In programma a Seulo dal 14 al 15 luglio la nona edizione di “Su Casu in filixi” (formaggio in felce).
In programma un laboratorio di preparazione di “su casu in filixi”, percorsi gastronomici, escursioni, convegni, degustazioni di formaggi e del “cibo dei centenari” a suon di musica popolare sarda. Si esibiscono gli artisti Sergio Putzu, all’organetto, Simone Murgia, all’armonica, e Molly Chamber.L’evento, il cui obiettivo è quello di tutelare e far conoscere il formaggio tradizionale a più persone e valorizzarlo attraverso una campagna di promozione e salvaguardia, è organizzato dall’Ecomuseo dell’Alto Flumendosa e dall’associazione culturale Su Scusorgiu Onlus con il patrocino del Comune e dell’AT ProLoco di Seulo e dell’agenzia Laore.
“Su casu in filixi”, una rara tecnica tradizionale di origini antichissime
La produzione de “su casu in filixi” ha origini antichissime, strettamente barbaricine. Si tratta di una tecnica molto rara e secondo alcuni documenti storici è una tradizione radicata a Seulo, Villagrande e Olzai.
Le origini – La ricetta di “su casu in filixi” nasce nel mondo agropastorale in un periodo in cui le risorse alimentari sono molto scarse. In particolare i pastori spinti dall’esigenza di nutrirsi, per evitare lo spreco di cibo decidono di sfruttare ogni prodotto proveniente dal loro bestiame, utilizzando anche i residui della produzione del latte.
Questa particolare tecnica di preparazione si è tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri.
La ricetta – Gli ingredienti di “su casu in filixi” sono due: il formaggio, di capra o di pecora, e alcune foglie di felce aquilina. La sua consistenza è quella di un formaggio fresco molle e succoso. Il gusto delicato del latte si mischia con quello selvaggio delle felci. Il formaggio non viene prodotto in grandi quantità e di solito viene consumato freschissimo appena fatto. Nonostante la felce aquilina sia ormai in via d’estinzione, l’alimento è stato inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Sardegna.