Francesca Deidda è una sincronetta italiana. E’ nata a Cagliari nel 1992 e gareggia per la Promogest di Quartu Sant’Elena, la sua città.
Ai recenti campionati europei di Glasgow in Scozia ha fatto incetta di medaglie salendo tre volte sul podio. L’argento nel libero combinato e due bronzi nel team free e nel team tecnico.
Va così ad arricchire un palmares di spessore che porta lustro alla Sardegna e ad uno sport che trova visibilità mediatica unicamente in occasione delle più grandi rassegne continentali e mondiali. Il debutto di Francesca Deidda a livello internazionale è oramai datato di dieci anni con i mondiali giovanili che si svolsero a San Pietroburgo in Russia.
Il primo successo è sopraggiunto poi nel 2010 con il bronzo conquistato agli europei giovanili di Tampere in Finlandia nel combinato. Si è ripetuta con lo stesso piazzamento un anno dopo a Belgrado nella stessa manifestazione nel combinato a squadre.
Il suo debutto mondiale è avvenuto a Shanghai nel 2011 dove si è piazzata al sesto posto nel combinato mancando di poco la qualificazione alle Olimpiadi di Londra del 2012. Sempre nella capitale britannica, ma nel 2016 ha raggiunto l’argento nella gara a squadre durante gli europei. Nel contempo altri successi continentali come il bronzo nel libero combinato (Eindhoven 2012 e Berlino 2014).
Salta agli occhi come manchi nella sua bacheca il tanto bramato oro. Da sottolineare che il suo debutto olimpico è avvenuto a Rio de Janeiro nel 2016 dove con la squadra è pervenuta al quinto posto, miglior risultato di sempre per l’Italia.
“L’Olimpiade è una emozione complicata da descrivere – ricorda Francesca – Rio de Janeiro è stata una esperienza magica. Poche persone al mondo possono vantare l’opportunità di vivere i Giochi da protagoniste. Sono sensazioni difficili da far comprendere: i pensieri, le emozioni, il coinvolgimento del villaggio olimpico, il contatto con gli atleti che arrivano da ogni parte del mondo per condividere uno spirito di fratellanza nel segno dello sport. Che poi le discipline sportive sono la nostra scelta di vita. Se ripenso a quella esperienza ancora oggi mi viene la pelle d’oca perché il solo fatto di prendere parte a tutto questo è un sogno, è “il sogno”.
Francesca Deidda si allena a Roma e fa parte del Gruppo Sportivo delle “Fiamme Oro” dal 2013. “Sono molto grata alla Polizia di Stato per l’opportunità che ha dato a me e tanti altri atleti di potersi allenare in serenità senza l’incubo di un futuro senza lavoro, che al giorno d’oggi si tratta davvero di una rarità”
L’amore per questa particolare disciplina è nato per caso. “Mi esercitavo nella piscina della Promogest a Quartu e seguivo le lezioni di nuoto. Un giorno ho assistito all’allenamento delle ragazze del nuoto sincronizzato e qualcosa dentro di me è scattato. Un fulmine a ciel sereno. Il desiderio di provare, d’immergermi in questa attività così impegnativa e melodiosa allo stesso tempo.”
Francesca subito dopo ha svolto il suo provino ed è stato amore a prima vista. “Ho impostato un percorso sin da piccola. All’inizio quasi per gioco. Poi crescendo, ho compreso che avevo le peculiarità adatte per poterlo interpretare anche a livello agonistico”
E da lì si è avviata l’avventura di Francesca Deidda che aveva otto anni, col suo talent scout Anna Abate che in lei ha sempre creduto. Un passo dopo l’altro Anna ne ha congegnato personalità, carattere, determinazione. Ha trasformato una ragazza unica e sempre poco appariscente che ha fatto dell’umiltà la sua carattestica basilare e della genuinità la sua magnificenza prima di bambina e adesso di donna. “Dopo l’esibizione alle Olimpiadi è stata la prima persona che ho chiamato. Una telefonata di poche parole ma tante risate e lacrime. Lacrime e risate: due pazze, pazze di gioia. E dopo ogni competizione di livello è la prima persona che cerco. Come ho fatto a questi Europei da Glasgow”.
“Nel rapporto tra atleta e allenatrice – aggiunge dopo un attimo di pausa Francesca – a mio parere deve esserci una energica fiducia reciproca per poter rincorrere gli stessi obiettivi. Anna è l’allenatrice che sento nel cuore, con cui sono germogliata, con la quale ho un bellissimo dialogo equiparabile a quello di mamma e figlia. Con lei posso discorrere di qualsiasi cosa e se ho un’incertezza in allenamento, glielo posso dire, così come tante altre situazioni. Questo è un aspetto che non vorrei modificare mai.”
Come tutti gli sport affrontati a livello agonistico, sono necessari tanti sacrifici e passione. Nove ore di allenamento ogni giorno. Ore da trascorrere in palestra e in piscina che portano via spazio alle comuni relazioni che una ragazza giovane può avere nella vita.
“Il nuoto sincronizzato diviene la tua vita e le compagne di squadra la tua famiglia. La coesione dev’essere universale. Una sinergia pazzesca e degli automatismi inimmaginabili. Scendiamo in piscina in otto e tutte andiamo nella stessa direzione con l’obiettivo collettivo di giungere al risultato più rilevante. Penso che creare un feeling al di fuori della vasca sia fondamentale, per riuscire a conoscersi sempre meglio e gareggiare come se fossimo una persona sola.”
Francesca fuori dall’acqua è una ragazza timida e riservata, ma testarda e con tanta fermezza. “Sono una perfezionista, il che potrebbe essere un valore, ma spesso è anche una carenza, perché, se non riesco ad eseguire uno specifico esercizio come voglio io, divento quasi matta. Mi piace viaggiare e conoscere nuovi mondi e nuove culture. Nel tempo libero ascolto musica, leggo libri e mi capita di fare lunghe passeggiate anche in solitaria persa nei miei pensieri”
Francesca Deidda “veste” l’azzurro della nazionale oramai da dieci anni, considerando i tre trascorsi da juniores. Oramai ha l’età per essere considerata una veterana in una squadra che di manifestazione in manifestazione viene reiterata. Anni di vita collegiale quasi permanente con la nazionale a Roma. Per le poche volte che torna in Sardegna dalla sua famiglia, corre sempre in piscina a Quartu dalla sua allenatrice per riscoprire i gioiosi ricordi dell’adolescenza. “Ho fatto tanti sacrifici nella mia vita. Conciliare lo sport, gli studi. Orari sballati e la rinuncia al divertimento, agli amici e tanto altro. Però non rimpiango nulla perché ho raggiunto i miei obiettivi. Ed essere in pace con se stessi è la cosa migliore”.