Dì la verità: quando hai deciso di diventare presidente della tua associazione non pensavi certo che sarebbe stato così impegnativo.
La figura del presidente è cruciale all’interno di una associazione. Spesso il presidente è il fulcro attorno a cui ruota tutta l’organizzazione; essere un buon presidente significa essere contemporaneamente un leader, un manager, un organizzatore, un promotore, ma anche uno psicologo, un manutentore, uno che risolve i problemi…Insomma, essere il presidente di una associazione non è certo un compito facile.
Oltre a tutto questo, chi decide di diventare presidente si assume anche delle importanti responsabilità dal punto di vista legale ed economico.
Il presidente infatti è il legale rappresentante dell’associazione. Questo significa che è colui che rappresenta l’associazione verso i soci, verso terzi e verso il Fisco e lo Stato italiano.
Il presidente è responsabile di tutto quello che accade nell’associazione a livello civile, penale ed economico: per i danni arrecati a terzi può affidarsi ad un’assicurazione, per i debiti invece risponde lui in prima persona.
Infatti, nella quasi totalità dei casi, il presidente risponde in solido rispetto all’associazione. Ciò significa che in caso di debiti potrebbe rispondere con il proprio patrimonio personale laddove l’associazione non riesca a farvi fronte.
Questo purtroppo non è un falso mito, ma la verità. Anche se molti presidenti conoscono questa realtà, spesso non sono a conoscenza né delle motivazioni né delle implicazioni che questo comporta.
Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza.
Stando a quanto previsto dal codice civile, l’articolo 38 recita: “Per le obbligazioni assunte dalle persone che rappresentano l’associazione, i terzi possono far valere i loro diritti sul fondo comune. Delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell’associazione”.
Come vedi la legge attribuisce responsabilità a tutti coloro che hanno agito in nome e per conto dell’associazione. Quindi tecnicamente la responsabilità delle scelte assunte dall’associazione in molti casi potrebbe ricadere non solo sul presidente ma sull’intero direttivo.
È il consiglio direttivo, l’organismo decisionale dell’associazione, a cui spetta la gestione ordinaria. Nonostante questo, nei fatti, il presidente è l’unico che ne risponde direttamente.
Perché?
Perché il presidente è l’unica figura certa dell’associazione, il suo nome è l’unico collegato al codice fiscale dell’associazione. È quindi facilmente rintracciabile, mentre i nomi dei componenti del direttivo rimangono su un verbale che non viene (quasi) mai registrato. Per questo non sono quasi mai rintracciabili.
Inoltre, perseguire più persone per lo stesso debito è un costo molto alto per il creditore (basti pensare a cosa vorrebbe dire mandare 5,6,10 raccomandate).
Per questo a chi vanta dei crediti nei confronti dell’associazione conviene concentrarsi su una persona sola, vale a dire il responsabile legale, cioè il presidente. Spetterà a lui, eventualmente, rivolgersi al gruppo dirigente per recuperare i soldi spesi.
Ricorda:
Il PRESIDENTE è il vero unico, totale ed assoluto responsabile legale, qualsiasi cosa avvenga e nonostante quanto affermato dal codice civile, in nome e per conto dell’Associazione.
Il Consiglio Direttivo, invece, può essere chiamato in causa (ma non ci è quasi mai capitato) SOLTANTO quando ha votato deliberando con un apposito verbale scritto, controfirmato e depositato nel Libro Verbali, assumendosi una responsabilità o un impegno.
Il secondo punto da chiarire è che il presidente risponde delle scelte assunte dell’associazione sia durante il suo mandato, sia rispetto agli anni precedenti. Per questo può essere chiamato in causa anche per fatti risalenti a mandati precedenti ai suoi.
La maggior parte dei Presidenti che incontro sono convinti esattamente del contrario. Sono convinti cioè che la loro responsabilità parta dal giorno della loro nomina e non riguardi il pregresso.
