Nelle acque costiere della Penisola di Sinis le popolazioni di ricci di mare stanno subendo pesanti pressioni di raccolta ormai da molti decenni.
Vista l’inefficacia delle prescrizioni del decreto regionale che disciplina quote, calendario di pesca e taglia minima, la realizzazione di un piano di gestione che promuova una raccolta sistematica e sostenibile basata su approccio ecosistemico sembra essere l’unica via realmente percorribile. A questo proposito negli ultimi cinque anni la Fondazione IMC International Marine Centre ha realizzato degli studi che hanno rilevato delle informazioni ecologiche chiave ai fini gestionali della raccolta.La capacità riproduttiva, la dispersione delle larve e il processo di insediamento (anche detto reclutamento) sono i processi ecologici che principalmente regolano l’abbondanza e la distribuzione delle popolazioni di ricci di mare lungo le coste.
Gli studi effettuati dalla Fondazione IMC hanno cercato di carattterizzare il tratto di costa stimando la variazione dell’intensità di questi processi in stretta relazione con la variabilità naturale dei fattori ambientali.
Nel 2015, grazie ad un finanziamento della Regione Autonoma Sardegna, nell’ambito del progetto L/7 CRP49692, la Fondazione ha confrontato la capacità riproduttiva della popolazione di Su Pallosu (Oristano), da anni soggetta a una drastica raccolta intensiva, con la popolazione pristina dell’Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Olbia). Sorprendentemente la capacità riproduttiva dalla popolazione di Su Pallosu è risultata essere molto simile a quella di Tavolara (circa 0.11 gr m2/anno). Infatti, nonostante l’assenza di ricci grandi a causa della pesca, i ricci sottotaglia fertili a Su Pallosu sono stimati essere il doppio di Tavolara e sono loro che probabilmente garantiscono la sopravvivenza della popolazione. Ma da cosa dipende una cosi alta densità di ricci giovanili?
Uno studio realizzato dalla Fondazione IMC in collaborazione con l’Università di Sassari, sempre nell’ambito del progetto L7, ha permesso di svolgere delle indagini relative all’abbondanza di reclute di riccio e valutare il grado di influenza delle caratteristiche dell’ecosistema e del livello di urbanizzazione da cui potrebbe dipendere la sopravvivenza di larve disponibili nell’ambiente. Sebbene Su Pallosu sia stata classificata come area mediamente urbanizzata, la concentrazione di larve disponibili in questa baia è risultata essere la piu elevata di tutto il nord della sardegna (0.5 larve/m3), ed è risultata solo seconda a Costa Paradiso per abbondanza di reclute (1,5 x m2 di ricci con diametro compreso tra 0.1-10mm). Nello stesso studio si è dimostrato inoltre che le caratteristiche di quest’area quali la complessità del substrato calcareo, l’elevata densità di ricci sottotaglia usati come protezione dalle reclute e la scarsa abbondanza di pesci predatori principalmente sparidi e labridi, sono tutti fattori cruciali che favoriscono l’elevata densità di reclute di Paracentrotus lividus.
Piu recentemente, uno studio effettuato dalla Fondazione IMC in collaborazione con il CNR di Oristano e finanziato all’interno delle attività previste nel progetto europeo GIREPAM ha evidenziato relazioni tra l’elevata densità di reclute nell’area di Su Pallosu e anche nel resto della zona di Capo Mannu con la circolazione costiera locale. Nella parte settentrionale e meridionale del Capo, cioè nelle baie di Su Pallosu e Putzu Idu, durante il periodo di reclutamento dei ricci, si formano infatti delle celle di circolazione che si caratterizzano per avere bassi valori di corrente ed un elevata ritenzione idrica. Questa struttura di circolazione residuale potrebbe essere la causa di un cosi elevato successo di reclutamento insieme alle favorevoli caratteristiche ambientali individuate precedentemente.
A questo proposito, negli ultimi due anni la Fondazione IMC in collaborazione con L’Area Marina Protetta del Sinis sta investigando direttamente il processo di diffusione e insediamento delle larve di riccio lungo la Penisola. Durante il periodo di relcutamento del riccio (Aprile-Luglio) sono state effettuate delle retinate planctoniche in concomitanza con il piazzamento sui fondali di recollettori di “settlers” ovvero di ricci microscopici prossimi al passaggio dalla fase planctonica a quella bentonica.
Riassumendo, tutti gli studi effettuati dalla Fondazione IMC negli ultimi 5 anni rivelano come la zona settentrionale esterna all’Area Marina di Capo Mannu sia con buone probabilità un hot-spot naturale di reclutamento del riccio e quindi una zona propensa al rinnovo della risorsa rispetto al resto di questo tratto di costa. Questa informazione risulta fondamentale ai fini della gestione locale della raccolta, sebbene sia ancora necessario approfoindire le informazioni relative alle origini delle larve. Infatti, è plausibile supporre che esita un apporto di larve dall’esterno verso le baie di Su Pallosu e Putzu Idu (zona del Capo Mannu) che successivamente rimarrebbero intrappolate grazie alla circolazione locale e il cui insediamento verrebbe facilitato grazie alle condizioni favorevoli dell’habitat. Questo meccanismo potrebbe essere cruciale per evitare il collasso delle popolazioni di Su Pallosu periodicamente sotto pressione di raccolta. L’individuazione delle dinamiche precise del reclutamento dei ricci su scala locale, potrebbe essere inoltre molto utile per valutazioni su scala regionale e nazionale.