Dati dal “Rapporto Maltrattamento Animale in Italia 2016”: impiego di prodotti chimici e avvelenamento 55 casi: 12% del totale, che nel 2017 diventano l’89%.
Aumentati o più attivi “gli avvelenatori” che eliminano in questo modo illegale ed estremamente crudele animali randagi, animali di famiglia e selvatici; questi ultimi, nelle zone di caccia, sono vittime dei cacciatori perché colpevoli di “concorrenza” nella caccia delle prede. Le sostanze più usate non lasciano scampo: stricnina, topicidi, fungicidi, acaricidi o insetticidi.
Gian Marco Prampolini, presidente LEAL, ricorda: “Il nostro ordinamento punisce l’uccisione e il maltrattamento degli animali in base all’art. 544-bis del nostro codice penale e chi somministra agli animali sostanze vietate che compromettono la loro salute commette un reato. La morte per avvelenamento è una fine terribile e comporta una agonia tra dolori atroci tremori e convulsioni. Grazie al “Rapporto sul Maltrattamento Animale” pubblicato e scaricabile dal sito www.leal.it potremo portare nelle sedi istituzionali tutti i molteplici reati commessi nei confronti degli animali affinché con leggi nazionali adeguate si possano meglio contrastare queste stragi”.