L’europarlamentare Ignazio Corrao: «Progetto simbolo lampante di assoluto spregio nei confronti del territorio. La Commissione Europea intervenga.»
«Il caso della località di Su Pallosu in Sardegna – dichiara l’europarlamentare del M5S Ignazio Corrao – è un simbolo lampante di assoluto spregio nei confronti del territorio, dove la tutela è considerata ancora un optional. Per questa ragione ho deciso di chiedere alla Commissione Europea, attraverso un’interrogazione, l’apertura di un’apposita procedura d’infrazione per l’azione disinvolta e superficiale della Regione Sardegna e del Comune di San Vero Milis in provincia di Oristano che hanno prima dato una concessione demaniale marittima e poi il via libera all’intervento, ignorando le direttive europee in materia ambientale».
A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao che porta così all’attenzione dell’esecutivo europeo, il caso del campo ormeggi sulle Nacchere a Su Pallosu. «In un’area ad alto valore naturalistico – spiega Corrao – dove vi sono specie protette in via d’estinzione come la delicatissima Nacchera di Mare o gli splendidi esemplari di uccello Gruccione, vogliono costruire un campo boe con 32 posti barca che avrebbe conseguenze serissime sull’equilibrio ambientale. I lavori per la realizzazione del campo ormeggi di Su Pallosu sono iniziati nei giorni scorsi solo grazie ad una ordinanza sospensiva del Tar, dopo una eloquente doppia bocciatura della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano e la sollevazione popolare che ha portato oltre 1.300 cittadini a firmare una petizione per chiederne lo spostamento.»
«Per questi motivi – continua Corrao – oltre all’interrogazione con la quale denunciamo il caso alla Commissione Europea, auspichiamo che anche il Governo nazionale, attraverso le competenze dei Ministeri Ambiente e Beni Culturali, possa rimediare alla spregiudicata azione di Regione e Comune, attraverso l’annullamento precauzionale delle autorizzazioni già rilasciate e il relativo ripristino dei luoghi allo stato originario, anche per evitare la procedura d’infrazione per la violazione del diritto comunitario e ulteriori danni all’ambiente» conclude Corrao.