Un documento fiscale che nasce per andare a regolarizzare una situazione contabile quando viene emessa fattura. Può capitare di vendere un bene o un servizio ad un cliente e di non ricevere il pagamento. Il che è un problema soprattutto se è stata già emessa fattura con importo pattuito al quale è stata magari anche aggiunta l’iva (si escludono quindi le tipologie di partite iva agevolate, senza iva).
Ebbene in questi casi per il professionista che ha emesso fattura il rischio è quello di dover andare, a fine anno, a pagare le tasse su un importo che effettivamente non ha incassato; stessa cosa dicasi per l’iva, che come noto è una partita di giro e quindi l’azienda o il professionista che la incassa lo fa soltanto per girarla poi allo Stato.
Per evitare queste criticità, quindi che risulti incassato il pagamento di una fattura che invece non è mai arrivato, esiste la nota di credito: un documento contabile per l’appunto grazie al quale si può andare a rettificare in modo totale o parziale una fattura emessa in precedenza. L’obiettivo di chi la emette è quello di ridurre il carico iva da versare e l’incasso sul quale andare poi a pagare le tasse.
Dall’altra parte anche l’acquirente, e quindi il debitore, dovrà fare la stessa cosa in quanto non potrà andare a dichiarare di aver versato l’intera cifra detraendo quindi l’iva e scaricando l’importo delle spese. La nota di credito è quindi un documento di fondamentale importanza per tutti i casi in cui si sia emessa fattura ma non sia stata incassata la cifra (o sia stata incassata solo in modo parziale).
Come fare per compilare una nota di credito? Si deve emettere un documento simile ad una fattura nel quale indicare i dati identificativi di compratore e venditore; la nota di credito deve indicare un numero progressivo, proprio come le fatture, e contenere tutte le indicazioni necessarie che rimandino alla fattura da annullare. Ovviamente nella nota di credito devono essere inserite le correzioni cui si fa riferimento.
Tale documento può essere emesso solo in alcuni casi, più nello specifico si parla di dichiarazione di nullità, annullamento o rescissione del contratto; applicazioni di scontistiche varie; mancato pagamento della fattura; errori nella compilazione della fattura. la nota di credito deve essere emessa entro 1 anno dall’emissione della fattura in questione.
Ebbene in questi casi per il professionista che ha emesso fattura il rischio è quello di dover andare, a fine anno, a pagare le tasse su un importo che effettivamente non ha incassato; stessa cosa dicasi per l’iva, che come noto è una partita di giro e quindi l’azienda o il professionista che la incassa lo fa soltanto per girarla poi allo Stato.
Per evitare queste criticità, quindi che risulti incassato il pagamento di una fattura che invece non è mai arrivato, esiste la nota di credito: un documento contabile per l’appunto grazie al quale si può andare a rettificare in modo totale o parziale una fattura emessa in precedenza. L’obiettivo di chi la emette è quello di ridurre il carico iva da versare e l’incasso sul quale andare poi a pagare le tasse.
Dall’altra parte anche l’acquirente, e quindi il debitore, dovrà fare la stessa cosa in quanto non potrà andare a dichiarare di aver versato l’intera cifra detraendo quindi l’iva e scaricando l’importo delle spese. La nota di credito è quindi un documento di fondamentale importanza per tutti i casi in cui si sia emessa fattura ma non sia stata incassata la cifra (o sia stata incassata solo in modo parziale).
Come fare per compilare una nota di credito? Si deve emettere un documento simile ad una fattura nel quale indicare i dati identificativi di compratore e venditore; la nota di credito deve indicare un numero progressivo, proprio come le fatture, e contenere tutte le indicazioni necessarie che rimandino alla fattura da annullare. Ovviamente nella nota di credito devono essere inserite le correzioni cui si fa riferimento.
Tale documento può essere emesso solo in alcuni casi, più nello specifico si parla di dichiarazione di nullità, annullamento o rescissione del contratto; applicazioni di scontistiche varie; mancato pagamento della fattura; errori nella compilazione della fattura. la nota di credito deve essere emessa entro 1 anno dall’emissione della fattura in questione.