Settore sotto attacco per gli aumenti di costi, tasse e concorrenza sleale. Mellino (Presidente Confartigianato Trasporti Sardegna): “Bassi consumi e altri settori che non ripartono: viviamo una perenne incertezza ma il Governo non ci ascolta”. Un terzo delle imprese non in regola con gli obblighi di legge. I dati della realtà sarda.
E’ pesantissimo il bilancio degli ultimi 8 anni per il sistema dell’autotrasporto in Sardegna. Nell’Isola, dal 2009 alla fine dello scorso anno, sono scomparse 647 aziende, con una percentuale di chiusura andata oltre il 20%.
Notizie positive, al contrario, arrivano dalle merci movimentate; dopo la “voragine” che tra il 2010 e il 2014 ha cancellato il 33,9% delle tonnellate veicolate (tra il 2010 e 2016 il saldo negativo totale è stato del 46,9%), nell’ultimo anno (tra 2016 e il 2017), le rinfuse solide trasportate sono aumentate del 20% e quelle liquide del 4,1%.
Buone nuove anche sul fronte dei “ritorni a vuoto”, ovvero il numero dei mezzi che arrivano carichi in Sardegna e ripartono scarichi di merce prodotta o lavorata in Sardegna da distribuire nella Penisola o all’estero. Nel 2016 questa percentuale era del 33% mentre nel 2017 è scesa al 23%, segno evidente di un flusso più consistente di beni “sardi” che varcano il mare verso altri mercati.
Trend positivo anche per quanto riguarda gli automezzi (esclusi i container) che hanno varcato il mare sulle navi Ro-Ro (adibite al trasporto di veicoli gommati): +1% tra il 2013 e il 2014, +2.62% tra il 2014 e 2015, +5.48% tra il 2015 e il 2016, +2.97% tra il 2016 e il 2017.
Sono questi i numeri chiave della crisi, infinita, del trasporto merci su strada nell’Isola, descritti nel dossier “Tendenze dell’Autotrasporto merci nell’estate 2018 in Sardegna”, realizzato dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte ISTAT 2009-2017.
“Se l’edilizia soffre, l’autotrasporto è in pessima salute – commenta Giovanni Antonio Mellino, Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – il nostro comparto ha prima subìto il dimezzamento del volume d’affari a causa della crisi generalizzata (in primis quella legata alle grandi fabbriche come Alcoa o Ottana, ma anche alle costruzioni) poi ha patito per la conseguente drastica riduzione delle imprese di trasporto locali e, per finire, ha visto l’arrivo, sul mercato regionale, delle grandi compagnie nazionali ed europee che poco lasciano sul territorio.
All’opposto, c’è stato il conseguente incremento di tasse e burocrazia, con i costi cresciuti, nell’ultimo anno, di 4.092 euro per ogni veicolo circolante”. “Se pensiamo che la diminuzione di oltre il 46% delle merci veicolati fino al 2016 equivale a un dimezzamento dei consumi dei sardi – analizza il Presidente – tutto ciò ci deve far rendere conto della drammaticità della crisi nel settore, nelle imprese e nelle famiglie”.
“E’ necessario ricordarsi sempre che sul comparto si scaricano tutti i problemi delle imprese sarde – continua Mellino – e se la manifattura, o le costruzioni, non ripartono, o se alle persone mancano le condizioni economiche, ovviamente i mezzi rimangono fermi. Tutto ciò si riverbera in modo principale su occupazione e crescita dei territori”.
Un settore, quello del trasporto merci, in costante squilibrio tra fatturati che si sgonfiano, da una parte e gasolio, pedaggi, assicurazioni, costi di esercizio e tasse che crescono, dall’altra.
A tutto ciò si devono aggiungere il cronico deficit infrastrutturale, che verrà colmato con tempi lunghissimi, la concorrenza sleale, interna ed estera che opera senza regole e prezzi sottocosto, i pagamenti, soprattutto tra privati, con tempi non quantificabili e le imprese, quasi la metà un terzo del totale in Italia (35mila su 92mila), non in regola con gli obblighi previsti dalla legge per chi voglia svolgere la professione.
Senza dimenticare le variabili locali come la viabilità inadeguata, ovvero strade che aprono e chiudono secondo le condizioni meteo o il dissesto idrogeologico, le ZTL istituite dalla mattina alla sera, e gli stalli urbani, per il carico e scarico, diventati ormai una vera rarità.
Le 2.476 imprese di autotrasporto della Sardegna, di cui 1.647 artigiane, nel 2016, hanno veicolato oltre 14milioni di tonnellate. Recenti dati del 2017, parlano di oltre 28 milioni di rinfuse liquide e di oltre 4 milioni di rinfuse solide trasportate dalle navi e veicolate dai mezzi.
