«Il nuovo Governo sta mettendo in discussione i piani di metanizzazione dell’isola, è giusto che vadano sottoposti ad un’attenta analisi dei costi e dei benefici, ma sono altrettanto convinto che la Sardegna abbia necessità del metano, una necessità rinviata da troppo tempo e che deve servire in questa fase di transizione, non più rinviabile. È una scelta che va sostenuta con forza per le imprese, per le famiglie e soprattutto per i cittadini».
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau intervenendo questa mattina al convegno organizzato a Cagliari dalla Cisl Sardegna, sul tema “La Sardegna e il riconoscimento dei diritti dell’insularità e delle pari opportunità”.
«Siamo l’unica regione italiana priva di energia a basso costo – ha sottolineato il presidente – con una grave penalizzazione per i cittadini e per le famiglie e soprattutto per le imprese che devono sostenere gravi costi aggiuntivi. Si è calcolato che sostituendo una quota pari al 20 per cento delle vendite finali dei derivati del petrolio con metano, si otterrebbe un risparmio complessivo di 432 milioni di euro all’anno, oltre ad un evidente miglioramento delle emissioni inquinanti».
Il massimo rappresentante dell’Assembla sarda ha ricordato che la Sardegna è ancora esclusa dalle grandi reti infrastrutturali nazionali ed europee, unica regione priva di autostrade, esclusa dalle risorse per i piani autostrade nazionali, senza collegamenti ferroviari ad alta velocità «dove è assente una vera continuità territoriale sia aerea che marittima – ha detto – che si scontra con l’imposizione degli aiuti di Stato che ne impedisce di fatto la sua piena realizzazione, criteri che vengono applicati alla Sardegna, come se fossimo sulla terra ferma.»
«L’ essere isola comporta una condizione di arretratezza economica e sociale crescente – ha aggiunto – testimoniata anche dalla riattivazione dei percorsi di emigrazione, non più solo intellettuale ma anche non qualificata che si sposta in cerca di quelle opportunità di lavoro negate in Sardegna. Soltanto attraverso la compensazione degli svantaggi che condizionano le regioni insulari, queste possono operare secondo il regime di concorrenza che per l’Unione europea rappresenta il cardine del funzionamento del mercato interno. In assenza di specifici strumenti solidaricistici, i disagi sono destinati a crescere come testimoniano i tassi di disoccupazione e le percentuali di istruzione universitaria che risultano pari poco più della metà della media europea.»
«Sbaglia chi sminuisce e minimizza il significato della battaglia per il riconoscimento in Costituzione del principio di insularità. Questa è una battaglia indentitaria – ha concluso Ganau – che deve diventare una battaglia di popolo per coinvolgere e convincere tutti i sardi. Ci sono ancora troppe remore nei partiti e in alcuni settori della società civile rispetto a questo percorso, credo sia un errore non cogliere, sino in fondo, il significato politico».