti gli importi delle deduzioni. Quindi, oltre a essere costrette a rimandare il pagamento delle tasse, le nostre aziende stanno subendo danni incalcolabili”.
“Le nostre richieste – continua Mellino – sono quelle che vengano mantenuti e confermati gli importi delle deduzioni in 51 euro per i viaggi fuori comune e 17,85 all’interno del comune, così come atteso da tutta la categoria, poiché altrimenti significherebbe mettere in grave difficoltà decine di migliaia di imprese che per i redditi dello scorso anno hanno già fatto affidamento su queste misure”.
Oltre alla questione delle deduzioni, fra le altre richieste delle imprese di autotrasporto merci, e i numerosi nodi da sciogliere per il settore ci sono la certezza delle risorse strutturali, il contingentamento imposto dall’Austria al traffico dei camion in uscita dal nostro Paese, il ripristino della piena funzionalità del sistema delle revisioni dei mezzi presso le Motorizzazioni a garanzia della sicurezza della circolazione, la ripubblicazione dei “costi minimi della sicurezza” e il rispetto dei tempi di pagamento, l’estensione del rinvio della fatturazione elettronica anche agli acquisti di carburante in extra rete.
A fronte della proclamazione di questo sciopero, Confartigianato Trasporti Sardegna auspica che il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli convochi le Associazioni, con la massima urgenza, e prenda in considerazione le richieste del settore, attivandosi per evitare il fermo che, in mancanza di atti concreti, sarà concretamente attuato.
“Nei prossimi giorni – anticipa Mellino – come Associazione di Categoria faremo una profonda riflessione relativamente a come affrontare il problema e a come intervenire, eventualmente, in modo ulteriore”.
“Nel frattempo – auspica il Presidente di Confartigianato Trasporti – attendiamo l’intervento in prima persona dei Parlamentari della Sardegna, di tutti gli schieramenti, per la risoluzione di questa problematica che interessa tutte le imprese dell’autotrasporto, i loro dipendenti e tutto l’indotto”.
“Senza risposte – conclude il Presidente – nostro malgrado, saremo costretti a spegnere i motori, a incrociare le braccia e a non caricare, e distribuire, le merci in un periodo molto “caldo” in ogni senso”.