Secondo un dossier di Coldiretti ad agosto ha piovuto per 20 giorni su 24, con quantità anche maggiori al 1000% rispetto alla media. A una settimana dalla fine, agosto è già il mese più piovoso da quando si raccolgono i dati (1922), con medie che raggiungono anche il +1000%.
Ormai non si contano più i nubifragi e le grandinate che stanno devastando le colture agricole: sono già milioni di euro i danni che vanno a sommarsi ai 300 milioni di euro (stima Coldiretti Sardegna) subiti lo scorso anno dalla siccità.
I brevi ma violenti e continui temporali, accompagnati spesso dalle grandinate causati dalla presenza di aria fredda in quota, e molto calda e umida al suolo, stanno interessando tutto il territorio regionale, ma in particolare il centro sud dove ha piovuto per 20 giorni su 23, un vero record se si pensa che negli ultimi 5 anni la media delle giornate piovose ad agosto era di 3 giorni (in tutto il mese).
Precipitazioni e umidità che ci hanno accompagnato dalla primavera e che hanno creato l’habitat ideale per il proliferare di parassiti spesso letali per le colture.
A piangere insomma, insieme ai vacanzieri che si stanno rassegnando, durante i pomeriggi, alla sola vista del mare, è ancora una volta il mondo agricolo che si trova nel paradosso di dover subire i danni dalla troppa acqua dopo che appena 8 mesi faceva la conta di quelli dovuti alla mancanza di precipitazioni (nel 2017, secondo Sardegna clima, gran parte del territorio sardo ha chiuso con soltanto la metà del cumulato pluviometrico rispetto alla media con punte del 65 – 70%), che Coldiretti Sardegna ha stimato in 300 milioni.
Dalle rilevazioni di Sardegna Clima, agosto 2018, soprattutto nella parte costiera e occidentale può già essere classificato come un mese eccezionale per gli accumuli pluviometrici che risultano i più alti da quando si registrano i dati (1922). Le medie mensili in questo mese oscillano normalmente da pochi millimetri delle aree costiere meridionali (5/8 mm) ai 30/40 mm delle zone interne e di montagna. Ad oggi ci troviamo di fronte a dati provvisori addirittura prossimi ai 200 mm tra Goceano e Barbagia. Anomalie pluviometriche che si fanno ancora più estreme (>1000%) sui settori meridionali: sull’hinterland di Cagliari si registrano picchi fino a 140 mm.
Agosto tra l’altro che segue una primavera molto piovosa con un maggio eccezionale tra i più ricchi di precipitazioni di sempre (in varie località si sono superati i 200 mm mensili, evento di per se raro, eccezionale se riferito al mese di maggio). Primavera che aveva già arrecato notevoli danni all’agricoltura in particolare alla frutta (fragole, albicocche, ciliegie e pesche. Perdite, soprattutto per le precoci, che si aggirano dal 40 anche al 70%), il grano ed in particolare per il Cappelli, ma anche le ortive (ritardi nella messa a dimora delle piantine e terreni allagati), e per i foraggi, il riso e le vigne.
Nei campi, in molti casi la situazione è a dir poco critica. Le piogge dell’ultima settimana sono state il colpo di grazia per molte colture. Ci ritroviamo con terreni allagati, frutti devastati dalla troppa acqua, dalla forza delle precipitazioni e dalle grandinate, oltre che invase dai funghi che in queste condizioni trovano il proprio habitat naturale e possono proliferare tranquillamente. Stiamo parlando di milioni di euro di perdite.
VITICOLTURA. I temporali, la violenza delle precipitazioni e le grandinate stanno falcidiando alcuni settori importanti della nostra agricoltura. Tra i più penalizzati sono i vignaioli che nel 2017 hanno subito pesanti perdite dovute al troppo caldo, alle poche precipitazioni e alle gelate di metà aprile dovute anche all’umidità primaverile, acuita ad agosto.
Alcune cantine hanno dovuto interrompere la vendemmia e non potranno riprendere, tempo permettendo, prima di 15 – 20 giorni. Le perdite in questo campo si aggirano intorno al 40 % con punte del 70.
Il problema riguarda tutta la Sardegna, ma in particolare il centro sud (dalla Planargia e Barbagia in giù).
FRUTTA. E’ un altro settore tra i più penalizzati, già sotto-attacco dalle piogge e umidità di primavera. Anche in questo caso gli agricoltori si ritrovano con frutteti allagati e con tappetti di frutta marcia a causa dei parassiti che stanno dilagando e potrebbero creare problemi alla pianta stessa. Le perdite sono intorno al 50 per cento per pesche, susine, ma anche meloni e angurie, che si sommano a quelle della primavera quando andò perso tra il 50 – 70% di ciliegie e fragole ed il 40 per cento di albicocche. L’eccesso idrico assorbito dalle piante, che si ritrovano a mollo, fa il resto. In diversi casi le grandinate hanno addirittura spaccato le angurie.
POMODORO. Un altro settore agricolo che rischia di avere il raccolto compromesso è quello dei produttori di pomodoro da industria, dove le perdite oscillano intorno tra il 60 e 70%. La siccità lo scorso anno ha ridotto le produzioni del 30% ma quest’anno i danni sono ben più gravi. A danneggiarlo sono state soprattutto le precipitazioni dell’ultima settimana che hanno allagato e letteralmente distrutto i pomodori pronto per la raccolta.
ORTIVE. A mollo si ritrovano anche le ortive. Melanzane, peperoni, ortaggi. In questo caso, soprattutto nel sud Sardegna dove la coltivazione è dettata da ritmi serrati si stanno subendo tantissimi ritardi creando problemi anche per i prossimi mesi. Una delle colture più penalizzate è sicuramente quella dei carciofi. Da una parte i campi allagati non permettono la coltivazione e dove si sono già fatte le piantine sono state abbattute dai temporali e affogate per l’eccesso idrico.
Qualche problema lo sta subendo anche il riso, coltivato in ritardo a causa delle piogge di maggio e ora sotto attacco dal brusore, la più grave patologia funginea.
Davanti a questi gravi danni non sono da sottovalutare i ritardi e le perdite dell’erba medica, agli oliveti, ma anche alle strade rurali, molte spazzate via dai fiumi da fiumi d’acqua, oltre ai pascoli.
“Credo che non ci sia molto da aggiungere alle immagini che stiamo vedendo tutti – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Siamo coscienti che stiamo vivendo una stagione anomala che segue quella altrettanto eccezionale dello scorso anno che ha penalizzato le campagne per motivi contrari a questi: oggi abbiamo troppa acqua, l’anno scorso la invocavamo. I cambiamenti climatici stanno penalizzando tutto il comparto agricolo in questi ultimi due anni lo abbiamo visto in modo palese. Si passa da un estremo all’altro”.
“Il riconoscimento dello stato di calamità è doveroso – aggiunge il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ma ciò che chiediamo è la tempistica. E’ fondamentale intervenire immediatamente perché le perdite sono molto alte e non dobbiamo dimenticare anche che questi prodotti coltivati e raccolti a seguito di tante spese poi si ritrovano ad essere pagati all’agricoltore sottocosto per via di filiere troppo lunghe e spesso poco trasparenti. Ci appelliamo alla regione affinché i denari già stanziati per la siccità dello scorso anno (45 milioni) siano liquidati a brevissimo perché per fronteggiare questi danni gli imprenditori agricoli hanno bisogno di liquidità, anche per risolvere alcuni problemi che altrimenti bloccheranno le attività”.