“White Rabbit Red Rabbit” – un titolo enigmatico per la pièce scritta da Nassim Soleimanpour e interpretata dal poliedrico artista e trasformista Gianni Dettori, protagonista venerdì 10 agosto alle 21.30 al Teatro Civico di Castello a Cagliari nel quarto e ultimo appuntamento con il progetto firmato 369gradi in collaborazione con il CeDAC e con la “complicità” di LucidoSottile.
Un copione misterioso che l’interprete riceverà (in busta chiusa) direttamente sul palco alla presenza del pubblico, con l’arduo compito di metterlo in scena facendo ricorso al proprio talento istrionico e alla propria capacità d’improvvisazione – e a una certa dose di temerarietà – esibendosì “senza rete” davanti agli spettatori senza regia e senza prove, con pochi oggetti a disposizione e tutta l’emozione e la supence di una “prima”. Una performance unica e irripetibile in cui Gianni Dettori dovrà dar corpo e senso alle parole scritte, rappresentare e incarnare il frutto dell’immaginazione dell’allora ventinovenne drammaturgo iraniano che ha affidato alla propria opera il proprio desiderio di fuga e la propria sete di libertà.
In una sorta di “congiura del silenzio”, nata per tutelare l’autore, cui era stato impedito di lasciare il suo Paese e la cui voce aveva potuto varcarne i confini solo attraverso il teatro, attori e attrici, critici e spettatori sono stati infatti invitati a non rivelare nulla sulla pièce che non può essere raccontata né recensita. Una scelta obbligata per quanto contro corrente e paradossale, che ha trasformato la rappresentazione in sé in atto “politico” come simbolo della libertà d’espressione – e “circolazione” delle persone e delle idee nelle varie regioni del pianeta.
Al di là dei contenuti – che non possono essere riferiti né documentati – “White Rabbit Red Rabbit” propone un’inedita formula di costruzione di uno spettacolo, in cui l’interprete ha il difficile compito di “tradurre” in azione un testo scritto, in una “lettura” a prima vista e sotto gli sguardi del pubblico. Dopo l’exploit di Tiziana Troja e le versioni diversissime di Elio Turno Arthemalle e Michela Sale Musio, sarà la volta di Gianni Dettori, già cofondatore del duo Giancarlotta e conosciuto al qua e al di là del Terreno per le sue gallerie di personaggi – da Monica Vitti a Milly, da Petrolini a Giorgio Gaber – nel Gianni Dettori Show, volto noto del piccolo schermo ma anche icona del cinema d’autore nei films di Giovanni Coda.
Un appuntamento intrigante – date le premesse – in grado risvegliare la curiosità e l’interesse degli appassionati di teatro, ma non solo, sia per la peculiarità della rappresentazione e la valenza “politica” di un testo dichiaratamente “non politico”, ma inserito in un contesto che non può che indurre a riflettere sui diritti civili e sulla condizione dell’esilio – in patria o all’estero insieme al piacere e il privilegio di assistere ad una mise en scène che non ha possibilità di replica.