Duplice appuntamento domani a partire dalle 20.15 con “Glitch Project” di e con Francesco Capuano e Nicola Picardi in piazza di Chiesa. A seguire “Lettres Sonores”,spettacolo ispirato all’omonimo libro di Valery Afanassiev, con il pianoforte di Irma Toudijan e gli “scatti” della fotografa cagliaritana Daniela Zedda, alle 21.30 all’Ex Municipio.
“Glitch Project” – (vincitore Danza Urbana XL 2018 – azione del Network Anticorpi XL. Proposte di danza nei paesaggi urbani) ideato, diretto e interpretato da Francesco Capuano e Nicola Picardi (che firmano regia e coreografie) racconta il sogno di una fuga dalla realtà, con l’interruzione della routine quotidiana per una “anomalia” che spezza il ritmo di una giornata di lavoro, in risposta ad un’ansia di libertà, quasi il concretizzarsi di una utopia.
Una performance di danza urbana, ripensata e rimodellata di volta in volta in funzione degli spazi mutevoli che la ospitano, per indagare la condizione umana, ovvero la sorte apparentemente già scritta e immutabile di individui imprigionati nel consueto rituale, una sequenza di azioni e movimenti sempre uguali, che riflettono regole e convenzioni, obblighi e limiti cui si è costretti a sottostare per adeguarsi alla moderna civiltà dei consumi. Tra stress e frenesia si insinua come in una sorta di fantasticheria, un volo dell’immaginazione, l’ipotesi di riconnettere finalmente mente e corpo e ritrovare la perduta armonia dell’essere del mondo: brevi istanti di una felicità assoluta, che rapidamente si dilegua all’emergere dell’amara verità.
Le seducenti “Lettres Sonores” create dalla pianista e compositrice libanese di origine armena Irma Toudjian (vissuta a lungo a Parigi, dove si è perfezionata, prima di trasferirsi in Sardegna, sua patria d’elezione) e dalla fotografa cagliaritana Daniela Zedda – artista nota e apprezzata fuori dall’Isola per i suoi preziosi “scatti” e i suoi icastici ritratti – riecheggeranno DOMANI (giovedì 26 luglio) ma alle 21.30 nello spazio en plein air dell’Ex Municipio di Pula per il XXXVI Festival La Notte dei Poeti.
Viaggio sul filo della memoria per un concerto-spettacolo che disegna una “una corrispondenza tra musica e immagini” – un dialogo a distanza o meglio un affascinante “contrappunto”, ispirato all’omonimo libro dello scrittore russo Valéry Afanassiev.
“Lettres Sonores” pensate come un’autobiografia in musica, in cui l’autrice affida a melodie e ritmi, temi ricorrenti e riaffioranti la trama dei ricordi, alternando momenti vorticosi, quasi convulsi nell’incalzare degli accordi e altri di più ampio respiro, intimistici e meditativi, quasi un diario dell’anima trascritto sul pentagramma per dar vita intriganti sinestesie. Le dita danzano agili sulla tastiera evocando paesaggi dell’infanzia e luoghi della fantasia, quasi scolpendo e riplasmando la materia incandescente delle reminiscenze del passato sull’onda di nuove emozioni mentre sullo schermo si susseguono iconografie simboliche tra realtà e sogno, in una narrazione a due “voci” fatta di volti e storie, paesaggi, suoni, colori, profumi di terre remote o immaginarie.