Ieri mattina si è tenuta a Cagliari alla Cittadella della Salute (padiglione E) la conferenza stampa tenuta dall’ASARP per discutere delle condizioni del sistema “salute mentale” in Sardegna.
È emerso che negli anni anziché apportare modifiche volte a migliorare i servizi e le strutture dedicate alla salute mentale, si sta assistendo ad un processo inverso, di regresso.
Se nel 2008 è stato garantito un servizio di assistenza quotidiano, sette giorni su sette e hanno preso il via le sperimentazioni per tenere alcuni centri aperti 24 ore su 24, dal 2009 è stata fatta marcia indietro chiudendo differenti ambulatori e riducendo gli orari di apertura, sino a eliminare la sperimentazione che garantiva assistenza ininterrotta. Sono inoltre stati cancellati i finanziamenti diretti ai dipartimenti, finanziamenti garantiti del 20% dalla Legge 20/1997.
Da un incontro avvenuto il 27 giugno tra l’Assessore Regionale alla Sanità Luigi Arru e il Direttore Generale dell’ATS Sardegna Fulvio Moirano risulta inoltre che da otto Dipartimenti di Salute Mentale distribuiti in tutta la Sardegna si passerà a tre.
Il problema è che si stanno effettuando dei tagli economici sulla sanità (in questo caso sulla salute mentale) necessari a garantire massima qualità, totale assistenza e completa disponibilità sia ai diretti interessati che alla famiglia.
“È un settore da privilegiare, non da impoverire. I ministri della salute hanno dettato delle regole precise, hanno dato ordini precisi rispetto alle risorse del settore sanitario e del settore della salute mentale. Accorpare le aziende sanitarie è un suicidio. Accorpare i dipartimenti di salute mentale è un suicidio. Chiudere otto centri di salute mentale e metterne tre non funziona perché i servizi devono stare sul territorio vicini alle persone. Devono essere bei servizi, devono essere sempre aperti e devono essere riconoscibili da tutti e per tutti” dichiara Gisella Trincas, presidentessa dell’Asarp (Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica).
La Legge 180 ha portato l’Italia a fare un grosso passo avanti riguardo la salute mentale, traguardo invidiato in tutto il resto del mondo, ma bisogna ancora perfezionare i servizi offerti.
Entro quattro settimane ci sarà un incontro tra Luigi Arru, la Commissione Regionale Salute Mentale che è costituita dalle principali associazioni sarde e l’Anci nel quale verranno trattati sei punti:
- la riattivazione del Tavolo regionale di assistenza psichiatrica che vedrà la partecipazione congiunta delle Associazioni dei cittadini, dell’azienda Tutela della Salute, dell’Anci e dell’Assessorato dell’Igiene e Sanità;
- il rapido censimento sulla situazione del personale nei modelli organizzativi dei Centri di salute mentale (ambulatori, residenze e servizi psichiatrici di diagnosi e cura) per garantire l’attivazione del percorso circolare di presa in carico del paziente;
- identificazione di indicatori – percorso – risultato;
- percorsi formativi in cui il paziente e la famiglia siano al centro di un percorso personalizzato;
- percorsi di integrazione socio-sanitaria;
- rivalutazione della Legge 20/1997.
Alessandra Liscia