Non è così. Si scontra col buon senso questo aspetto, lo capisco, ma purtroppo è connesso col concetto di Responsabilità Legale del diritto italiano.
In Italia, il rappresentante e responsabile legale in carica di un ente (a meno che l’Associazione sia riconosciuta ed inserita quindi nel Registro delle Persone Giuridiche, ma sono casi più unici che rari), rappresenta l’ente stesso in tutte le sedi dal momento esatto in cui ne assume l’incarico, rispondendo di tutte le obbligazioni assunte anche dai predecessori e di quelle che verranno.
Perchè?
Perchè il rappresentante legale, lo dicono le parole stesse, rappresenta l’Associazione davanti alla Legge (e quindi in qualsiasi contenzioso di natura legale).
Il caso più brutto e ricorrente riguarda le sanzioni di natura Fiscale. Capita infatti che le Associazioni no profit siano controllate per fatti avvenuti anni prima (lo Stato può e effettuare controlli Fiscali andando indietro fino a 5 anni) quando il Presidente/ Responsabile Legale non era quello attuale e che a seguito del controllo il nuovo Presidente/ Responsabile Legale sia chiamato in prima persona a risponderne. Anche col proprio patrimonio personale, se quello dell’Associazione non è sufficiente.
Quando spiego queste cose, spesso mi sento dire: “ho capito che sono talmente fuori posto che mi conviene chiudere l’associazione e riaprirne uno nuova per evitare sanzioni”.
Bene, sappi che questa è la scelta più sbagliata che si possa fare. Infatti chiudere e riaprire porta inevitabilmente due problemi:
Rischi di destare il sospetto del Fisco, che quindi potrebbe venire con più probabilità a controllarti. Questo è quello che è successo a una asd di Rieti. Quando il presidente in carica da due anni ha capito che c’erano stati diversi problemi nella gestione dell’associazione, ha fatto come fanno in molti: ha chiuso la sua Sport Life ASD, per riaprire subito dopo la ASD New sport life.
Nome quasi simile, stesso presidente, quasi gli stessi membri del direttivo, stessa sede sociale. Quanto pensi ci abbiano impiegato a fare 2+2?
In quel caso fu la Siae competente sulla zona che, insospettita da questo cambio, fece partire un accertamento sulla vecchia associazione.
Ed ecco qui subentrare il secondo problema.
La nuova associazione non può rispondere dei debiti di quella vecchia, quindi l’unico che dovrà pagare sarà il presidente.
Proprio così. Dopo l’accertamento partì una sanzione di circa 90 mila euro. Il presidente chiese una rateizzazione, pensando di poter nel tempo pagare la sanzione con le entrate derivanti dalla New sport Life. Ma, in realtà, poiché le due associazioni erano due enti diversi dal punto di vista giuridico, non era possibile accollare a una i debiti dell’altra.
Se l’associazione è chiusa, non ci sono più entrate, patrimonio, o contanti che possono essere usati per pagare eventuali sanzioni. In quel caso, i soldi vanno a chiederli direttamente e solo al presidente.
Come vedi quindi il rischio che si assume un presidente è molto alto.
Per questo consigliamo sempre a chi subentra nella gestione di una associazione di far fare prima una Ispezione Fiscale Simulata, in modo da essere consapevoli prima di assumersi una responsabilità di questo tipo, dei possibili problemi e eventuali rischi che corre l’associazione per la gestione degli ultimi 5 anni.
Molti errori infatti possono essere corretti, molto si può sistemare e ricostruire se non è stato fatto.
Ma sopratutto capire cosa si è sbagliato in passato serve a non ripetere gli stessi errori anche per il futuro.
Se anche tu hai dei dubbi su come è stata gestita la tua associazione fino a oggi, puoi richiedere un appuntamento telefonico gratuito con un nostro agente, che cercherà di capire meglio la tua situazione e come possiamo aiutarti.
Stefano Marini