“Un saluto a tutte e a tutti. Per coloro che non sono di Cagliari, benvenuti a Cagliari, città che ama i diritti. Estendere i diritti non ha mai fatto male a nessuno. Lo vorrei dire anche ad un mio ex collega, Fontana: non saranno zampilli ad impedire l’estensione dei diritti o ad annacquarli”.
Inizia così il Sardegna Pride 2018 con il discorso del sindaco Massimo Zedda che risponde con ironia alla dichiarazione del ministro della famiglia e della disabilità Lorenzo Fontana.
E Cagliari risponde a sua volta, più colorata e più solidale che mai. In migliaia sabato 7 luglio hanno manifestato illuminati dai colori dell’arcobaleno tra danze, musica e spettacoli sotto il motto universale di “love is love” (soprattutto nei social) e del “esistiamo, resistiamo”. La grande festa dell’amore universale e dei diritti Lgbtqi è stata organizzata dal Coordinamento Sardegna Pride che riunisce sotto l’associazione Arc onlus, anche Sardegna Queer, Famiglie Arcobaleno, Mos (Movimento omosessuale sardo), Unica Lgbt, Agedo, Gaynet, Cgil Ufficio nuovi diritti. Immancabile e presente da anni il sostegno di Lila Cagliari, di Emergency, di Amnesty International e l’associazione Buddista Arcobalena Sardegna.
Presenti alla manifestazione anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru, la sindaca di Assemini Sabrina Licheri, il senatore M5S Ettore Licheri e diverse altre rappresentanze politiche.
L’onda di orgoglio è partita da via Sant’Alenixedda e ha proseguito per via Dante, via Paoli, via Sonnino, via Roma sino ad arrivare in piazza Yenne.
Tanti gli artisti che hanno dato il loro sostegno, come Claudia Aru e tanti quelli che hanno dato un proprio contributo. In via Sonnino il corteo ha fatto una sosta per guardare l’esibizione di Fabio Marceddu e in piazza Yenne per l’esibizione di chiusura delle Karalis Sisters. Madrina della serata Martina Dell’Ombra, star del web.
Una Cagliari eterogenea ha marciato, ballato, cantato e manifestato dalle 19 alle 21:30 in centro città, mentre i festeggiamenti notturni si sono svolti al Poetto.
Una festa contro ogni forma di discriminazione che ha visto sfilare tra le vie di Cagliari anche tante magliette rosse “per fermare l’emorragia di umanità”, come suggerito dal giornalista Francesco Viviano, idea rilanciata da don Luigi Ciotti su Libera.
Alessandra Liscia