A Genova, oggi, in occasione dell’anniversario dei tragici fatti del G8 del 2001 c’è anche l’Fsp Polizia di Stato, Federazione Sindacale di Polizia, che con una propria manifestazione denuncia come degli eventi di piazza Alimonda si continui a dare una lettura “parziale”.
«Da Genova, ancora una volta – afferma Valter Mazzetti, Segretario generale dell’Fsp -, parte un messaggio contradittorio e schizofrenico: si vogliono condannare violenze e illegalità celebrando qualcuno che morì commettendo violenze e illegalità. La manifestazione commemorativa di Carlo Giuliani ha infatti il sapore di una vera e propria cerimonia celebrativa di un giovane uomo che ha perso la vita, e questo certamente non va bene, ma che è morto in circostanze delittuose in cui si è venuto a trovare per sua precisa scelta. Si continua a non chiamare le cose con il loro nome, nascondendosi dietro al dolore di un lutto che è rispettabilissimo, ma che non può consentire di esaltare la figura di una persona che ha commesso fatti gravissimi come fosse un martire.»
Ha poi aggiunto lo stesso Mazzetti: «Aspettiamo di sentire dire che quanto accadde fu una tragedia, ma conseguenza di un comportamento, quello di Giuliani, che è e resta da censurare, senza se e senza ma. Mentre l’opposto vale per Mario Placanica, il giovane carabiniere che, come emerge da una verità processuale confermata in ogni possibile sede, si comportò correttamente per difendere la propria vita. Il messaggio da dare in occasione dell’anniversario della morte di Giuliani può essere uno solo: attaccare le Forze dell’ordine e rischiare di uccidere un carabiniere non può essere ammissibile, comprensibile o spiegabile, e morire facendo questo non è un merito. Carlo Giuliani rappresenta un esempio di cosa non bisogna fare, e questo va detto soprattutto ai nostri giovani».
«Non possiamo accettare che qui a Genova o altrove – gli fa eco Franco Maccari, Vice Presidente Nazionale dell’Fsp Polizia, presente al volantinaggio nel capoluogo ligure – passi come per scontata una criminalizzazione delle Forze di Polizia che, in eventi come quelli di piazza Alimonda, devono intervenire per difendere gli altri e se stessi arginando una violenza che non può avere giustificazioni. Dei tanti drammi avvenuti a Genova in quel lontano 2001 tutti sono stati letti e analizzati compiutamente, e questo ha significato un radicale rinnovamento nella nostra Amministrazione. Tutti, tranne la guerriglia di piazza Alimonda, che annualmente viene ricordata all’insegna di quella volontà di demonizzare le Forze dell’ordine, che si vuole subdolamente far passare quando, in nome della presunta condanna di abusi e violenze, si celebra una figura come quella di Carlo Giuliani, dedicandogli addirittura un cippo commemorativo omettendo di dire, o di incidere su quel cippo, che quel giovane è morto perché travisato e armato stava attentando alla sicurezza pubblica e alla vita degli uomini in divisa comandati in quella maledetta piazza».