Mercoledì 22 la giallista francese Dominique Manotti chiude il primo tempo di “Florinas in Giallo”: «Racconto le connessioni tra politica e finanza e il culto del denaro nato nell’epoca Mitterrand». Il festival ritorna dal 27 al 30 settembre con 4 giornate non stop di presentazioni, reading, proiezioni e passeggiate letterarie.
Il primo tempo di “Florinas in Giallo. L’isola dei misteri” si chiude con un’ospite internazionale. È infatti la giallista francese Dominique Manotti la protagonista dell’ultimo appuntamento della sezione estiva “A balla sola”. Mercoledì 22 agosto alle 19 in Piazza del Popolo a Florinas. Poi il festival organizzato dal Comune – con la direzione artistica dei librai Emiliano Longobardi, Maria Luisa Perazzona ed Elia Cossu – fa una pausa di qualche settimana e torna con un programma intensissimo (che gli organizzatori sveleranno a breve) dal 27 al 30 settembre: quattro giornate non-stop di incontri con gli autori, reading, proiezioni di film e passeggiate letterarie da brividi che coinvolgeranno l’intero paese, i suoi abitanti e i numerosi amici del festival.Intanto, è tutto pronto per l’arrivo di Dominique Manotti, che mercoledì sera dialogherà con Daniela Preziosi (con il supporto, per le traduzioni, di Paola Cadeddu). Militante politica e sindacalista tra gli anni Sessanta e gli Ottanta del secolo scorso, docente di Storia economica all’Università di Saint-Denis, autrice di una decina di romanzi gialli e noir di successo premiati con riconoscimenti importanti – Grand Prix de la Littérature Policière nel 2011 – la Manotti è in Sardegna per un mini tour che inizia mercoledì 22 a Florinas e prosegue venerdì 24 al festival “Dall’altra parte del mare” di Alghero (per una serata noir in gemellaggio con Florinas in Giallo). Con i lettori la scrittrice francese parlerà dei suoi romanzi che raccontano la politica e la società della Francia dell’ultimo mezzo secolo, e in particolare di “Le mani su Parigi”, ripubblicato in traduzione italiana da Sellerio nel 2017.
Ambientato in Francia nel 1985, quinto anno di presidenza di François Mitterrand e sesto della guerra tra Iran e Iraq, “Le mani su Parigi” è un noir che indaga le connessioni tra politica e finanza e prende avvio dall’esplosione in volo di un Boing 747 carico di missili destinati a Teheran. Il regista dell’affare dei missili è Bornand, consigliere del presidente all’Eliseo, spregiudicato e cinico uomo di potere. Sul caso, e sull’omicidio di una prostituta curiosa, si troverà ad indagare Noria Ghozali, una giovane agente di origine magrebina. Un personaggio inventato, dice l’autrice, ma «ha la stessa determinazione che ho trovato nei miei studenti di origini magrebine. Ha il loro modo di lottare, di non mollare mai la presa. Somiglia soprattutto a una di loro, la più brillante, ed è a lei che penso quando scrivo di Noria».
Il titolo originale del romanzo, “Nos fantastiques années fric”, più di quello italiano mette l’accento sul tema dei soldi. Non esattamente puliti. «Ho voluto raccontare uno degli aspetti del culto del denaro durante la presidenza Mitterrand – spiega Dominique Manotti. – È stato allora, all’inizio degli anni Ottanta, che la Francia è entrata nell’epoca dell’ultraliberismo. Un po’ come è successo in America con Reagan e in Francia con la Thatcher. Il sintomo più evidente che ho cercato di descrivere è il convertirsi della sinistra francese al culto del denaro, che ha contagiato tutto l’apparato statale». Altro tema centrale, lo svuotamento di significato di concetti come legale e illegale «Eludere la legge – ammette la scrittrice – è considerato un rischio come un altro: si misura il costo e, in base a quello, e solo in base a quello, si decide se correre il rischio. Tutto senza rimorsi di coscienza».