Sarà un Ferragosto un po’ diverso e sicuramente più triste per tutti gli oristanesi che vogliono bene a questa città. Ricca di storia e di fascino, pigra e spesso un po’ svogliata, ma che ogni tanto racconta storie di vita che sanno conquistare il cuore della gente.
Dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, ci ha lasciati quel simpaticone di Camillo Sotgiu, e con lui se ne va un pezzo importante di quella Oristano che non c’è più. Aveva tutti i tratti più squisiti di un personaggio d’altri tempi il buon Camillo, che sapeva distinguersi per allegria, cordialità e gentilezza. E soprattutto conosceva tutto di tutti, e all’ombra della Torre, dove per lunghi anni ha diretto la gioielleria Laccu, è stato il depositario per eccellenza di racconti, aneddoti, segreti e dicerie che hanno fatto la “piccola storia” di questa città.
“Sembra proprio il paese dei campanelli!”, esclamò quella sera del lontano mercoledì 7 novembre 2007, mentre faceva il suo ingresso al teatro Garau, affollato come non mai. Gran parte dei posti in sala, infatti, erano stati occupati dai componenti della “grande famiglia” dei Campanelli, accorsi in massa per festeggiare degnamente un loro celebre antenato. Quell’Ernesto Campanelli, trasvolatore atlantico, con il marchese Francesco De Pinedo nel novembre 1925.