Questo settore crea lavoro per circa 8mila persone, con una dimensione media per azienda di 2,8 addetti per ogni realtà. Al primo gennaio di quest’anno, il settore isolano ha registrato una decrescita totale del 2,9%, di cui ben il 5,7% solo nel comparto artigiano. Dal 2009, in Sardegna, è scomparso circa il 20% del tessuto imprenditoriale.
A livello provinciale a Cagliari le imprese registrate al primo gennaio 2018, sono risultate 1.123 di cui 729 artigiane. Rispetto allo scorso anno, nel totale delle imprese di autotrasporto merci, il calo registrato è del 2,9%. A Nuoro sono 362 (di cui 259 artigiane), con un calo del 2,7%.
A Oristano sono 250 (185 artigiane) registrando un -2,3%. Infine a Sassari ci sono 741 imprese, di cui 474 artigiane: le cancellate sono il 3,0%.
“Viviamo in una incertezza ormai endemica – riprende Mellino – legata alle fluttuazioni di qualsiasi voce possa incidere nel costo totale dei viaggi che facciamo o sulle merci che trasportiamo. Parliamo anche di costi del personale e dell’amministrazione, dei costi per il credito per gli investimenti o delle spese vive, che devono essere regolate all’istante mentre noi incassiamo, se va bene, dopo 90 o 120 giorni”.
E a rendere difficile la vita di camionisti e imprese c’è anche il rapporto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Governo e Agenzia delle Entrate.
“Siamo anni che battagliamo con chi governa per veder riconosciuti i nostri diritti – sottolinea il Presidente – nella scorsa legislatura erano all’ordine del giorno i problemi su motorizzazioni, accise e costi minimi, tuttora non ancora risolti, con questo nuovo Esecutivo ci saranno da risolvere anche queste problematiche”.
Proprio per questo, dal 6 al 9 agosto i Tir potrebbero fermarsi in Sardegna e nel resto dell’Italia. Se non si arriverà a un accordo con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, quei 4 giorni, verrà interrotta la distribuzione dei carburanti e delle derrate alimentari, dei prodotti deperibili ma anche dei farmaci, solo per fare alcuni esempi.
La categoria è giunta alla drastica decisione, a fronte della insoddisfacente risposta alle attese di artigiani e piccole imprese del settore che per settimane hanno atteso risposte urgenti e, soprattutto, il pronunciamento dell’Agenzia delle Entrate per fruire delle deduzioni forfettarie delle spese non documentate per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore.
Tutto ciò crea, in media, un danno di circa 2.500 euro ad autista.
“Dopo settimane di attesa – commenta Mellino – gli autotrasportatori hanno visto ridurre del 25% l’importo da dedurre per le spese non documentate relative al 2017. E ora subiscono anche l’aggravio delle sanzioni pecuniarie per la ritardata presentazione delle denunce dei redditi.
E’ necessario che si risolva immediatamente il problema degli importi delle deduzioni forfettarie e che il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ci convochi per avviare un confronto con il Governo nell’interesse generale dell’economia e del Paese”. “All’insoddisfazione in merito alle deduzioni per le spese non documentate – continua – si somma la preoccupazione per i numerosi problemi irrisolti delle nostre imprese e sui quali sollecitiamo il confronto con il Ministro. S
iamo disponibili ad attuare la “procedura di raffreddamento” del fermo se si avvierà l’interlocuzione con la nostra Categoria per condividere, in occasione della prossima legge di Bilancio 2019, le risorse e le azioni mirate a restituire competitività all’autotrasporto merci italiano”.
Il Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna, in conclusione, ricorda poi le criticità del settore già fortemente provato dalla crisi: la riduzione per i fondi destinati ai pedaggi autostradali, il caro gasolio, i costi di esercizio, la fortissima concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri, la non applicazione dei tempi certi per i pagamenti e l’irragionevole limitazione della circolazione al Brennero, il rinnovo del parco veicolare, l’introduzione delle moderne tecnologie, la necessità di riformare il Codice della Strada in questa legislatura.
Totale Imprese | Imprese Artigiane | % imprese artigiane sul totale imprese | Variazione TOTALE imprese % 2016 su 2017 | Variazione IMPRESE ARTGIANE % 2016 su 2017 | |
Cagliari | 1.123 | 729 | 64,9% | -2,9% | -5,4% |
Nuoro | 362 | 259 | 71,5% | -2,7% | -5,5% |
Oristano | 250 | 185 | 74,0% | -2,3% | -6,1% |
Sassari | 741 | 474 | 64,0% | -3,0% | -6,0% |
Sardegna | 2.476 | 1.647 | 66,5% | -2,9-% | -5,7-% |
ITALIA | 92.944 | 53.208 | 57,2% | -2,2% | -4,4% |