La località sarda si racconta attraverso le persone che ci vivono e lavorano, arricchendo la comunicazione turistica con un format innovativo, fatto di interviste, storie, spot, incontri. E una canzone per l’estate, con un tocco di mistero.
Estate 2018: il Comune gallurese famoso per le spiagge da sogno e per i turisti che ogni anno affollano il piccolo borgo, si racconta oltre la bellezza della natura, oltre il mare, le attività sportive e le attrazioni turistiche. Lo fa attraverso le persone, la comunità di donne e uomini che a San Teodoro vivono da sempre o che hanno deciso, ad un certo punto, di trasferirsi qui e condividere la quotidianità con chi ci è nato.“Tutti conoscono San Teodoro e la Sardegna per il mare meraviglioso, ma quello che veramente conta e di cui si sentirà la mancanza una volta tornati a casa saranno le persone, quei volti che ‘sono’ San Teodoro e che avranno contribuito a rendere indimenticabile il periodo passato qui”, sottolinea Gianluca Vassallo. L’artista, sardo d’adozione, ha curato con White Box Studio idea, contenuti e realizzazione della campagna #sonoSanTeodoro , con l’obiettivo di costruire un modello nuovo di comunicazione turistica.
Oltre ad una serie di spot, che giocano con ironia e leggerezza su alcuni stereotipi e luoghi comuni, il progetto comprende anche una cinquantina di interviste (che diventeranno 100 entro la fine dell’anno) realizzate da Vassallo e Daniele Arca. Sono le “Storie Comuni”, racconti di vita degli abitanti di San Teodoro, che verranno condivise con tutti e proiettate in piazza, sulle pareti delle case circostanti, a partire da domenica 22 luglio. Un modo per raccontare (e costruire) la comunità senza alcuna retorica, immediato e coinvolgente, anche attraverso incontri con scrittori, rappresentanti di realtà attive in zona, giornalisti, docenti universitari.
“San Teodoro è uno stato d’animo”, suggerisce Massimo Oggiano, Delegato alla Cultura, Sport e Spettacolo del Comune gallurese, impegnato nella conservazione dell’identità del luogo e della sua cultura. “Il progetto di Gianluca Vassallo è molto importante per noi, perché lavora sulla manutenzione della memoria, per raccontare anche a chi arriva da fuori, in un momento leggero e spensierato di vacanza, cosa è stato e cosa potrebbe essere San Teodoro, attraverso la voce di chi è parte della sua storia.”
I volti dei teodorini sono stati inoltre raccolti in “Inventario Stagionale”, un volume fotografico già andato esaurito nella prima tiratura di 1.000 copie.
E come tutte le estati che si rispettino, non poteva mancare il tormentone musicale. Con una storia particolare e un piccolo mistero.
“Un’estate lì”, la colonna sonora dell’estate teodorina, nasce infatti dall’incontro casuale con un personaggio sfuggente: un uomo non più giovanissimo, con lo sguardo pieno di malinconia, di quelli che tutti incrociano ogni giorno ma nessuno conosce veramente. Durante i giorni di riprese video per spot e interviste, quest’uomo – di cui si sa solo il nome, o forse un soprannome, Faula – ha voluto lasciare a Vassallo un’audiocassetta con una traccia voce e chitarra: una canzone d’amore per una donna incontrata molti anni prima proprio lì, a San Teodoro.
Sentita quasi per caso da una produttrice musicale milanese, Stefania Bonomini, che ne ha intuito la potenzialità e ha messo mano ad arrangiamento e produzione, “Un’estate lì” è diventata il pezzo dell’estate, ora disponibile su Spotify e su tutte le piattaforme musicali e digitali, accompagnata, come tutti i tormentoni che si rispettino, da un videoclip girato sulla spiaggia della Cinta.
Intanto, a San Teodoro, la curiosità aumenta ed è già partita la caccia per scoprire l’identità del misterioso autore: chi è Faula?