Il tema Zona Franca sta riscaldando gli “animi” di politici e no. Ciò significa che l’argomento appassiona da un lato e coinvolge dall’altro.
E’ risaputo, ormai, che tra i politici sardi c’è chi osteggia la nascita della Zona Franca integrale e, chi, viceversa, la auspica fortemente. A sentire le diverse campane, emergono tesi attraverso le quali è praticamente impossibile trovare una convergenza comune. La sinistra e il centrosinistra, ma particolarmente il Pd, soffrono di “allergia” alle tematiche della “Zona Franca”, mentre il centrodestra, ad eccezione dei “Riformatori”, si sono sempre dichiarati favorevoli.A suffragio della propria tesi, i contrari sostengono che non sussistono le condizioni giuridiche e legislative perché la Sardegna diventi “Zona Franca” integrale. “Non è possibile, sostengono sinistra e centrosinistra, perché già esiste un provvedimento legislativo che nell’isola ha istituito le zone franche doganali.
Alcuni esponenti del centrodestra ribattono, per contro, che l’attuale Governo ha accolto un ordine del giorno sull’attivazione della Zona Franca, a firma di Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia. Prima di lui, nella scorsa legislatura, un’altra proposta di legge per l’istituzione della Zona Franca l’aveva presentata Mauro Pili, leader di “Unidos”.
Il tema, dunque, è particolarmente dibattuto a livello politico, ma lo è anche tra il popolo sardo, che finalmente ha preso coscienza sul fatto che l’attivazione della zona franca risolverà non pochi problemi sotto l’aspetto socio-economico.
Va puntualizzato, però, che la zona franca, come sostiene qualcuno, non è tornata d’attualità solo perché a febbraio prossimo si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale, bensì perché l’ordine del giorno presentato da Deidda, risale al mese di giugno di quest’anno. Chi impediva, quindi, anche ai parlamentari isolani del centrosinistra, avanzare un’identica proposta? Intanto, è bene prendere atto che in Sardegna il primo comune a concludere l’iter per l’istituzione della “Zona Franca Integrale”, è stato quello di Domusnovas. È pur vero che prima di Domusnovas altri comuni assunsero l’iniziativa, ma il processo istitutivo si è interrotto sul nascere.
Evidentemente, il sindaco di Domusnovas, Massimo Ventura, si è documentato in proposito e con la consulenza di Alessandro Marini, ha predisposto i relativi atti e dopo il coinvolgimento di giunta e gruppo di maggioranza, ha convocato il consiglio comunale che ha approvato all’unanimità le tre delibere sull’istituzione della zona franca.
Intanto occorre prendere atto che gli scettici e i diffidenti, su materie così scottanti, sono sempre dietro l’angolo pronti a boicottare e avversare iniziative come quella assunta a Domusnovas.
Per sgombrare il campo dai continui equivoci che in questo periodo stanno sorgendo attorno all’istituzione della “Zona Franca Integrale”, abbiamo ritenuto opportuno riprendere il filo del discorso con Alessandro Marini che, da esperto in materia, sottoponiamo alla sua attenzione alcune domande in relazione ai benefici che la “Zona Franca Integrale”, una volta operativa, è in grado di produrre a favore della Sardegna.
Com’è suo solito, Alessandro Marini non usa giri di parole nel criticare la maggior parte dei politici che nel corso del tempo hanno scaldato le sedie del consiglio regionale sardo.
Sardegna Reporter: Alessandro Marini, perché si scaglia contro i politici regionali sul tema zona franca Integrale?
Alessandro Marini: sono esterrefatto da come alcuni organi di stampa regionali continuano a dare risalto a politici che ben poco hanno fatto e prodotto a favore del popolo sardo. Non può essere possibile che alcuni partiti pensino ancora di poter prendere per i fondelli la gente, quella gente ridotta in miseria grazie alle loro scelte politiche economiche che hanno determinato il fallimento economico e sociale della nostra splendida regione.
Sardegna Reporter: ci spieghi meglio, Marini, perché questo suo scontro aperto con la vecchia politica che, puntualmente, in prossimità delle elezioni, riemerge dagli abissi, continuando ad utilizzare le solite patetiche argomentazioni come l’insularità.
Alessandro Marini, il 15 Agosto è apparso un articolo su L’unione Sarda dal titolo: ACCISE UNO SCIPO DA tre MILIARDI. Si parla della modifica dell’art.12 dello statuto autonomistico; premetto che lo scippo è di 6 miliardi e non 3. Il che la dice lunga della preparazione in materia economica di questi signorotti. Soprattutto i Riformatori continuano ad essere ripetitivi. Hanno l’astuzia di promuovere iniziative come la modifica di uno degli articoli dello statuto regionale, pur sapendo che ci vogliono anni di battaglie.
Sardegna Reporter: Marini, non vede di buon occhio i Riformatori?
Alessandro Marini: la verità è che i partiti, con i Riformatori in testa, continuano a boicottare la Zona Franca in Sardegna in cambio di qualche poltrona politica, infischiandosi altamente dei problemi delle famiglie, imprese, giovani e pensionati. Ribadisco, se la Lombardia avesse avuto il nostro statuto autonomistico sarebbe stata la regione più ricca d’Europa, ma come sappiamo in pochi, la nostra stragrande maggioranza dei parlamentari è impreparata in materia ed ha la presunzione di risolvere i problemi dell’isola gettando fumo negli occhi della gente.
Sardegna Reporter: Marini, lei punta tanto sulla Zona Franca Integrale. Perché?
Alessandro Marini: certo, punto tutto sulla Zona franca integrale perché soltanto essa ci darà nuovo impulso economico. In regime di zona franca le pensioni sono tassate al 2% , mentre per le imprese il massimo del prelievo fiscale è del 12,5 %; è possibile dedurre costi che in questo momento sono impensabili, i dipendenti pubblici e privati avranno sul prelievo fiscale alla fonte, massimo il 6%. Insomma, è un diritto dei sardi avere la zona franca in virtù dello svantaggio della ultra perifericità dell’isola.
Sardegna Reporter: Marini, lei ha risvegliato il sentimento dei sardi in materia di zona franca.
Alessandro Marini: sto facendo il mio dovere, tutti i sardi devono mobilitarsi sulla necessità di tutelare i propri interessi. La zona franca risulta una tematica che ogni residente, ogni impresa, ogni pensionato, ogni dipendente pubblico e privato devono tutelare; è assurdo andare contro i propri interessi e votare politici che, una volta eletti, si dimenticano degli interessi dei Sardi .
Sardegna Reporter: in conclusione, Marini, a Domusnovas riuscirete a fornire il carburante detassato, così come in altre parti della Sardegna?
Alessandro Marini: vuole che le spieghi la mia sincera verità? Allora, premetto che chi mi conosce bene, sa che non sposo alcun progetto se non intravedo il 99% di successo. So benissimo che la detassazione del carburante è solo una questione di tempo, anche perché non si possono sostenere costi così elevati alla pompa. A Domusnovas, grazie alla detassazione del carburante, si creeranno 7/8 posti di lavoro a tempo indeterminato, quindi, 4/5 famiglie avranno un futuro garantito.
Nessuno pensi, però, che nell’arco di 30 giorni a Domusnovas ci sarà il carburante detassato, poiché c’è la necessità di predisporre alcuni documenti tra Ente,Saras e Dogana. Il tutto perché l’ufficio tributi comunale deve avere sotto controllo il consumo del carburante nelle stazioni di servizio. Infine, i sardi devono capire che stiamo tutelando gli interessi del popolo sardo.
Al momento non voglio aggiungere altro. Mi fermo qui.