Buona la prima con Riky, En?Gma e Willie Peyote. Un pubblico di giovanissimi in visibilio per i vent’anni del festival
Abbabula 2018. Vent’anni portati benissimo. Basta vedere i volti e l’entusiasmo del nuovo pubblico che ieri ha festeggiato l’esordio dell’edizione 2018, composto da giovanissimi, per capire che la scelta coraggiosa delle Ragazze Terribili ha portato una ventata d’aria nuova di cui il festival musicale più longevo di Sassari e dintorni potrà sicuramente avvantaggiarsi.
Il merito è di una formula che, pur portando con sé tutto ciò che di buono è stato fatto in questi anni, cambia pelle. Nuovo il pubblico, nuova l’Arena Concerti di piazzale Segni, dove già diversi anni fa si era fatto qualche esperimento, e nuovi gli interpreti di ABBABULA 2018, assoluti protagonisti della scena musicale contemporanea, in Sardegna e in Italia.
Ieri è stato così per Riky, ossia Riccardo Giacomini, il rapper cagliaritano che ieri ha aperto la rassegna. L’ex Blatha Fam, che vanta tre album solisti e una collaborazione con J-Ax per la realizzazione del singolo Mi Vendo, ha scaldato i giovanissimi che si sono appostati sotto il palco per cantare e saltare insieme a lui al ritmo dei pezzi di “Everest”, album prodotto per Machete che ha permesso al talento sardo, reduce dalla semifinale a The Voice, di scalare le classifiche.
Da Cagliari a Olbia, la serata dedicata al rap e ai suoi nuovi “profeti in patria” è andata avanti con la performance di un altro protagonista assoluto della scena sarda e non solo. En?gma, sul palco con Kaizén, ha mandato in delirio i suoi fans.
Il suo rap intriso di contaminazioni varie, dai Prodigy ai Daft Punk, passando dal metal-crossover all’hip-hop ha fatto breccia nel cuore degli spettatori, che hanno condiviso la sua rabbia e la sua protesta, tra salti, braccia alzate e un’unica voce.
L’età media per la terza parte della serata si è alzata di qualche tacca, ma senza mai avvicinarsi ai trent’anni di attività delle Ragazze Terribili. Con il Sindrome di Tôret Tour di Willie Peyote il viaggio si fa più intenso, il linguaggio più complesso, il messaggio meno sfacciato.
Si balla e si canta uguale, ma gli adolescenti si spostano a lato per fare posto alla generazione immediatamente precedente. E dopo quasi tre ore di musica, sfumano le luci sulla prima di un ABBABULA decisamente nuovo e convincente.